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Come Salvo Mandarà ha deciso di "combattere" la leucemia

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2017-12-04

A luglio Salvo Mandarà aveva scritto “fXXXXX la chemioterapia e chi la somministra”. Due giorni fa è morto di leucemia, una malattia che gli era stata diagnosticata nel 2010 e che aveva combattuto – con successo – grazie alla chemioterapia

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Salvo Mandarà è morto due giorni fa all’ospedale di Ragusa. Mandarà, 51 anni, ex attivista pentastellato (fu il cameraman di Grillo durante lo Tsunami Tour del 2012) e soprattutto esperto di controinformazione, è morto di leucemia, una malattia contro la quale Salvo combatteva ormai da parecchi anni. Mandarà però era famoso per le sue battaglie anti-sistema. Ad esempio quella contro il signoraggio bancario, i vaccini (che sosteneva causassero l’autismo) e la chemioterapia.

Quando Salvo Mandarà si era salvato grazie alla chemioterapia

Qualche tempo fa Mandarà aveva attaccato la chemioterapia e gli oncologi che ne facevano ricorso. Per Mandarà la chemioterapia e la “medicina ufficiale” equivalevano ad una condanna a morte. Le cure “ufficiali” come tutte le cose ufficiali sono sempre state – per il blogger siciliano – profondamente sbagliate e “corrotte”. Ad un lettore che gli aveva scritto per criticare la sua scelta di promuovere “terapie” alternative come i clisteri al caffè e la terapia Gerson Mandarà aveva risposto di “continuare a farsi uccidere come preferiva” e che nulla avrebbe cambiato la sua opinione sui pericoli della chemioterapia.


Eppure fino ad allora Mandarà era vivo grazie alla chemioterapia. A documentarlo è un suo vecchio blog – lamialeuce – dove Mandarà ha raccontato nel 2012 la sua esperienza con la leucemia, iniziata nel 2010 con la diagnosi di una leucemia linfatica cronica di tipo B.
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All’epoca Mandarà fece “tantissimi tentativi” per evitare di utilizzare la chemioterapia, Ad esempio con una “terapia” a base di Vitamina C (non a caso nel blog ringraziava Valdo Vaccaro) e glutatione oppure con preparati naturali a base di aloe. Ciononostante non vedendo alcun miglioramento si vide “costretto” a sottoporsi a “sei cicli di terapia ufficiale”, ovvero di chemioterapia.
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Grazie alla “medicina ufficiale” nel novembre del 2011 i primi esami iniziarono a mostrare che la malattia era in uno stato di remissione. Nel gennaio 2012 Mandarà annunciava che “la risposta alla terapia è stata ottima” e che la malattia “era in uno stato di remissione totale”. Non c’è nessun piacere né alcuna soddisfazione nel constatare che la morte di Mandarà avrebbe potuto essere evitata. Avrei di gran lunga preferito continuare a commentare le sue battaglie contro il sistema e il Nuovo Ordine Mondiale che parlare della sua morte.

L’ultimo vaffanculo di Salvo Mandarà alla chemioterapia

Nel luglio 2017 su Nextquotidiano “ricordammo” a Salvo che se era ancora vivo lo doveva alla chemioterapia e non certo alle “cure e ai rimedi naturali” che andava propagandando. Lui se ne accorse e tornò su quel pezzo del suo vecchio blog per aggiornarlo dal momento che «molti internauti poco attenti, ignoranti e contenti di essere schiavi del sistema che li avvelena, hanno utilizzato quanto scritto quasi 6 anni fa, per poter affermare che io mi sono “curato” con le terapie ufficiali e che sono “guarito”».
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Mandarà volle chiarire che alla luce degli ultimi studi che aveva effettuato «chi oggi difende, promuove, agevola l’uso di chemioterapici è un pericoloso criminale e chi li somministra è un pluriassassino». Raccontò anche che dopo quattro anni in cui i suoi valori ematologici erano rimasti nella norma il numero di linfociti prodotti dal mio midollo  era improvvisamente tornato a salire. Mandarà sapeva di stare nuovamente male, come confermava un’analisi recente e faceva sapere ai lettore che aveva «smesso di fare i controlli presso centri di ematologia che già da tempo, se assecondati, sarebbero stati felici di sottopormi ad un nuovo bombardamento». Mandarà non aveva alcuna intenzione di commettere di nuovo «lo stesso errore che feci nel 2011». Ovvero quello di sottoporsi alla chemioterapia.
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Non sappiamo se Mandarà si sarebbe potuto salvare se si fosse sottoposto ad un nuovo ciclo di “terapia ufficiale”. Quello che è certo è che la sua scelta di non curarsi lo ha ucciso. Dopo aver scoperto che i suoi valori ematologici non erano più nella norma Mandarà era convinto che il percorso spirituale e mentale che aveva intrapreso avrebbe potuto portare ad un miglioramento del quadro. Ma in ogni caso non aveva più paura, dal momento della sua diagnosi nel 2010 la sua vita era cambiata in meglio. Ma non per via della chemio. Anzi: fanculo la chemioterapia e chi la somministra. Un vaffanculo che ha pagato a caro prezzo. E non tanto perché la chemioterapia sia miracolosa, ma perché le terapie alternative hanno il terribile effetto collaterale. Quello di allontanare i pazienti e i malati dalle uniche terapie la cui efficacia è scientificamente provata. Mandarà, con i suoi scritti e le sue dichiarazioni, ha contribuito a diffondere pericolose bufale mediche che potrebbero nuocere ad altri malati, questa è la sua vera e unica colpa. Non gli si può fare una colpa invece di quello che ha deciso di fare con la sua malattia. Umanamente dispiace che il prezzo che ha pagato per la sua coerenza e la fedeltà alle sue “teorie” sia stato così alto.
 

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