Fact checking
Chikungunya: tutte le zanzare tigre che ci ha regalato il comune di Roma
di Alessandro D'Amato
Pubblicato il 2017-09-18
L’assessora Montanari ha dato la colpa ad Anzio per la chikungunya in città. Ma la disinfestazione mancata degli esemplari adulti (mentre quella delle larve non è mai partita) è responsabilità sua e della Raggi. Come i ritardi nell’ordinanza per l’emergenza a settembre
«Roma è stata danneggiata dalle disinfestazioni inefficaci di altri comuni laziali»: quando non ci sono “amministrazioni precedenti” a cui dare la colpa il MoVimento 5 Stelle romano molla la storia e passa alla geografia: l’assessora Pinuccia Montanari, quella che non ha mai visto un topo a Roma, ha però scoperto di avere un grande spirito di osservazione e ha scaricato sul comune di Anzio la responsabilità dell’emergenza chinkungunya con zanzara tigre annessa.
Chikungunya: tutte le zanzare tigre che ci ha regalato il comune di Roma
Durante il vertice di oggi la Regione chiederà conto al Campidoglio del perché dei ritardi nelle disinfestazioni partite dopo il 13 mentre la prima lettera della Regione è del 7, e perché sulle 17 aree a rischio ne erano state fatte, almeno fino a un paio di giorni fa, 9. La Regione ha chiesto pareri anche a tecnici dell’Istituto Superiore di Sanità per capire se il metodo adottato è efficiente. Vuole sapere dove e come si è agito, se gli operatori Ama ad esempio sono intervenuti su tombini, nei canali.
«Roma con 2.875.364 abitanti ha subito 6 casi di contagio. Anzio, con 54.211 abitanti ha riscontrato 19 casi di contagio. Una parte dei cittadini romani che è risultata positiva alla Chikungunya era stata in vacanza ad Anzio. Mentre i nostri trattamenti preventivi a bassa tossicità hanno funzionato molto meglio degli altri, ci chiediamo cosa hanno fatto le altre Amministrazioni per garantire la salute dei cittadini», ha detto la Montanari. «I primi 3 contagiati non sono residenti ad Anzio, ma villeggianti di Roma – ha risposto Luciano Bruschini (FI), sindaco della cittadina – interventi straordinari larvicida e adulticida sono partiti la sera del 7, giorno in cui la Asl ci ha avvertiti per telefono del contagio: al contrario di Roma non abbiamo avuto bisogno di solleciti».
La verità: il comune di Roma ha sbagliato interventi
Chi ha ragione? L’ordinanza della sindaca per «la prevenzione e il controllo delle malattie trasmesse da insetti vettori ed in particolare la zanzara tigre» è del 26 aprile e fa seguito alla circolare 2017 del Ministero della Salute sul piano di sorveglianza e risposta alle arbovirosi (Chikungunya, Dengue e Zika). Vengono prescritte limitazioni sui trattamenti adulticidi, contro le zanzare adulte. Non le larve, ma quelle che già volano e pungono. «Si può procede alla disinfestazione nelle aree verdi di pertinenza solo in presenza di manifeste condizioni d’infestazione con elevato disagio e comunque solo dopo aver effettuato idonei interventi preventivi». Va dato un preavviso minimo di 7 giorni lavorativi prima di procedere all’adulticidio inviando un modulo al Comune con la scheda tecnica del prodotto utilizzato.
Prima di ottenere il permesso di nebulizzare le zone infestate quindi bisognava subire per giorni delle Aedes Albopictus di origine asiatica. All’epoca uscirono articolo di sfottò nei confronti dell’amministrazione (“La Raggi vieta di uccidere le zanzare”, titolò Il Tempo) mentre Montanari & Raggi si vantarono della vittoria ottenuta al TAR sul ricorso delle imprese di disinfestazione. Ma c’è di più: quegli interventi non sono mai stati eseguiti in quanto l’M5S ritirò la delibera di affidamento ad AMA per la derattizzazione e disinfestazione.
La verità: il Comune di Roma ha agito tardi
Ma c’è di più. Il Corriere Roma riepiloga oggi la cronologia degli eventi più recenti a partire dall’annuncio dell’epidemia di Chikungunya.
Il preallerta inviato dalla Regione al dipartimento tutela ambientale del Campidoglio è del 7 settembre, contemporaneamente all’accertamento di tre casi di malattia diagnosticati ad Anzio. Da allora è un ripetersi di notifiche di «casi sospetti di Arbovirosi» (la famiglia di malattie cui appartiene quella da Chikungunya) seguite da conferme di diagnosi con richiesta di «predisporre gli interventi di disinfestazione» indicati da una circolare del ministero della Salute. Gli invii da parte della Asl Rm 2(quadrante sud e est di Roma) sono concentrati all’inizio della scorsa settimana. Nel fax dell’11 settembre l’oggetto è «urgentissimo». Viene richiesta «entro 24 ore la disinfestazione in un raggio di 200 metri dall’abitazione di via Lettopalena» dove risiede una persona che ha contratto l’infezione da Chikungunya.
La sindaca Virginia Raggi firma l’ordinanza che dà il via agli «spruzzi» contro le zanzare adulte soltanto il 13 settembre pomeriggio, quando già le autorità competenti (Regione, centri trasfusionali, ministero)avevano deciso il blocco delle donazioni di sangue nella Asl Rm 2 oltre a restrizioni nelle zone non invase. Già il 6 settembre, dunque prima di Anzio, c’è traccia di «due casi autoctoni relativi a due componenti la stessa famiglia». L’operazione è partita sistematicamente non prima del 14 mattina. Troppo tardi. Contro le Arbovirosi si deve agire entro poche ore.
C’è da segnalare che nella nuova ordinanza emessa dalla Raggi si va all’attacco delle zanzare adulte: in quella di aprile si segnalava come grande vittoria il fatto che venissero risparmiate. In tutto ciò la Montanari continua a dire che ha ragione lei senza che le scappi da ridere, e questo è senz’altro un merito per l’assessora. E ancora: attraverso la dirigente Rosalba Matassa, responsabile della direzione Benessere animali dell’assessorato, che comprende anche l’ufficio Specie problematiche, il Campidoglio ha spiegato a Repubblica le modalità degli interventi di disinfestazione.
Le campagne contro le larve, partite ad aprile, sono effettuate con un prodotto biologico atossico, il bacillus thuringiensis. A questi interventi si aggiungono quelli mirati su segnalazione della Asl, che riguardano anche gli esemplari adulti della zanzara tigre. Niente bonifica diffusa, invece, delle aree verdi. «Nelle aree verdi la zanzara tigre si rifugia di giorno, di notte torna ai tombini», ha sostenuto la dirigente. Subito smentita da Alessandra Della Torre, docente di Parassitologia alla Sapienza: «Non è vero che di notte le zanzare si spostano nei tombini. Gli esemplari adulti vivono nelle aree verdi».
Quelle dove bisognava disinfestare.
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