Il Quirinale e quel bugiardo di Di Maio

di dipocheparole

Pubblicato il 2018-05-29

Ugo Magri, quirinalista della Stampa che in questi giorni di crisi ha riportato le impressioni prima e le decisioni poi del Colle riguardo le possibili soluzioni di governo e il naufragio del tentativo di Conte, oggi ci racconta che dalle parti di Mattarella sono tutti molto arrabbiati per quello che è successo con Luigi Di …

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Ugo Magri, quirinalista della Stampa che in questi giorni di crisi ha riportato le impressioni prima e le decisioni poi del Colle riguardo le possibili soluzioni di governo e il naufragio del tentativo di Conte, oggi ci racconta che dalle parti di Mattarella sono tutti molto arrabbiati per quello che è successo con Luigi Di Maio:

Certo, da Di Maio un voltafaccia così clamoroso il Presidente non se lo sarebbe aspettato. Se c’è qualcuno che al Quirinale ha sempre riscosso la giusta attenzione riservata al nuovo, di cui i Cinque Stelle si sentono portavoce, quel qualcuno è stato proprio il loro capo politico. Addirittura, in piena campagna elettorale, Di Maio aveva potuto consegnare la lista dei potenziali ministri, in questo modo legittimandosi quale forza di governo al di là dei legittimi dubbi.

C’è addirittura chi, tra i frequentatori del Colle, oggi abbozza un’autocritica per quella come per altre prove di fiducia, nell’insieme tali da attirare su Mattarella svariate critiche come egli stesso ha segnalato nel suo drammatico discorso domenicale alla nazione. Va bene che in politica la ricono
scenza è il sentimento della vigilia, però Di Maio ha esaurito sul Colle il proprio credito e, fino alla fine del settennato nel 2022, verrà trattato come un bugiardo: forse per questo lui sta tentando la via disperata dell’impeachment, sapendo che al Quirinale non se ne fideranno mai più. Al punto ieri da smentire Di Maio pubblicamente («Non risponde a verità») sui presunti nomi suggeriti al posto di Savona.

luigi di maio matteo salvini

Tra le righe si spiega che Di Maio ha tenuto un atteggiamento molto diverso al Colle rispetto a quello che ha detto poi pubblicamente, tanto che sembra che al Quirinale qualcuno voglia proprio dargli del coniglio:

Addirittura, se i verbali dei colloqui nello Studio alla Vetrata venissero resi pubblici in nome della trasparenza, il leader pentastellato faticherebbe a spiegare a Grillo, a Casaleggio o a un Dibba come mai in presenza di Mattarella fosse stato così mansueto, ossequioso e perfino remissivo («Ci dispiace, Presidente, per questa insistenza su Savona ma sa, purtroppo la Lega si è impuntata in quel modo»), salvo trasformarsi subito dopo da dr. Jekyll in mr. Hyde.

Meglio Salvini, allora. Con Mattarella ha avuto domenica un dialogo franco, e proprio per questo apprezzato dal Presidente che, forse, si sarà rammaricato di non aver colloquiato più spesso e direttamente con un leader spigoloso ma, perlomeno, in privato non così diverso da come appare alla gente.

C’entrerà qualcosa anche la strana polemica sui consiglieri del Quirinale che meriterebbero l’impeachment?

Leggi sull’argomento: Chi è il consigliere di Mattarella che meriterebbe l’impeachment?

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