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Salvini, Solinas e la vittoria di Pirro in Sardegna

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2019-02-25

Il centrodestra è in vantaggio ma il Capitano si rende conto che il risultato è comunque deludente. Colpa del candidato ma anche delle sue promesse tradite ai pastori sardi

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In Abruzzo quindici giorni fa era stata tutta un’altra vittoria: la Lega si è mangiata il MoVimento 5 Stelle prendendosi un terzo dei voti dei grillini rispetto alle elezioni politiche del 4 marzo. In Sardegna oggi Christian Solinas è in testa negli exit poll ma la probabile vittoria del centrodestra a guida Salvini non è certo un trionfo e a breve potrebbe trasformarsi in una vittoria di Pirro.

Salvini, Solinas e la vittoria di Pirro in Sardegna

Già gli exit poll infatti confermano che Solinas prenderà meno voti della sua coalizione, e questo significa che gli elettori sardi hanno deciso di esercitare il voto disgiunto accordando la preferenza al centrodestra ma scegliendo Massimo Zedda come governatore. E questo già la dice lunga sulla bontà della candidatura del “Trota Sardo” , che del resto Salvini non ha mai citato nei comizi e il suo nome non compariva nei manifesti della Lega. È comparso solo a Cagliari l’ultimo giorno della campagna elettorale: era sul palco con il ministro del’Interno, per dire poche parole. E Amedeo La Mattina sulla Stampa certifica che anche se molto probabilmente vittorioso, Salvini non è contento:

Insomma, quella del leader leghista non è stata una cavalcata trionfale nonostante si fosse speso anima e corpo per queste elezioni regionali. Ha battuto palmo per palmo la Sardegna, è rimasto nell’isola una settimana, ha riempito le piazze, ha fatto migliaia di selfie. Alla fine chi vince (se Solinas vincerà) ha sempre la ragione dalla sua parte, ma il segretario del partito Sardo d’Azione non ha brillato e se dovesse vincere per uno o due punti di vantaggio si rivelerebbe un mezzo flop per gli obiettivi che Salvini si era prefissato. Il vicepremier leghista è deluso.

Toccava ferro negli ultimi giorni, era scaramantico perché è sempre una cabala centrare un buon risultato in una Regione dove la Lega non ha mai avuto un insediamento tradizionale, fuori da quel nord pieno di consensi leghisti. Ma l’Abruzzo gli aveva dato grandi soddisfazioni. Ora era il turno di un candidato indicato da lui sull’onda di una crescente e straripante crescita registrata da tutti i sondaggi. E invece il nuovo, ennesimo successo potrebbe non esserci o essere deludente. Salvini pensava di uscire dalla Sardegna con una forte spinta propulsiva per le europee. E invece la Lega sarebbe terza dopo i 5 Stelle e il Pd.

Salvini sapeva che Solinas non era una personalità carismatica, anzi la sua era una candidatura spenta. Ma sperava di compensare lui da solo, con la sua presenza in Sardegna. Il boom non c’è stato, così come non è arrivato l’accordo promesso con i pastori sardi. Alla vigilia di elezioni europee che dovrebbero rappresentare e certificare il trionfo della Lega e la sua leadership sul centrodestra questo è il primo scricchiolio dell’era Salvini.

Leggi sull’argomento: Il crollo del M5S alle elezioni in Sardegna

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