Le supercazzole di Renzi sullo scudo penale votato da Italia Viva e su Marattin

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-11-08

Il leader di Italia Viva non risponde sul suo deputato e sulle auto aziendali e anche su ILVA addossa la colpa al governo Conte Bis

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Matteo Renzi oggi rilascia un’intervista a Repubblica nella quale sembra leggermente evasivo su due argomenti che hanno toccato Italia Viva: l’abolizione dello scudo penale per ILVA votata da tutta la maggioranza che oggi regge il Conte Bis e Marattin che suggerisce tasse sulle auto aziendali e poi le attacca.

Calenda le ricorda che è anche responsabilità di Italia viva se ad Arcelor è stato tolto lo scudo penale.
«Lo scudo penale non è la causa del recesso ma l’alibi dietro al quale la proprietà indiana si nasconde, grazie anche all’appoggio inspiegabile di parte dell’establishment italiano. Non è questo il motivo che spinge Mittal ad andarsene, bensì la richiesta di cinquemila esuberi. Lo scudo penale è stato introdotto da Gentiloni e tolto dal governo Conte-Salvini, non da noi. Calenda fa l’avvocato difensore di Mittal, noi facciamo gli avvocati difensori dei lavoratori».

Ma i senatori di Iv hanno seguito l’iniziativa della grillina Lezzi che ha stralciato lo scudo dal decreto Salva imprese.
«La responsabilità dell’attuale maggioranza sta nel non aver reintrodotto lo scudo, su richiesta del governo che in Aula ha assicurato non ve ne fosse bisogno. Detto questo, se c’è una norma generale che agevola chi bonifica i siti industriali, noi ci siamo. Davanti a migliaia di licenziamenti un Paese civile lavora insieme, senza sciacallaggio politico. Togliamo l’alibi dello scudo, ma togliamo anche le fake news: il problema di Mittal è la crisi dell’acciaio, non lo scudo penale. Siamo seri».

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Per quanto riguarda lo scudo penale, Renzi non sembra aver notato ArcelorMittal aveva avvertito in più occasioni che avrebbe operato uno stop alla produzione se fosse decaduta la norma ad hoc preparata dal ministero allora guidato da Di Maio. Il che è già grave. Ma sulle accuse a Marattin, Renzi invece non risponde proprio:

Il Pd accusa Italia Viva di minare la stabilità del governo. Avete dato via libera a plastic tax e tassa sulle auto aziendali e poi avete fatto campagna per toglierle. Anzi tra i dem si dice che quella sulle auto è una idea del vostro Marattin.
«Eh no, basta con questa storia. Italia Viva non può essere l’alibi per le altrui debolezze. Il governo precedente ha azzerato la crescita con misure sbagliate quale reddito di cittadinanza e quota 100. Ci è stato detto che non si possono toccare. Stiamo solo evitando ulteriori danni: l’aumento dell’Iva, le tasse sui cellulari, sul gasolio, sulla casa. In pubblico ci danno di sfasciacarrozze, in privato ci danno ragione. Adesso stiamo lavorando per eliminare quelle sulle auto aziendali e quelle contro le imprese dell’Emilia Romagna. Gualtieri si è impegnato a rimediare e io sono con lui. Capisco che dobbiamo tenere gli errori del passato per un fatto politico, ma almeno non aggiungiamo anche gli errori del presente. Noi abbiamo proposto anche le soluzioni. Se sposti di due mesi il cuneo, non ci sono tasse in più. Se riporti la spesa per i beni al livello del mio governo, non ci sono tasse in più. Se abbassi il costo degli interessi non ci sono tasse in più. Il cittadino non è il bancomat della politica. Si taglino le spese, si può fare».

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