Fact checking
Rimborsopoli M5S: i primi dieci nomi delle Iene
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2018-02-13
La trasmissione pubblica sul suo sito i nomi dei parlamentari accusati dalla sua fonte. Cozzolino e Della Valle erano stati già fatti dal M5S
Sono Silvia Benedetti, Massimiliano Bernini, Maurizio Buccarella, Elisa Bulgarelli, Andrea Cecconi, Emanuele Cozzolino, Ivan Della Valle, Barbara Lezzi, Carlo Martelli e Giulia Sarti i primi dieci parlamentari del MoVimento 5 Stelle ad aver falsificato le restituzioni di parte degli stipendi al Fondo per il Microcredito secondo la fonte delle Iene, che pubblicano l’elenco sul loro sito. La senatrice Lezzi oggi ha però smentito di essere implicata nella vicenda, sostenendo che sul suo conto è risultato “respinto” (e non fatto e annullato) un solo bonifico che risale al gennaio 2014, che ha provveduto a rifare.
Rimborsopoli M5S: i primi dieci nomi delle Iene
Per quanto riguarda gli altri, due nuovi nomi, quelli di Ivan Della Valle (non ricandidato) ed Emanuele Cozzolino erano stati fatti sulla pagina Facebook del MoVimento 5 Stelle, accompagnati da poche righe piuttosto bellicose: “Stiamo procedendo con i controlli per mettere fuori dalla porta quelli che non hanno donato tutto quello che avrebbero dovuto. A ognuno di questi è stato chiesto di provvedere immediatamente a versare quanto dovuto. Domani pubblicheremo ulteriori dati”. Anche Elisa Bulgarelli non è stata ricandidata dal MoVimento 5 Stelle.
Il senatore Maurizio Bulgarella ha invece sostenuto stamattina, prima che la sua pagina sparisse da Facebook, di aver annullato i bonifici perché aveva deciso di cambiare conto a causa delle commissioni troppo alte, ma di aver poi dimenticato di farlo (e ha dimenticato anche di rifare i bonifici – per un totale di dodicimila euro – fino a quando Filippo Roma non gli ha chiesto delle rendicontazioni). Andrea Cecconi e Carlo Martelli hanno già ammesso le proprie “colpe” e restituito importi per 21mila e 77mila euro.
L’inchiesta interna, raga
Il Movimento ha fatto sapere di aver avviato un’inchiesta interna: “Stiamo facendo tutte le verifiche” dice il candidato premier e vicepresidente della Camera. “Dal Movimento senz’altro li cacciamo” aggiunge riferendosi ai parlamentari che hanno omesso di versare parte delle proprie indennità al fondo per il Microcredito. “Chi ha violato le nostre regole”, chi ha “tradito i nostri principi sarà cacciato dal Movimento. Chi non risulterà in regola per me è già fuori” ribadisce dopo aver raccontato alla troupe della trasmissione di Mediaset di aver restituito o rinunciato negli ultimi 5 anni a più di 370mila euro. Come lui hanno fatto altri volti noti del movimento, come Danilo Toninelli e Barbara Lezzi.
Al netto dei risultati dell’inchiesta interna il dato di fatto è uno: il MoVimento 5 Stelle non è stato in grado di controllare i “propri” conti sulla questione delle restituzioni, argomento politicamente sensibile e sul quale riversavano gran parte della loro propaganda. Dite che il governo del paese sarà più facile?
Edit: Corrolino scrive su Facebook: “Sono pronto a fare un passo indietro, se mi verrà chiesto, nell’interesse del Movimento 5 Stelle, i cui obiettivi continuo a condividere e per cui sempre mi batterò”. Lo scrive Emanuele Cozzolino in un lungo post su Facebook in cui spiega come sia finito nella vicenda rimborsopoli. Parla di “errore in buonafede” e spiega: “Viste le polemiche di questi giorni e l’uscita del mio nome sulla questione dei versamenti mi è d’obbligo rendere pubblico quanto ho versato fino ad oggi sul fondo del Microcredito. Rivisti i conti in cinque anni sono ben 179.543,26euro”. “Confermo anche che nel 2014, a fronte di problemi personali, ho mancato di versare circa 13.000euro, tra le altre cose una parte di questi sono anche rimasti fermi sul conto stesso che utilizzo per fare le movimentazioni. Avevo intenzione di colmare questi versamenti successivamente ed entro il termine del mio mandato. Ho utilizzato una parte dei soldi che erano in mia piena disponibilità in un momento di difficoltà personale, forse con leggerezza ma con vera intenzione di restituirli”, spiega Cozzolino. “Questa cifra è stata ripianata in questi giorni e ad oggi confermo di aver restituito volontariamente e in toto la cifra sopra indicata: 179.543,26euro, alla quale bisogna ancora aggiungere la rendicontazione di gennaio, febbraio e marzo 2018 che calcolerò appena sarà terminato il trimestre corrente. Il mio contributo complessivo nel fondo del Microcredito è quindi in linea rispetto alla media delle restituzioni degli altri parlamentari e tenderà ai 200.000euro”.
