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Matteo Renzi News, l'affaire si ingrossa

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-06-03

La genesi della pagina nata tre anni fa e passata di mano più volte. Una storia che somiglia molto a quella di Beatrice Di Maio, poi rivelatasi una bolla di sapone

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Oggi Virginia Dalla Sala sul Fatto Quotidiano ritorna sull’affaire Matteo Renzi News, che tanto riderone ha provocato in più occasioni negli ultimi giorni. L’articolo racconta la genesi della pagina, nata, come abbiamo scritto qualche giorno fa, con il nome “Matteo Renzi è il mio presidente“:

Max Franco ci spiega che quella pagina è nata nel 2014, che l’ha fondata lui. “Fu un’iniziativa assolutamente autonoma: quando ho capito che le immagini ei contenuti della pagina funzionavano ho continuato e la pagina è cresciuta. Non ricordo precisamente, ma dopo poco arrivó a oltre 10mila like. L’ho abbandonata poco dopo l’approvazione delle unioni civili (maggio 2016) per mancanza di tempo e stimoli, studio e lavoro quindi non avevo molto tempo da dedicarci”. E che fine ha fatto? “Dopo ha proseguito per un po’Mario e poi non ne so più nulla”.
Mario è Mario Riberi, vent’anni, calabrese, dal suo profilo Facebook risulta come “social media manager”di “Pischelli in Cammino”, la truppa millennial del Pd fondata dopo il Lingotto 2017. “Ma non lo sono più – dice – oggi è gestita da altri ragazzi molto abili”. Mario e Max si conoscono online, gestiscono insieme la pagina per un po’. Poi Max la lascia a Mario. E da quel momento la pagina cambia stile. “L’ho gestita per un po’ – dice – e ne sono ancora editor, insieme ad altri ragazzi che hanno la passione per la comunicazione sui social network”. Poi spiega che esistono altre pagine della costellazione dem: “Fanno contro informazione per combattere le bufale dei 5 stelle. Adesso ti informo è una di quelle. Ma anche In Cammino pubblica video e foto anti bufale”. Non sa però chi sia a coordinarli.

alessio de giorgi matteo renzi news
Insomma, c’è – o meglio: ci sarebbe – un sistema di pagine gestite anonimamente ma in realtà riconducibile al Partito Democratico e alla sua componente renziana. Nelle descrizioni, è una storia che somiglia molto a quella di Beatrice Di Maio, poi rivelatasi una bolla di sapone. Nell’articolo poi si racconta di Alexander Marchi, capogruppo del Pd in Consiglio comunale a Scandicci, che secondo il Corriere Fiorentino guiderebbe i giovani “guastatori” anonimi dei social democratici. Infine, ecco gli ultimi gangli dell’organizzazione:

Morta la pagina Facebook “Basta un sì”, perso il referendum, Renzi ha ben pensato di non disperdere tutti i seguaci accumulati nella fase pre-referendaria. Così la pagina si è riciclata (quello che succede quando, improvvisamente, ci si ritrova fan di una pagina a cui non ci si ricordava di aver aderito) ed è diventata “In Cammino”. A gestire la comunicazione pre referendaria e, ora, quella di In Cammino, sempre la società Stand by Me di Simona Ercolani, autrice e produttrice e già consulente di Palazzo Chigi.

Leggi sull’argomento: La storia di Alessio De Giorgi e Matteo Renzi News

 

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