Mattia Santori spiega perché le Sardine non diventeranno mai un partito politico

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-12-09

«Questi sondaggi fotografano l’interesse nei nostri confronti, ma non la partecipazione effettiva. A noi importa solo quella. Quante persone fisicamente si avvicinano a noi. Quanti ci mettono la faccia e il corpo. Sabato ci aspettiamo una risposta vera da Roma e dal Lazio. Nel resto d’Italia è successo. Ma a Piazza San Giovanni deve accadere qualcosa di grande»

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Mattia Santori, uno dei quattro ragazzi che hanno organizzato la prima manifestazione delle Sardine al Paladozza di Bologna, parla oggi con Goffredo de Marchis del sondaggio di Repubblica che attribuisce risultati lusinghieri al movimento spiegando che non hanno interesse a diventare un partito politico:

«Questi sondaggi fotografano l’interesse nei nostri confronti, ma non la partecipazione effettiva. A noi importa solo quella. Quante persone fisicamente si avvicinano a noi. Quanti ci mettono la faccia e il corpo. Sabato ci aspettiamo una risposta vera da Roma e dal Lazio. Nel resto d’Italia è successo. Ma a Piazza San Giovanni deve accadere qualcosa di grande, altrimenti chi ha manifestato nelle altre città si sentirà solo. Per chi sta impigrito sul divano è arrivato il momento di alzarsi, di smetterla di pensare che il problema riguarda altri, che sia ancora il momento di delegare. I numeri che avete pubblicato ci dicono che Salvini cala ma Fratelli d’Italia cresce. Non mi pare sia un partito simile alla Dc, né che la Meloni assomigli a De Gasperi. Il problema rimane. Però un aspetto positivo nel sondaggio c’è».

Ci mancherebbe altro.
«Significa che non veniamo visti solo come un movimento anti-Salvini. Siamo invece un movimento a difesa di qualcosa che dovrebbe preoccupare tutti: un linguaggio più rispettoso che non ha bisogno di trucchetti, la ricostruzione di un tessuto democratico. In un’Italia che si sta sgretolando dovremmo essere tutti più coesi. Mi rendo conto che a Bologna è più facile far passare questo messaggio. Ma cresciamo anche altrove».

 

salvini sardine lega paladozza - 5
via Facebook.com

Però lo slogan l’Emilia non si lega è uno slogan contro.
«Vuole dire che l’Emilia non abbocca a un certo linguaggio politico».

Se vi muovete solo nel terreno del centrosinistra potete rimescolare i voti ma il bacino rimane uguale.
«Questo è il grande tema. Il centrodestra fa finta di essersi ritrovato. Le piazze che noi riempiamo però sono uno spaccato variegato della società. Molto più potente e molto più attivo della mobilitazione di un partito. Dimostrano a chi pensava di non avere rivali che un rivale esiste. Negli eventi delle Sardine si ritrovano omosessuali e cattolici, comunisti e centristi, 5 stelle e moderati di Forza Italia, renziani e militanti del Pd, ma c’è soprattutto tanta gente che era assente dalla scena politica. È la chiave di questo successo. Un senso di unità. Non di fronte a un nemico comune come è il governo giallo-rosso, ma in difesa di un confronto equilibrato, di regole di convivenza civile. Poi verranno le tattiche, i leader, la politica. Intanto riceviamo l’apprezzamento dell’Anpi e delle associazioni cattoliche, degli animalisti e dei sindacati. Gente a cui sta a cuore il nostro destino democratico».

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