«Il governo Lega-M5S deve essere a tempo»

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-05-16

Giovanni Toti, plenipotenziario di Berlusconi, avverte il Carroccio: l’esecutivo con i grillini ci deve portare presto al voto. Altrimenti Silvio si arrabbia?

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Giovanni Toti, governatore della Liguria che aveva anticipato la possibilità di un accordo tra Lega e MoVimento 5 Stelle e – soprattutto – la “benevolenza critica” di Silvio Berlusconi nei confronti dell’ideona di Matteo Salvini e Luigi Di Maio, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera sostiene che la Lega debba portare il paese alle urne presto attraverso il governo del M5S. Un avvertimento (di Berlusconi?) ben preciso:

«La narrazione di questo governo deve essere chiara da parte della Lega. Si deve dire che è un governo di traghettamento, che nasce da uno stato di necessità, che servirà un nuovo voto e una nuova legge elettorale per poi ripartire con la coalizione di centrodestra. Non si deve dare l’impressione che sia nato un nuovo asse politico, che ci sia una sorta di infatuazione per un nuovo scenario».

Chiede un governo a tempo?
«No a date di scadenza. Ci sono cose da fare e si vedrà in quali tempi, ma ripeto: questo non è un governo nato dalle
urne, e la nostra benevolenza critica può esistere solo nella chiarezza».

contratto lega m5s 2

C’è però un piccolo problemino che potrebbe rovinare le prospettive di Toti: già dalla bozza smentita del contratto Lega-M5S si capisce che l’accordo deve valere cinque anni:

Il suo giudizio sulla trattativa in corso quale è?
«Sono abbastanza sorpreso che non si siano coinvolte finora in nessun modo le forze sociali del Paese, dai sindacati alle categorie agli enti locali. Andava fatto da ieri, mi auguro si cominci da oggi. Queste sono liturgie niente affatto indifferenti, non vorrei che il contratto fosse solo un esercizio di stile, anche perché poi bisognerà affrontare le emergenze del giorno per giorno, bisognerà fare scelte di importanza vitale per il Paese, strategiche, e la trattativa andrebbe accompagnata da un confronto ampio. Se si nasce senza nemmeno una legittimazione iniziale non è un segnale positivo».

Quanto conterà in questo senso il nome del premier?
«Il suo e quello dei ministri conteranno moltissimo. Per dire, tra un ministro della Giustizia dalla radicata cultura garantista o uno dalla marcata visione interventista della magistratura c’è una grande differenza di impostazione, al di là di quello che si scrive in un contratto. E tutto questo vale ancora di più per la figura del premier».

Leggi sull’argomento: «Il contratto Lega-M5S non ha validità giuridica»

 

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