Fact checking
Chi paga i danni per le Regionarie M5S in Sicilia?
di Alessandro D'Amato
Pubblicato il 2017-09-21
La penale dei “contratti” grillini per i traditori è di 250 mila euro. Gli avvocati che si occupano delle cause degli iscritti sono pronti a chiederli, a Roma come in Sicilia. E a questo punto rimane una domanda: chi dovrà mettere mano al portafogli per onorare l’eventuale conto?
Non sarà sfuggita ad alcuni di voi che il post con cui il blog di Beppe Grillo annunciò che se ne fregava delle determinazioni del tribunale civile di Palermo parlava di Giancarlo Cancelleri in terza persona ma era firmato dallo stesso Giancarlo Cancelleri.
Chi paga i danni per le Regionarie M5S in Sicilia?
Al lettore distratto quindi pareva che Cancelleri stesse confermando Cancelleri come candidato governatore siciliano, con la piena e completa approvazione di Cancelleri. Cosa ci sia dietro questo curioso atto di onanismo confermativo è un un indovinello avvolto in un mistero all’interno di un enigma, come diceva Churchill.
Ma un indizio sul motivo di questa peculiarità, quando ad esempio nel caso Cassimatis a firmare il post fu Beppe Grillo in pirzona pirzonalmente, si può desumere da un paio di interviste rilasciate dall’avvocato Lorenzo Borré in relazione alla vicenda di Mauro Giulivi, che ha causato la sospensione dell’esito delle Regionarie del M5S in Sicilia disposta dal giudice e ignorata dal movimento che dice di avere a cuore la legalità. «Per il mio assistito — scandisce il legale a Repubblica Palermo — il risarcimento non è l’obiettivo primario. Giulivi vuole ancora ottenere la riammissione in lista». Una riammissione che a questo punto sembra però improbabile. Così come sembra improbabile che il M5S riesca con il suo ricorso a cambiare le determinazioni del giudice dopo averle ignorate.
La causa per danni
Ecco allora che Giulivi non sarà candidato alle Regionarie in Sicilia ma potrà chiedere i danni per l’atteggiamento dei vertici del M5S nei confronti delle sue richieste. «La penale prevista per il mancato rispetto del codice etico è di 250mila euro. Quello sarebbe un parametro per il risarcimento dei danni provocati dall’esclusione dalla lista», ha detto Borré a Repubblica Palermo. Ma lo stesso avvocato a La Stampa, parlando anche di altre cause gestite per conto di iscritti M5S cacciati o vessati (Canino, Motta), ha detto qualcosa di più:
Cosa può succedere ora sulle “primarie” per Di Maio candidato?
«Moltissimi iscritti mi hanno contattato. C’è un grande fermento, una questione giudiziaria nel Movimento. Non so naturalmente se poi faranno causa».
Nei risarcimenti danni chi è che pagherebbe?
«Chi ha agito in nome e per conto del Movimento».
Quindi il capo politico.
«Certo».
Ecco perché Grillo vuole spogliarsi della veste di «capo».
«Questo non posso dirlo io. A me le ragioni sono oscure»
Ora, posto che ad esempio i 250mila euro di cui si parla per il caso Canino sarebbero frutto di una situazione molto diversa da quella di Giulivi, perché Canino aveva vinto le comunarie M5S e poi alla fine non è stato messo in lista, mentre Giulivi aveva vinto le comunarie per Palermo ma non aveva partecipato (perché escluso in maniera illegittima, dice il tribunale) alle Regionarie, forse l’entità dei danni riconosciuta dal tribunale sarà molto inferiore (nell’ordine del 10% della richiesta) nel caso siciliano. Ma il dubbio qui rimane come nel caso degli (eventuali) 250mila di Roma: se a fare un errore è il MoVimento 5 Stelle, chi paga per l’errore commesso? Il capo politico (all’epoca, Beppe Grillo)? Colui che ha preso la decisione? L’associazione Movimento 5 Stelle o l’associazione MoVimento 5 Stelle?