Come Giuseppe Conte vuole rivoluzionare il MoVimento 5 Stelle

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-03-08

Una leadership senza vincoli. Meno populismo e una strategia che punta tutto sul non logoramento della sua figura

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La telefonata tra Giuseppe Conte e Nicola Zingaretti è l’anticipo della strategia dell’ex Presidente del Consiglio che, a breve, sarà nominato ufficialmente capo politico del M5S. E, come accade per ogni cambiamento, la nuova guida pentastellata porterà con sé una vera e propria rivoluzione interna ed esterna. Il Corriere della Sera rivela il piano Conte per i MoVimento che verrà, quello che – come spiegato dal garante Beppe Grillo – ha un obiettivo scritto in una data: 2050.

Il piano Conte per il suo MoVimento 5 Stelle

“Vedi, Nicola, quello che sta capitando a te mi ha aperto ancora di più gli occhi. È giusto che in un partito o in un movimento ci siano opinioni diverse ma chi è chiamato a guidarlo non può diventare il destinatario di un perenne logoramento interno, come sta succedendo a te. Io sto preparando questo piano per la rifondazione del M5S ma mi sono lasciato le mani libere. Se lo accettano integralmente, bene. Altrimenti…”. Puntini di sospensione che rappresentano l’aut aut del piano Conte per la sua leadership del MoVimento 5 Stelle.

La strategia passa per le interlocuzioni interne. Come riporta il Corriere della Sera, infatti, negli ultimi giorni il telefono dell’ex Presidente del Consiglio è stato molto attivo: lunghe chiacchierate con Beppe Grillo, ma anche con Luigi Di Maio e altri big del Movimento 5 Stelle. E le condizioni per accettare la leadership pentastellata passano dai famosi “patti chiari e amicizia lunga”: dalla “carta dei valori” che stabilirà, a tavolino (ma non quello fisico della sua conferenza stampa di addio a Palazzo Chigi), una svolta meno populista e più liberale, a una piattaforma programmatica che dovrà trasformare il MoVimento nel partito ambientalista di massa (cosa che, finora, è stato solo sulla carta. Ma c’è di più.

L’aut aut

Come spiega il Corriere della Sera, il punto focale del piano Conte  gira attorno a “un’idea di governance quasi notarile, dove dirige chi è chiamato a dirigere e comanda chi è chiamato a comandare, e cioè lui. Dal «direttorio» al «direttore», tanto per capirci. E il pacchetto va accettato per intero”. Ora la palla passa a Beppe Grillo, grande sponsor dell’ex Presidente del Consiglio.

(foto: IPP da video Firenze, Università degli Studi)

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