Tutto quello che Mattarella ha “fatto capire” alla politica italiana nel suo discorso di fine anno

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2019-01-01

Il tradizionale discorso di fine anno del presidente della Repubblica è servito anche per mandare molti messaggi trasversali ai protagonisti dell’attualità italiana. Con un bersaglio in particolare

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Parlare a suocera affinché nuora intenda è un’antica arte che la politica utilizza da sempre. Un attore navigato della realtà italiana come il presidente della Repubblica Sergio Mattarella non poteva certo esimersi. E allora andiamo a vedere i tanti passaggi del discorso con cui, senza nominare nessuno, Mattarella ha augurato tanta fortuna e felicità alla politica italiana.

Tutto quello che ha “fatto capire” Mattarella alla politica italiana nel suo discorso di fine anno

Già l’attacco del discorso di Mattarella è sembrato un riferimento velatissimo a quei signori che comunicano sui social per non dover rispondere alle domande dei giornalisti (i quali poi non è che ne facciano tante, a dire il vero):

Siamo nel tempo dei social, in cui molti vivono connessi in rete e comunicano di continuo ciò che pensano e anche quel che fanno nella vita quotidiana.

Tempi e abitudini cambiano ma questo appuntamento – nato decenni fa con il primo Presidente, Luigi Einaudi – non è un rito formale. Mi assegna il compito di rivolgere, a tutti voi, gli auguri per il nuovo anno: è un appuntamento tradizionale, sempre attuale e, per me, graditissimo.

Poi Mattarella ha insistito sul senso di comunità e di comunitarismo, in evidente opposizione alle spinte centrifughe e divisive che vengono da alcuni politici:

Quel che ho ascoltato esprime, soprattutto, l’esigenza di sentirsi e di riconoscersi come una comunità di vita. La vicinanza e l’affetto che avverto sovente, li interpreto come il bisogno di unità, raffigurata da chi rappresenta la Repubblica che è il nostro comune destino.

Proprio su questo vorrei riflettere brevemente, insieme, nel momento in cui entriamo in un nuovo anno.

Sentirsi “comunità” significa condividere valori, prospettive, diritti e doveri.

Significa “pensarsi” dentro un futuro comune, da costruire insieme. Significa responsabilità, perché ciascuno di noi è, in misura più o meno grande, protagonista del futuro del nostro Paese.

Vuol dire anche essere rispettosi gli uni degli altri. Vuol dire essere consapevoli degli elementi che ci uniscono e nel battersi, come è giusto, per le proprie idee rifiutare l’astio, l’insulto, l’intolleranza, che creano ostilità e timore.

E siccome sapeva che qualche scemo a questo punto avrebbe detto “Ah, ma allora sei buonista”, subito dopo ha voluto precisarlo:

So bene che alcuni diranno: questa è retorica dei buoni sentimenti, che la realtà è purtroppo un’altra; che vi sono tanti problemi e che bisogna pensare soprattutto alla sicurezza.

Certo, la sicurezza è condizione di un’esistenza serena.

Ma la sicurezza parte da qui: da un ambiente in cui tutti si sentano rispettati e rispettino le regole del vivere comune.

E già che c’era, il presidente è entrato nell’attualità politica italiana parlando della tassa sul non profit che è diventata attualmente legge nella Manovra del Popolo anche se il M5S poi ha deciso di cambiarla:

Ricordo gli incontri con chi, negli ospedali o nelle periferie e in tanti luoghi di solitudine e di sofferenza dona conforto e serenità.

I tanti volontari intervenuti nelle catastrofi naturali a fianco dei Corpi dello Stato.

È l’“Italia che ricuce” e che dà fiducia.

Così come fanno le realtà del Terzo Settore, del No profit che rappresentano una rete preziosa di solidarietà.

