Politica
Travaglio si accorge improvvisamente che il voto su Rousseau non è regolare
neXtQuotidiano 16/02/2019
Il direttore del Fatto dice che un voto dopo un video di Giarrusso non sarebbe regolare. I grillini hanno sempre votato in questa maniera. Dov’era Marco?
Non è da oggi che i voti organizzati dal MoVimento 5 Stelle quando chiede un parere agli iscritti non sono regolari. E per molti motivi: la mancanza di una certificazione da parte di un ente terzo sul risultato, l’impossibilità di verificare il voto in sicurezza, ma soprattutto il metodo che viene utilizzato. Ovvero, si pubblica un post in cui si invita a votare in un certo modo spiegando solo le ragioni dell’invito e via. Il M5S l’ha fatto sempre, gli esempi più eclatanti sono il caso Cassimatis, in cui Beppe diceva “Fidatevi di me” sostenendo che l’attivista non potesse essere la candidata sindaca ma senza spiegarne i motivi, o quello con cui cercarono di benedire l’alleanza sfumata con l’ALDE. Ciò premesso, oggi Marco Travaglio sul Fatto se ne accorge improvvisamente in occasione del prossimo voto su Salvini:
Ora, siccome il voto dei 7 senatori M5S sarà decisivo per il sì o per il no, e che a deciderlo saranno gli iscritti, è importante che il referendum di lunedì su Rousseau sia regolare. E la sua regolarità dipende dal quesito, che non dev’essere suggestivo, ma neutro. Tipo questo: “In base all’art. 96 della Costituzione, i membri del governo ‘sono sottoposti, per i reati commessi nell’esercizio delle loro funzioni, alla giurisdizione ordinaria, previa autorizzazione del Senato della Repubblica o della Camera dei deputati, secondo le norme stabilite con legge costituzionale’.
E la legge costituzionale stabilisce che l’autorizzazione può essere negata solo se il ministro indagato ha ‘agito per la tutela di un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante o per il perseguimento di un preminente interesse pubblico’. Alla luce di queste norme, i senatori del M5S devono concedere o negare ai magistrati l’autorizzazione a processare Salvini?”.
Invece pare che la domanda agli oltre 100 mila iscritti la farà in un video Giarrusso,che s’è già espresso per il no. Col rischio che la sua irruenza, anche animata dalle migliori intenzioni, sortisca un appello non proprio asettico. Vista la delicatezza e le conseguenze di quel voto che – quale che sia – i 5 Stelle si sentiranno rinfacciare finché càmpano, è molto meglio un quesito scritto. Di casino, in giro, ce n’è già fin troppo.
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