Come ha preso Emma Bonino la storia del radicale accusato di associazione mafiosa

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-11-05

Marco Lillo del Fatto si azzarda a telefonare alla Bonino per chiedere che fine faranno i radicali coinvolti nell’inchiesta su Antonello Nicosia. E scopre che un click in faccia non si nega ormai più a nessuno

article-post

Secondo lei, visti i rapporti con Nicosia, l’avvocato Capano dovrebbe lasciare i radicali? «E perché? I Radicali non espellono nessuno». Neanche se si provasse che uno dei vostri iscritti favorisce un mafioso? «Ma come si permette!» (clic). Al telefono ci sono Marco Lillo del Fatto Quotidiano e la senatrice Emma Bonino di +Europa e ad attaccare il telefono è ovviamente proprio lei, che non ha preso per niente bene la storia di Antonello Nicosia, ex collaboratore della deputata Pina Occhionero (Italia Viva) finito ieri in carcere con l’accusa di associazione mafiosa.

Come ha preso Emma Bonino la storia del radicale accusato di associazione mafiosa

Non è una novità che ci sia nervosismo in casa dei radicali. Ieri mattina Rita Bernardini, dopo l’uscita della notizia, ci ha tenuto a sottolineare che Nicosia non era iscritto al Partito Radicale ma a Radicali italiani, dove era eletto nel Comitato Nazionale. Ovvero si trovava sul fronte opposto dele due anime in cui si è divisa la creatura di Marco Pannella dopo la sua morte. Ovvero, del secondo dei due partiti – quello non violento, transnazionale e transpartitico (Prntt) di Bernardini, Turco, D’Elia, e quello dell’associazione Radicali italiani (Ri) di Magi, Bonino, Cappato – in cui si è scissa la creatura pannelliana.

antonello nicosia radicali

Ovviamente l’uscita di Bernardini non è piaciuta per niente all’altro fronte, che ha accusato la Bernardini di usare la vicenda per le loro polemiche interne. Ma, come ricorda ancora Marco Lillo, nella vicenda non c’è solo Nicosia:

Nel decreto di fermo a carico di Nicosia i magistrati sottolineano che l’ex trafficante di droga (condannato a 10 anni e 6 mesi nel 2006 in appello, pena scontata all’italiana visto che era già in giro dal 2009) aveva rapporti di natura anche politica con Michele Capano, già tesoriere dei Radicali Italiani e avvocato di boss di prima grandezza come Filippo Guttadauro. Nulla di illecito. Però gli episodi descritti dai pm di Palermo Francesca Dessì e Calogero Ferrara, e dall’aggiunto Paolo Guido, dovrebbero essere una buona occasione di riflessione politica.

rita bernardini antonella soldo antonella nicosia

Al XVI congresso dei Radicali Italiani nel 2017 Nicosia si diceva felice perché finalmente “possiamo dare risposte a chi ci segue nelle battaglie per la giustizia quando ci chiedono chi possiamo votare”. Nicosia conduceva una trasmissione ‘Mezz’ora d’aria’ su Aracne tv e in quello spazio ha intervistato nel 2019 l’avvocato Capano sul cosiddetto ergastolo bianco. “In quella situazione –sottolineano i pm –versava (e versa tuttora) Filippo Guttadauro –cognato di Matteo Messina Denaro –difeso proprio dall’avvocato Capano”.

Antonello Nicosia e la faida-diaspora radicale

La vicenda di Antonello Nicosia va così a inserirsi all’interno della faida e della conseguente diaspora radicale. La scissione risale al 2017 e nel 2018 i Radicali hanno eletto alcuni parlamentari, tra cui Emma Bonino, con il Pd. Poi Riccardo Magi insieme a Bruno Tabacci e Alessandro Fusacchia ha annunciato il suo sì alla fiducia per il governo Conte Bis e questo ha causato la “morte” della creatura politica che doveva portare (in pullman?) in parlamento volti nuovissimi della politica come Benedetto della Vedovahahahah. Domenica intanto i Radicali Italiani hanno chiuso il congresso a Torino. Nicosia “non ricopre attualmente alcuna carica in Radicali Italiani”, hanno sottolineato ieri Massimiliano Iervolino, Giulia Crivellini e Igor Boni, segretario, tesoriera e presidente. Ribadiscono “la presunzione di innocenza ”, ma riconoscono che “se i contorni della vicenda fossero confermati ci troveremmo di fronte non soltanto alla strumentalizzazione di un istituto preziosissimo come le visite ispettive nelle carceri, ma anche a un danno enorme nei confronti di noi radicali”.

antonello nicosia giuseppina occhionero

Di certo la vicenda Nicosia dovrebbe servire a movimentare anche la giornata di Italia Viva, visto quello che racconta Marco Travaglio nell’editoriale del Fatto dedicato alla vicenda:

Ora vedremo se Renzi la metterà alla porta o se la terrà stretta. Dovrebbe bastargli il dialogo fra la cosiddetta onorevole e Nicosia, che la informa di aver scritto a un mafioso detenuto un messaggio su “un blocchetto di carta intestata della Camera”, per evitare che gli inquirenti lo controllino. E lei, anzichè denunciarlo e cacciarlo, gli dice “bravo!”e gli domanda se la carta intestata “gli è piaciuta”.

Chissà se oggi Marco Lillo chiamerà anche Matteo Renzi: così rischia di beccarsi il secondo clic in faccia.

Leggi anche: Come Salvini si dispiace per i vigili del fuoco morti a Quargnento dopo averli fregati

Potrebbe interessarti anche