Di cosa parlerà l’inchiesta di Report su Juventus e ‘Ndrangheta

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-10-04

Il programma di Sigfrido Ranucci ha annunciato la messa in onda il 22 ottobre di un servizio che punterà a fare luce sui rapporti tra la dirigenza bianconera e alcune frange del tifo organizzato che operano nel bagarinaggio e sono vicine ad ambienti mafiosi. Si tratta in parte di quanto emerso dall’inchiesta Alto Piemonte che ha rivelato l’esistenza di un sistema di gestione della vendita dei biglietti da parte degli ultras

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«Cosa c’è dietro il misterioso suicidio di un ultrà juventino? Un’avvincente inchiesta dove si intrecciano i rapporti tra spie, ultrà, mafia e calciatori. Documenti inediti svelano l’ipocrisia di prestigiosi dirigenti del nostro calcio». Cosi su Twitter l’account di Report ha annunciato la messa in onda di un servizio sulla morte dell’ultras juventino Raffaello Bucci diventato poi consulente per la sicurezza della biglietteria della Juve e deceduto nel luglio del 2016 dopo essersi gettato da un viadotto a Fossano. Il servizio sui rapporti tra il club bianconero e la ‘Ndrangheta, al centro dell’inchiesta Alto Piemonte, andrà in onda il 22 ottobre.

La Juventus, la ‘Ndrangheta e il suicidio di Raffaello Bucci

Al di là dell’annuncio esplosivo dietro al servizio di Report c’è la storia, ormai piuttosto nota, dell’inchiesta sulla presenza delle ‘ndrine a Torino e in Piemonte. Uno dei filoni dell’inchiesta (e del successivo processo) ha riguardato le presunte infiltrazioni dei boss all’interno della tifoseria organizzata della Juventus per acquisire il controllo del business del bagarinaggio. Il processo d’appello si è concluso nel luglio scorso con quattordici condanne e un’assoluzione. Nel mezzo c’è stata l’audizione del Presidente della Juventus Andrea Agnelli alla Commissione Antimafia.

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Successivamente Agnelli è stato deferito  dalla procura federale assieme al security manager del club Alessandro D’Angelo, il cui nome viene fatto (ma non è indagato) nelle carte dell’inchiesta. Agnelli venne condannato ad un anno di inibizione per «non aver impedito a tesserati, dirigenti e dipendenti della Juventus di intrattenere rapporti costanti e duraturi con i gruppi ultras, anche per il tramite e il contributo fattivo di esponenti della malavita organizzata» e per aver «partecipato personalmente. in alcune occasioni, a incontri con esponenti della malavita organizzata». Circostanza che Agnelli ha sempre negato ma che secondo gli inquirenti risulta da alcune intercettazioni.

Il suicidio di Raffaello “Ciccio” Bucci risale al 7 luglio 2016 il giorno dopo il suo interrogatorio come testimone davanti ai pubblici ministeri che indagavano sui rapporti tra tifosi e criminalità organizzata, interessata al business del bagarinaggio. Fu in quell’occasione che i PM chiesero a Bucci di raccontare del suo rapporto con  Rocco Dominello (ultras dei Drughi considerato dagli inquirenti un esponente della cosca Pesce-Bellocco di Rosarno) che poi sarà condannato in primo grado a 7 anni e nove mesi di carcere.

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Raffaello “ciccio” Bucci

Due giorni dopo il suicidio di Bucci un dipendente dell’Agenzia informazioni e sicurezza esterna (AISE) rivelò ai pm torinesi Monica Abbatecola e Paolo Toso che l’ultras era anche un confidente dei servizi segreti (dal 2010 al 2015). Sempre il giorno della morte di Bucci ci fu un un improvviso black-out del servizio di intercettazione della procura di Torino, che stava ascoltando le chiamate dell’uomo.

Beppe Marotta e Rocco Dominello

Report però parte da qualche anno prima prima. Precisamente dall’ottobre del 2013 quando, in occasione di Juve-Real Madrid, l’allora direttore sportivo della Juventus Beppe Marotta cede cinque biglietti della sua riserva personale a Rocco Dominello, figlio del boss della ‘Ndrangheta. Report nell’anteprima del servizio ha pubblicato uno scambio di messaggi tra Marotta e un intermediario di Dominello che aveva l’incarico di prelevare i biglietti.

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Beppe Marotta e Rocco Dominello

In seguito Marotta si incontrerà proprio con Dominello che gli avrebbe chiesto di “provinare” alle giovanili della Juventus un ragazzo che Report rivela essere Mario Bellocco, il figlio di Umberto Bellocco un esponente di spicco del clan di Rosarno Pesce-Bellocco. Alla fine il ragazzo non viene preso. All’incontro partecipò anche Fabio Germani, presidente di «Bianconeri d’Italia», che venne arrestato con l’accusa di associazione di stampo mafioso per aver introdotto Dominello all’interno degli ambienti societari bianconeri. Germani è stato assolto in primo grado e condannato a 4 anni e 5 mesi in appello.

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La storia della Juventus e della ‘Ndrangheta è iniziata  il 16 giugno 2016, quando si cominciò a raccontare di alcuni boss della ‘ndrangheta che volano dalla Calabria a Torino per guardare gratis, allo stadio, la partita della Juventus. L’episodio compare nelle quasi cinquecento pagine della sentenza San Michele, il processo sulla presenza nel capoluogo piemontese delle ‘ndrine crotonesi terminato nel dicembre 2015 con 11 condanne. Nelle carte della sentenza sul processo Alto Piemonte si parla di un “sistema” gestito dal tifo organizzato per il controllo del bagarinaggio e la relativa la vendita dei biglietti. Nell’inchiesta e nel relativo processo non venne indagato nessun dirigente juventino. A fine settembre Beppe Marotta ha rassegnato le proprie dimissioni. Nell’ultima parte dell’anteprima del programma condotto da Sigfrido Ranucci l’inviato di Report cerca di avvicinare Marotta al CONI per chiedere una dichiarazione sulla morte di Bucci.

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