Il naufragio dei Navigator contro l’iceberg Di Maio

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-03-13

Non saranno più seimila (o diecimila) come raccontava Di Maio ma appena tremila e il loro compito sarà quello di fornire “assistenza tecnica” ai centri per l’impiego. Ovvero un’attività che già svolgono i lavoratori – precari – di Anpal Servizi. Come faranno i tremila navigator a seguire i circa 900 lavoratori pro-capite che gli spettano e trovare per ciascuno di loro almeno tre proposte di lavoro “congrue”?

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Nei mesi scorsi il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio ha spiegato a tutti che i navigator assunti per aiutare i percettori del Reddito di Cittadinanza a trovare lavoro sarebbero stati diecimila. Il ministro aveva dichiarato che le assunzioni saranno di due tipi «4 mila persone per le regioni, e 6mila per lo Stato centrale».  Ora però i numeri cambiano. Nella proposta presentata dal governo alla Conferenza Stato-Regioni si parla di tremila navigator, assunti con contratto di collaborazione e quindi precari.

I navigator dimezzati

I navigator saranno quindi la metà di quanto annunciato. Non è proprio una sorpresa visto che in base all’ammontare dello stanziamento per il 2019 c’era chi aveva calcolato che era sufficiente per coprire le spese di assunzione di circa 4.500 navigator. Eppure Di Maio aveva continuato ad insistere parlando di «10 mila assunzioni per i navigator, che sono i tutor che seguono chi prende il reddito di cittadinanza. Li assumeremo subito, faremo dei colloqui con l’impegno di stabilizzarli con un contratto che riguarda la collaborazione con l’Agenzia nazionale per le politiche attive per il lavoro». La domanda che tutti si fanno oggi è: basteranno tremila navigator per seguire tutti coloro che avranno diritto al RdC e aiutarli a trovare un lavoro?

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La risposta, per ora, sembra essere no. Una ragione l’ha data Francesco Seghezzi di ADAPT su Twitter. Nell’emendamento proposto dalla Conferenza delle Regioni vengono definiti i compiti dei navigator e si legge che dovranno “svolgere le azioni di assistenza tecnica alle Regioni e alle Province autonome”. Lo ha ribadito anche il Presidente della Liguria (e vicepresidente della Conferenza delle Regioni) Giovanni Toti che ha precisato che i tremila navigator «saranno assunti da Anpal per l’assistenza tecnica e successivamente ci saranno dei concorsi su base regionale». In poche parole saranno poco più che dei tecnici di supporto quando invece dovrebbero essere uno degli attori principali del maestoso piano per risolvere il problema della disoccupazione. Piano che comprende anche la riforma dei centri per l’impiego, senza la quale la fase “operativa” del Reddito di Cittadinanza non può iniziare.

Come faranno i navigator a fare quello che Di Maio ha promesso?

In quanto “tecnici” al servizio delle Regioni i navigator potrebbero perdere una delle loro qualità principali: il contatto diretto con i disoccupati da collocare sul mercato del lavoro tramite le famose tre proposte che non si possono rifiutare. Ed è logico, il numero degli “accompagnatori” degli aventi diritto al RdC è troppo basso per riuscire a seguire ogni singolo utente. Secondo l’Istat infatti la platea dei percettori del RdC sarà di circa 2,7 milioni di persone ed è sufficiente un rapido calcolo per capire che con appena 3.000 navigator le cose non potranno andare come previsto dal presidente di Anpal Servizi Mimmo Parisi nel suo famoso paper.

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Come faranno i tremila navigator a seguire i circa 900 lavoratori pro-capite che gli spettano e trovare per ciascuno di loro almeno tre proposte di lavoro “congrue”? Rimane un mistero. Anche perché di mezzo c’è il fattore tempo, ovvero la durata del sussidio. Anche perché non si capisce come il ruolo di assistenza tecnica ai servizi regionali possa conciliarsi con il piano secondo il quale i navigator dovrebbero avere il compito di accompagnare passo passo i disoccupati verso un’assunzione. Ad esempio in Lombardia verranno assunti 300-500 navigator che dovranno occuparsi di trovare lavoro ai disoccupati di tutta la Regione. E non è finita qui perché secondo alcune dichiarazioni fatte nei mesi precedenti da Di Maio i navigator avranno anche la responsabilità di controllare che chi percepisce il RdC sia effettivamente impegnato nella formazione, in lavori socialmente utili e nella ricerca di un lavoro. In poche parole i navigator serviranno anche a evitare che ci siano persone che “se ne stanno sul divano” con il RdC.

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Dulcis in fundo all’orizzonte si profila una desolate guerra tra precari all’interno di Anpal. La racconta il Messaggero di oggi che spiega come tra i precari che già lavorano per l’Agenzia Nazionale Politiche Attive Lavoro – 651 di cui 120 con contratto a tempo determinato e i restanti a Co.Co.Co. – ci sia chi teme la concorrenza dei nuovi Co.Co.Co. assunti senza un concorso pubblico per svolgere i compiti di assistenza tecnica ai centri per l’impiego che già svolgono.

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