Di Maio e «l’offerta che non si può rifiutare» ai disoccupati del Reddito di Cittadinanza

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-01-16

Il ministro del Lavoro ieri a Di Martedì ha spiegato che è meglio non dire di no alla prima offerta di lavoro, perché prima vi manda la Finanza a casa e poi vi minaccia di farvene trovare una dall’altra parte del Paese. Capito come funziona la Manovra del Popolo?

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Il bisministro del Lavoro Luigi Di Maio ieri ospite a Di Martedì ha graziosamente deciso di fornire qualche informazione aggiuntiva sull’appassionante saga del Reddito di Cittadinanza. La misura grazie alla quale il governo già tre mesi fa ha abolito la povertà ma che nei fatti manca ancora della legge che la rende operativa rimane ancora un piccolo mistero. E così ogni qualvolta un ministro del M5S va in televisione ne si approfitta per chiedere come sarà questo famoso Reddito di Cittadinanza.

Luigi Di Maio e il Reddito di Cittadinanza che combatte il lavoro nero

Il vicepremier ieri era in vena di confidenze, come sempre quando si trova davanti ad una telecamera, e ha rivelato che visto che chi prenderà i 780 euro RdC «dovrà spenderlo entro il mese significa che andrà a spendere nelle piccole imprese e nei piccoli esercizi commerciali e potranno aumentare i posti di lavoro». Ovviamente non c’è alcun nesso logico, a meno che il governo non imponga di spendere il Reddito solo in alcuni negozi e non in altri non è affatto scontato che quei soldi non finiscano nelle casse della GDO che – al pari dei piccoli esercizi commerciali – dà lavoro agli italiani. Anzi, è improbabile che un piccolo esercizio commerciale, magari a conduzione familiare, assuma nuovi dipendenti se vede aumentare il volume d’affari. Questo funziona nelle vignette di Marione, non nell’economia reale.

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Pensare che ci possa essere un nuovo boom economico grazie al RdC e alla Manovra del Popolo è una visione decisamente ottimistica. Ma Di Maio ha voluto regalarci anche altre preziose informazioni. Ad esempio ha detto che il Reddito andrà a chi ha la residenza in Italia da 10 anni «perché deve andare agli italiani il Reddito di Cittadinanza» ma in realtà i 780 euro al mese andranno anche ai cosiddetti “lungo soggiornanti”, che sono stranieri.

Di Maio e la presunzione di colpevolezza dei disoccupati

Il reddito di Cittadinanza secondo il vicepremier è anche uno strumento di emersione dal lavoro nero.  Perché, ha aggiunto Di Maio, «se entri nel programma del Reddito noi praticamente ti facciamo delle offerte di lavoro, qualcuno ha criticato dicendo “ma la prima offerta di lavoro perché dovrebbe rifiutarla?” tu gli fai un’offerta di lavoro a 100 chilometri da casa, la deve accettare». E così andrà secondo il ministro «per due ragioni: la prima è perché se la rifiuta mi fa pensare che sta lavorando in nero e parte subito il controllo della Guardia di Finanza e dell’Ispettorato nazionale». Insomma se un disoccupato osa rifiutare una proposta di lavoro lo Stato e il governo del Popolo applicheranno la famosa norma della presunzione di colpevolezza e sottoporranno la persona (o la sua famiglia?) ad un’accurata indagine per verificare che non si tratti di un lavoratore in nero o di un furbetto.

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La seconda ragione enunciata da Di Maio invece dimostra il carattere minatorio con cui è concepita la norma: «se invece la rifiuta semplicemente perché non crede in quella proposta la seconda è a 250 km, la terza è in tutta Italia quindi gli conviene accettare la prima e così gli italiani non pagano più il Reddito di Cittadinanza a quella persona». È già stato fatto notare che quelli che si lamentavano della “deportazione” degli insegnanti siano disposti a minacciare di deportare un disoccupato in tutta Italia pur di raggiungere l’obiettivo. Che non è quello di far trovare un lavoro a chi non ce l’ha, ma quello di abbassare il più rapidamente possibile i costi del Reddito di Cittadinanza. Non si spiega altrimenti come sia possibile per uno dei navigator precari procedere alla riqualificazione del disoccupato se questo è poi costretto ad accettare la prima proposta di lavoro che gli viene fatta. Senza contare che in questo modo non si dà altra scelta a chi percepisce il RdC di accettare i classici “lavoretti” magari precari. Infine vista la naturale sovrabbondanza di posti di lavoro nel nostro Paese non si capisce quale proposta di lavoro possa mai arrivare. Il problema è che il governo si sta rendendo conto che il Reddito di Cittadinanza non è la panacea ai mali del mercato del lavoro italiano che aveva promesso ai cittadini. Ed invece di intervenire con politiche strutturali preferisce fare come la nonna che ti dà la mancia per tirare avanti finché non trovi un lavoro, uno qualsiasi.

Leggi sull’argomento: Reddito di cittadinanza, l’assegno medio di 391 euro?

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