Rosy Bindi vuole sciogliere il Partito Democratico

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-09-30

La proposta choc dell’ex presidente Dem in un’intervista a La Stampa

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La responsabilità della sconfitta del Partito Democratico e del centrosinistra da cosa dipende? A distanza di qualche giorno dal voto L’ex presidente Dem Rosy Bindi fornisce la sua analisi in un’intervista a La Stampa in cui elabora anche una soluzione radicale: sciogliere il PD.

Rosy Bindi vuole sciogliere il Partito Democratico

“La sconfitta del centrosinistra ci accomuna tutti e viene dal lontano. Non c’è stata condivisione di un progetto politico che unisse ai valori del nostro campo la cultura di governo. E che sapesse interpretare l’esigenza di un radicale cambiamento che la situazione impone”, spiega Bindi che continua: “Da una parte il Pd ha preferito rimanere al governo anche in momenti in cui sarebbe stato meglio andare a votare…” e “così facendo, non si è mai dedicato a se stesso. Prendiamo la scalata renziana: mai è stata elaborata. C’e’ una classe dirigente che mi sono chiesta spesso perché stia insieme”.

Dopo aver elencato i problemi del Partito Democratico Bindi passa alla proposta, francamente choc: “Essere tutti pronti a mettersi a disposizione, fino allo scioglimento dell’esistente, per costruire un campo progressista coinvolgendo quelle realtà sociali che già interpretano il cambiamento e non trovano rappresentanza politica”. E per essere ancora più chiara alla domanda “Sta pensando allo scioglimento del Pd?”, risponde un secco “Sì. E ci risparmi la resa dei conti interna, perchéla ritualità del congresso è ormai accanimento terapeutico”.

Poi l’ex presidente dem si toglie un sassolino dalla scarpa: “Quando Letta divenne segretario, mi permisi di dargli un consiglio: il Pd sostenga con lealtà il governo Draghi, ma non si dica al Paese che questo è il nostro governo. Il Pd non doveva identificarsi con l’agenda Draghi, ammesso che sia mai esistita, perché si trattava di un governo di larghe intese. Bisognava garantire lealtà, sì, ma guardando al futuro. Come sulla guerra: non doveva esserci nessun dubbio da che parte stare, ma come starci forse sì, per esempio rivendicando l’autonomia dell’Europa nell’Alleanza atlantica. Se ti appiattisci sul governo Draghi, è naturale che non puoi fare alleanze con chi lo fa cadere”.

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