“Ho sempre gestito con molta parsimonia le spese -prosegue Cozzolino- sapendo che tutto ciò che risparmiavo era destinato alle imprese, all’economia reale, ai progetti dei cittadini. Per questo le spese che trovate rendicontate sono effettive e mi hanno sempre impegnato per molte sere nei calcoli, dopo i lavori d’aula: non troverete sistematicamente un importo identico al precedente e quanto dichiarato è pertanto basato su ogni singolo scontrino o fattura emessa. Questo lo devo al movimento e soprattutto agli attivisti con cui ho condiviso tante battaglie e che spero avranno la sensibilità di guardare non solo al dato contabile, ma alla gestione complessiva delle spese”. “Mi preme in sostanza molto più l’essere onesto, non il sembrare onesto. Invito ad una semplice riflessione: chi si è impegnato a restituire una cifra di questa entità, perché dovrebbe mettere a repentaglio la propria reputazione e la possibilità di fare politica in futuro per cifre che in proporzione sono ridicole? Nonostante tutto accetterò le conseguenze. Per questo rispetterò le regole e mi atterrò alle sanzioni che indicheranno i vertici di coordinamento ed i probiviri”. “Non vorrei tuttavia che questo episodio, un errore fatto in assoluta buona fede, cancelli questi 5 anni di lavoro, dedizione e passione. Sono però pronto a fare un passo indietro, se mi verrà chiesto, nell’interesse del Movimento 5 Stelle, i cui obiettivi continuo a condividere e per cui sempre mi batterò. A breve pubblicherò un report con tutte le ricevute dei versamenti che ho effettuato”, conclude.
Edit: Massimiliano Berni annuncia querela a Le Iene:
ANNUNCIO QUERELA ALLA TRASMISSIONE “LE IENE”
Apprendo che il mio nome è stato inserito tra coloro che hanno “falsificato le restituzioni”.
Sto cercando di caricare gli storici della Banca Etica in formato PDF sul mio profilo Facebook per dimostrare la mia totale estraneità ai fatti che mi vengono imputati.
Ad oggi ho riconsegnato (come donazione volontaria):
– 18.884,55 euro al FONDO PER L’AMMORTAMENTO DEI
TITOLI DI STATO– 315.607,62 euro CONTO STATALE PER IL MICROCREDITO
ALLE PICCOLE IMPRESEPer un TOTALE DI 334.492,17 euro
In questi 5 anni non ho mai mancato o falsificato un bonifico. Le Iene ne risponderanno nelle sedi opportune.
EDIT3: Anche Elisa Bulgarelli scrive che sarà tutto chiarito:
EDIT 4 14 febbraio 2018: Silvia Benedetti su Facebook scrive:
In questa foto ecco il resoconto, timbrato dalla mia banca, di tutti i bonifici che ho fatto all’IBAN IT61Z0100003245348018369300 intestato al Conto Statale per il microcredito alle piccole imprese. Sono 151566,44 euro.
Sto aspettando il resoconto dei bonifici versati all’altro IBAN IT77X0100003245348010333000 intestato al Fondo per l’ammortamento dei titoli di Stato, che pubblicherò appena me lo manderanno.
I primi tre mesi del 2013 infatti ho fatto bonifici per 13810,90 euro.
In cinque anni da deputata ho versato 165377,34 euro. Soldi che fanno parte dello stipendio e dei rimborsi di ogni parlamentare che noi del Movimento Cinque Stelle abbiamo deciso di restituire dimostrando che la politica può essere fatta anche con meno soldi.
Ho commesso alcuni errori formali nella rendicontazione degli ultimi mesi, errori per i quali mi assumo la piena responsabilità.
Non ho rubato un centesimo di soldi pubblici e non ho fatto alcuna furbata per intascarmi nulla. Mi rimetto alle eventuali decisioni che verranno prese e continuo a riconoscermi nel mio percorso e nel lavoro fatto in questi anni con il Movimento Cinque Stelle.
Leggi sull’argomento: Rimborsopoli e non solo: tutto quello che non torna nelle rendicontazioni a 5 Stelle