Le scuse di Di Maio a Mattarella per l’impeachment

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-05-31

Ieri al Quirinale la scena madre da Libro Cuore. Domani però è pur sempre un altro giorno

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Fabrizio D’Esposito sul Fatto Quotidiano pubblica oggi un diario molto interessante degli ultimi giorni e delle ultime ore della crisi. La parte più divertente sono le scuse che Luigi Di Maio ha fatto a Sergio Mattarella per la richiesta di impeachment:

La svolta dell’asse tra Mattarella e M5S s’incarna nell’apparizione del Grande Ingenuo al Quirinale. Alle cinque della sera Di Maio vede Mattarella. Dall’impeachment alla pace nel giro di poche ore. Una pace “civile, non cordiale ”, però, riferiscono dal Colle. Sì, è stato il presidente della Repubblica a voler riaprire i canali con i pentastellati martedì sera, ma non dimentica, Mattarella, che Di Maio ha chiesto per lui l’ergastolo, la pena massima prevista per l’accusa di alto tradimento. I due si stringono la mano, il Grande Ingenuo chiede scusa e poi si va al sodo.

La croce Savona, il macigno sul sentiero gialloverde, l’economista ottuagenario della grande crisi di domenica sera. Stavolta la fatidica sponda c’è. Il Colle salva la faccia con il modello Previti (che nel governo Berlusconi andò alla Difesa e non alla Giustizia) e il capo grillino offre il suo consenso.Di Maio va via e ritorna la Comparsa Cottarelli per un ulteriore aggiornamento informale. All’uscita è lo stesso Quirinale che fa trapelare ufficiosamente: “Non si forzano i tempi per un eventuale governo politico”.

luigi di maio savona mattarella veto - 3

Di Maio un paio di giorni fa aveva annunciato da Fazio l’impeachment per Mattarella, aveva detto che qualche suo consigliere avrebbe a sua volta meritato l’impeachment ed era stato smentito su Bagnai e Siri. Il Quirinale, a sua volta, aveva fatto sapere che con lui i rapporti erano chiusi:

Addirittura, se i verbali dei colloqui nello Studio alla Vetrata venissero resi pubblici in nome della trasparenza, il leader pentastellato faticherebbe a spiegare a Grillo, a Casaleggio o a un Dibba come mai in presenza di Mattarella fosse stato così mansueto, ossequioso e perfino remissivo («Ci dispiace, Presidente, per questa insistenza su Savona ma sa, purtroppo la Lega si è impuntata in quel modo»), salvo trasformarsi subito dopo da dr. Jekyll in mr. Hyde.

Meglio Salvini, allora. Con Mattarella ha avuto domenica un dialogo franco, e proprio per questo apprezzato dal Presidente che, forse, si sarà rammaricato di non aver colloquiato più spesso e direttamente con un leader spigoloso ma, perlomeno, in privato non così diverso da come appare alla gente.

O tempora, o mores!

Leggi sull’argomento: Il Quirinale e quel bugiardo di Di Maio

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