Ma il disprezzo di Maria Elena Boschi per i disoccupati è di sinistra?

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-01-18

Maria Elena Boschi su Twitter in tre righe ci fornisce un bellissimo esempio che racchiude tutti i problemi di quello che era il maggiore partito di sinistra in Italia e che oggi, a quasi un anno dalla sconfitta di marzo 2018, nessuno ha ancora ben capito cosa sia. L’ex ministra delle riforme (e di quella …

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Maria Elena Boschi su Twitter in tre righe ci fornisce un bellissimo esempio che racchiude tutti i problemi di quello che era il maggiore partito di sinistra in Italia e che oggi, a quasi un anno dalla sconfitta di marzo 2018, nessuno ha ancora ben capito cosa sia. L’ex ministra delle riforme (e di quella bocciata al referendum costituzionale) ha cinguettato tutta contenta «Dice Di Maio che col reddito di cittadinanza da oggi cambia lo Stato Sociale. La colonna sonora infatti diventa “Una vita in vacanza”».

maria elena boschi reddito di cittadinanza - 1

L’onorevole Boschi ha deciso di fare così opposizione all’approvazione del decreto legge che istituisce il Reddito di Cittadinanza. Di tutti i modi possibili ha scelto il più classista. Perché quel tweet, che vorrebbe probabilmente essere una critica alla misura varata dal governo Conte finisce con l’essere tutt’altro: un giudizio sprezzante su chi il lavoro non ce l’ha. I disoccupati di oggi, e i disoccupati che prenderanno – forse –  il RdC non sono dei vacanzieri. Non tanto perché il governo promette di impegnarli in corsi di formazione e in lavori socialmente utili quanto perché si tratta pur sempre di persone che vivono (o sopravvivono) sulla soglia della povertà. I disoccupati non sono dei “bamboccioni” (almeno non tutti) ed è incredibile che un’autorevole rappresentante del Partito Democratico come Maria Elena Boschi non se ne renda conto. E che non si accorga che un’uscita del genere non fa che alimentare la narrazione che vuole il PD amico di banchieri e potentati economici vari.

maria elena boschi reddito di cittadinanza - 2

Non serve nemmeno tirare fuori lo spauracchio del turboliberismo, basta il buon senso. Un partito che si dice di sinistra non può permettersi di sfottere i disoccupati usandoli per attaccare il governo. Anche perché dietro quella battuta ci sono le stesse argomentazioni che Matteo Salvini usava per attaccare il programma di governo del M5S. Pochi giorni dopo voto del 4 marzo Salvini aeva definito il progetto del Reddito di Cittadinanza «culturalmente sbagliato» e poi aveva detto che «pagare la gente per stare a casa non fa parte dell’idea di Italia che ho in testa». Non c’è scritto da nessuna parte che il RdC è una misura “populista” o di destra, dipende da come viene concepito e soprattutto da quale parte politica viene proposto e con quali finalità. Il Reddito di Cittadinanza (non fatto così) può benissimo essere una misura di sinistra, ad esempio in Francia il candidato del Partito Socialista Benoit Hamon propose l’introduzione del  reddito universale, ma ormai è evidente che il PD ha rinunciato da tempo a stare a sinistra. Inutile poi ricordare all’onorevole Boschi che il precedente governo, quello di cui faceva parte, ha varato una misura analoga denominata Reddito di Inclusione (REI). Che il RdC sia una misura ad alto contenuto di propaganda elettorale è fuori di dubbio, ma perché mostrare così tanto disprezzo per chi non trova lavoro?

Leggi sull’argomento: La lezione dell’operaio Alcoa a Di Battista su lavoro e reddito di cittadinanza

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