La colossale balla di Di Maio su Poste che stampa le tessere per il Reddito di Cittadinanza

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-11-29

Il ministro del Lavoro “chiarisce” il giallo delle tessere per il RdC spiegano che ha dato mandato al suo staff di parlare con Poste Italiane per la stampa delle tessere. Le tessere quindi “non sono già in stampa” come annunciato da Di Maio e da Castelli nei giorni scorsi. Mancano infatti alcuni dettagli di poco conto come la lista dei beneficiari e uno straccio di atto amministrativo che dia a Poste l’appalto per la gestione del servizio

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Luigi Di Maio ha “chiarito” poco fa il mistero delle tessere del Reddito di Cittadinanza che secondo quanto annunciato qualche giorno fa a Piazza Pulita e ribadito ieri dalla viceministra Laura Castelli a Otto e Mezzo sarebbero già in stampa. A quanto è dato di sapere sono circa “cinque o sei milioni” le tessere che si stanno stampando in una tipografia segreta. Grazie alla proverbiale trasparenza del vicepremier oggi sappiamo anche chi ha avuto il mandato di farlo: Poste Italiane.

Luigi Di Maio smentisce Luigi Di Maio e Laura Castelli

A rivelarlo, come nelle migliori telenovelas, è stato il Capo Politico del M5S che a Bruxelles ha spiegato ai giornalisti che «visto che sul reddito c’è questo giallo delle tessere di cui si parla in Italia, ci tengo a dire che io già da due settimane ho dato ordine al mio staff di lavorare con Poste per avviare tutto il progetto del reddito di cittadinanza, che include anche la stampa delle tessere. Quindi, non c’è nessun giallo sulle cosiddette carte di credito per la spesa del reddito». Tutto chiarito, saranno le Poste a stampare tutto. Anzi sono già quindici giorni che “lo staff” del Ministero (quello del Lavoro o quello dello Sviluppo Economico) sta lavorando con Poste Italiane. Laura Castelli ieri sera però aveva detto che stava lavorando con Di Maio alla cosa, e la castelli lavora al Ministero dell’Economia. Non solo: sia Di Maio che la Castelli hanno detto che le tessere sono già in stampa. Oggi Di Maio dice che ci sono stati dei contatti con Poste per la stampa. Che quindi ancora non è iniziata.

C’è poi una domanda più interessante: perché e in base a quale atto è stato deciso di affidare la stampa delle tessere a Poste? Da un punto di vista della logica pentastellata il ragionamento “fila” perché qualche tempo fa la Castelli tirò fuori la storia delle tessere (fino a quel momento si parlava di un’App) spiegando che sarebbero state una cosa come il bancomat delle Poste (non si sa se come il Postamat o la PostePay). Ma non funziona così, perché non si tratta di tessere “normali” (ovvero un bancomat) ma di tessere che devono essere associate a ben precisi beneficiari e ad un eventuale conto corrente. Beneficiari che però non sono ancora stati individuati perché, come ha detto Di Maio, per farlo servirà prima che venga messo online il sito Internet su cui presentare la richiesta. Quindi a meno che poste non stia stampando dei banalissimi ed inutili “pezzi di plastica” a forma di scheda tutta l’operazione è una colossale fake news diffusa da due autorevoli membri dell’esecutivo e non corroborata da alcun dato di fatto.

Davvero Poste sta stampando le tessere?

Il problema è che, per quanto Poste Italiane sia controllata al 60% dal Ministero dell’Economia e delle Finanze per poterle affidare l’incarico di stampare le tessere serve quanto meno un atto amministrativo del governo o del ministero. Sarebbe meglio se non si trattasse di un affidamento diretto (visto il costo complessivo pare improbabile) ma almeno ci fosse un bando, una gara d’appalto: una procedura trasparente. Anche perché non si sta parlando solo della stampa delle tessere ma evidentemente – se tutto è come dice Di Maio – Poste avrà in mano anche la gestione del circuito di distribuzione del Reddito di Cittadinanza. Altrimenti perché fare stampare le tessere proprio a Poste e non all’Istituto Poligrafico Zecca dello Stato?

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Credits: Il comitato di conciliazione via Facebook.com

Non stiamo parlando di poche decine di euro. A tal proposito non risulta che si possa procedere come ha detto di aver fatto Di Maio, ovvero ordinando “allo staff” di contattare le Poste e avviare la stampa delle tessere. A meno ovviamente che Luigi Di Maio non sia l’Ad di Poste Italiane. E non lo è. Riguardo ai costi poi non si sa quanto abbia speso lo Stato (e quindi i cittadini) per questa operazione avviata con un annuncio televisivo e non con un atto formale.

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Durante la seduta di oggi della Commissione Bilancio della Camera i deputati PD hanno chiesto di conoscere in base a quale atto di legge o amministrativo sia stato deciso di affidare a Poste la stampa delle tessere. La verità ovviamente è che non c’è nessun atto amministrativo perché “lo staff” di Di Maio ha semplicemente aperto un tavolo tecnico di lavoro con Poste per studiare la fattibilità dell’operazione. Lo si capisce leggendo tra le righe della dichiarazione di Di Maio e la notizia è stata confermata a Il Post da Poste Italiane.

Leggi sull’argomento: Quello che Di Maio e Castelli non vi hanno detto sulla tipografia dei segreti

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