Danilo Toninelli è rimasto con il TAV in mano

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-05-29

La strategia di prendere tempo per rinviare la decisione non sta funzionando. L’Italia rischia di perdere 800 milioni di euro di finanziamenti europei se il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti non deciderà cosa vuole fare della Torino-Lione

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«Non cambia assolutamente nulla. I miei dossier il ministro vengono gestiti oggi come venivano gestiti prima delle elezioni». Così Danilo Toninelli a chi gli chiede se l’esito del voto delle europee e quello delle regionali in Piemonte possa cambiare le carte in tavola sull’Alta Velocità Torino-Lione. Lui va avanti dritto come un treno. In fondo il voto popolare si usa e si interpreta solo quando fa comodo. Così quando a vincere sono i 5 Stelle è un chiaro segnale contro la TAV, se invece a vincono quelli che la Torino-Lione la vogliono fare il discorso cambia.

La resa dei conti di Lega e M5S sulla Torino Lione

L’esito delle elezioni europee ha mostrato che i rapporti di forza all’interno della maggioranza di governo sono destinati a cambiare. Lo dicono ormai anche dentro al M5S dove c’è chi come il senatore Gianluigi Paragone propone di cacciare Tria e di dare il Ministero dell’Economia alla Lega. Ma a rimettere in discussione il no alla TAV c’è anche l’esito del voto in Piemonte. In Val Susa, storica roccaforte No Tav, la Lega sfonda in molti comuni simbolo della lotta all’Alta Velocità. Matteo Salvini non usa mezzi termini: «le forze a favore del Tav hanno preso l’80%-85%. Se fosse stato un referendum l’esito mi pare chiaro». Il leader della Lega prova a forzare i limiti del Contratto di Governo dove si parla di una “revisione” dell’opera e tenta di usare il voto delle regionali come se fosse un referendum sulla Tav, cosa che naturalmente non è.

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Ma non c’è solo Salvini a spingere per la Torino-Lione. Perché il nostro Paese rischia di perdere gli 815 milioni di euro di finanziamenti europei. Si tratta di fondi stanziati dalla Commissione per lavori della prima tranche della tratta ferroviaria che però devono essere portati a termine entro dicembre di quest’anno. Toninelli – che nel frattempo ha perso il sottosegretario Siri – dovrà decidere cosa fare. L’idea potrebbe essere quella di chiedere una proroga di due anni, perché al momento non sono state assegnate le gare d’appalto ed è estremamente improbabile che da qui a dicembre i lavoro della prima tranche possano essere conclusi.

Le due decisioni che deve prendere il governo sulla TAV

Per ora le uniche gare aperte riguardano tre lotti del tunnel, tutti da scavare sul versante francese. Il termine per la presentazione delle manifestazioni d’interesse per i lavori sui bandi pubblicati sulla Gazzetta europea ed emessi da TELT (complessivamente l’importo è di 2,3 miliardi di euro) è scaduto ieri. Toninelli ora dovrà decidere cosa vuole fare da grande, perché entro luglio il nostro governo (vale a dire quello di cui fa parte) dovrà prendere una decisione e comunicarla alla Commissione Europea.

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Il tracciato della TAV (Corriere della Sera, 11 marzo 2019)

Riuscirà il ministro che ha saputo impressionarci per la sua incredibile capacità di concentrazione a prendere una decisione delicata in così poco tempo? E soprattutto: riuscirà a farlo in quello che è il momento più difficile del suo partito, da sempre feroce oppositore di quel “buco inutile” della TAV? Senza una decisione chiara da parte di Toninelli e l’assenso del governo italiano gli “Avis de marchés” giunti a TELT non potranno dare corso ai lavori. La società che ha l’incarico della realizzazione della tunnel esaminerà le manifestazioni d’interesse per i prossimi 90 giorni. A settembre dovrebbero essere pubblicati i capitolati di gara e si darà il via ufficiale agli appalti (le procedure di gara si dovrebbero concludere entro 12 mesi nel 2020). Nell’agenda di Toninelli quel buco inutile inizierà ad occupare sempre più spazio, prima chiedendo una proroga per i finanziamenti, poi dicendo a TELT se procedere o meno con l’apertura delle gare. Chissà, magari qualcuno spera che il governo Conte cada prima. Ma anche così non si risolve il problema, perché i tempi sono stretti e il rischio di perdere i finanziamenti europei è reale. A meno ovviamente che Toninelli non voglia prendere tempo per perdere i soldi e dire che purtroppo la TAV non si può più fare. La decisione spetta a lui. Massima concentrazione.

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