“Non si capisce più chi abbia torto”, Feltri dice che Zelensky è uguale a Putin

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-10-11

L’editoriale del fondatore di Libero in cui si accusa il Presidente ucraino di non fare nulla per fermare la guerra

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Sono passate poche ore dai nuovi e continui attacchi missilistici della Russia contro moltissime città ucraine, eppure c’è chi quasi “giustifica” la reazione del Cremlino all’esplosione del ponte che collega i territori della Federazione russa alla Crimea. Tra loro c’è anche Vittorio Feltri che, nel suo editoriale pubblicato su Libero, paragona il comportamento e l’atteggiamento di Zelensky a quello di Vladimir Putin. E a rispondergli è persino Alessandro Sallusti, direttore del quotidiano fondato proprio da lui.

Vittorio Feltri dice che Putin e Zelensky sono uguali

Secondo Vittorio Feltri, infatti, non ci sarebbe più un confine ben delineato per capire a chi affibbiare le colpe di quel che sta accadendo in Ucraina. Riconosce che il tutto sia partito dalla furia bellicista del numero uno del Cremlino, ma sostiene che la resistenza (con risposta) dell’Ucraina abbia messo sullo stesso piano Putin e Zelensky.

“Qui non si capisce più chi abbia torto. Probabilmente entrambi i contendenti. Sappiamo che è stata Mosca ad aggredire i vicini di casa, ma sappiamo anche che questi ultimi non hanno fatto nulla per placare i nemici cercando di evitare il disastro in atto. Sappiamo che Putin si comporta come un pazzo sanguinario e con tutta la buona volontà non possiamo essere dalla sua parte. Ma sappiamo altresì che Zelensky non è un pulcino bensì un galletto dal becco pungente”.

Insomma, secondo Vittorio Feltri l’Ucraina ha sbagliato a reagire colpendo un’infrastruttura strategica come il ponte in Crimea. Atto che, poi, ha provocato i nuovi bombardamenti a pioggia su numerose città. Ma a placare il parallelismo esasperato del fondatore di Libero ci ha pensato Alessandro Sallusti che nella sua replica ha riportato alla memoria un fatto storico risalente alla seconda Guerra Mondiale:

“Ovvio che se sfidi Putin facendo saltare in aria il ponte simbolo del suo potere poi quello si infuria e ti fa un mazzo tanto. Certo, ovvio, come era ovvio che se dei partigiani rossi non avessero fatto saltare in aria una innocua banda di soldati tedeschi che durante l’occupazione nazista di Roma passeggiava per via Rasella non ci sarebbero state le fosse Ardeatine, una rappresaglia costata 335 morti civili innocenti”.

Al netto degli epiteti utilizzati, Sallusti porta alla luce un parallelismo: non si può reagire a un crollo di un ponte bombardando i civili. Come invece già accaduto nella storia.

(da “Accordi&Disaccordi” sul Nove)

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