Si tratta di realtà che hanno ben chiara la pari dignità di ogni persona e che meritano maggiore sostegno da parte delle istituzioni, anche perché, sovente, suppliscono a lacune o a ritardi dello Stato negli interventi in aiuto dei più deboli, degli emarginati, di anziani soli, di famiglie in difficoltà, di senzatetto.

Anche per questo vanno evitate “tasse sulla bontà”.

Il debito pubblico, la disoccupazione, i carabinieri e le divise

Ci sono poi i richiami agli ultras – e quindi chi si fa le foto con loro dovrebbe smetterla, sembra dire il presidente – e, soprattutto, su debito pubblico e disoccupazione si deve “avere fiducia in un cammino positivo” ma “senza ricette miracolistiche”, ovvero senza sciocchezze insostenibili dal punto di vista economico che però sono popolari sui social: entiende, señor? No? Ok, cerchiamo di essere più chiari:

Ieri sera ho promulgato la legge di bilancio nei termini utili a evitare l’esercizio provvisorio, pur se approvata in via definitiva dal Parlamento soltanto da poche ore.

Avere scongiurato la apertura di una procedura di infrazione da parte dell’Unione Europea per il mancato rispetto di norme liberamente sottoscritte è un elemento che rafforza la fiducia e conferisce stabilità.

La grande compressione dell’esame parlamentare e la mancanza di un opportuno confronto con i corpi sociali richiedono adesso un’attenta verifica dei contenuti del provvedimento.

Mi auguro – vivamente – che il Parlamento, il Governo, i gruppi politici trovino il modo di discutere costruttivamente su quanto avvenuto; e assicurino per il futuro condizioni adeguate di esame e di confronto.

La dimensione europea è quella in cui l’Italia ha scelto di investire e di giocare il proprio futuro; e al suo interno dobbiamo essere voce autorevole.

Mattarella ha poi ricordato Antonio Megalizzi, si è augurato che la campagna elettorale prossima ventura sia un motivo di confronto con l’Europa e poi ha raccontato l’episodio della signora Anna, che, sentendosi sola a Natale, ha telefonato ai carabinieri e ha ricevuto compagnia. E qui un’altra stoccata:

La loro divisa, come quella di tutte le Forze dell’ordine e quella dei Vigili del fuoco, è il simbolo di istituzioni al servizio della comunità. Si tratta di un patrimonio da salvaguardare perché appartiene a tutti i cittadini.

Persino inutile star lì a dire con chi ce l’ha:

salvini divisa polizia

Ma attenzione, perché subito dopo è arrivata un’altra battuta sull’attualità politica, sicuramente non notata da molti:

Insieme a loro rivolgo un augurio alle donne e agli uomini delle Forze armate, impegnate per garantire la nostra sicurezza e la pace in patria e all’estero. Svolgono un impegno che rende onore all’Italia.

La loro funzione non può essere snaturata, destinandoli a compiti non compatibili con la loro elevata specializzazione.

E qui il pensiero va alla legge che impegna il genio militare ad andare a tappare le buche di Roma, voluta dal M5S per tentare di salvare Virginia Raggi dall’incapacità di scrivere bandi in tempi normali e senza che vengano annullati dai giudici perché illegali. Negli auguri finali un’altra chicca:

Auguri a tutti gli italiani, in patria o all’estero.

Auguro buon anno ai cinque milioni di immigrati che vivono, lavorano, vanno a scuola, praticano sport, nel nostro Paese.

Mattarella fa gli auguri prima agli italiani (“Prima gli italiani”, direbbe qualcuno) ma poi anche ai migranti.

mattarella discorso 1

Infine, la presentazione del dipinto regalatogli dagli ospiti del centro di cura sull’autismo di Verona. Mostrato perché “Ho conosciuto in questi anni tante persone impegnate in attività di grande valore sociale; e molti luoghi straordinari dove il rapporto con gli altri non è avvertito come un limite, ma come quello che dà senso alla vita“. Tutto chiaro, no?

Leggi sull’argomento: Gli scienziati contro la disinformazione scientifica del Tempo e di CORVELVA

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