Economia

Il reddito di cittadinanza si trasforma in REI?

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-11-09

L’ultima ipotesi che circola nelle stanze pentastellate: posticipare il sussidio e cambiare l’importo del provvedimento di Gentiloni

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La Manovra del Popolo di Scorta è praticamente pronta. Da giorni il dibattito pubblico è incentrato sulla possibilità di cambiare la legge di bilancio per ridurre la spesa in deficit e sono indiziate Quota 100 per la legge Fornero e, ovviamente, il reddito di cittadinanza. L’unico compromesso che però sembrano poter discutere il MoVimento 5 Stelle e la Lega è quello di rinviare l’applicazione delle riforme agli ultimi mesi del 2019, per ridurne l’impatto sui conti. Alessandro Barbera e Ilario Lombardo sulla Stampa spiegano che c’è un’altra ipotesi che riguarda il reddito di cittadinanza.

Nel Movimento si sta ipotizzando una prima fase sperimentale, che passerebbe attraverso un mero allargamento del Reddito di inclusione (Rei) varato dal governo Gentiloni. Già oggi ci sono a disposizione 300 euro mensili per circa un milione di persone.

Per avere accesso al Rei non è necessario essere alla ricerca attiva di un lavoro: basta essere iscritti alle liste del collocamento. I presupposti del progetto Cinque Stelle – che prevedono un legame stretto con le offerte di lavoro – sono impossibili da attuare senza una seria riforma dei centri per l’impiego.

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Il rapporto Svimez sul reddito di cittadinanza

I dubbi espressi dal sottosegretario leghista Giancarlo Giorgetti non a caso ruotano proprio attorno a questo aspetto: i tempi si stanno allungando sempre di più e non coincidono con l’ottimistico cronoprogramma fissato dai grillini. Negli ambienti di governo fanno notare come nelle ultime settimane la macchina della propaganda di Di Maio si sia spostata più sulle pensioni (anche qui condizionati dai sondaggi che registrano un picco di popolarità contro la legge Fornero) e un po’ meno sul reddito.

Lo stesso capo politico del M5S non ha risposto per le rime a Salvini quando lo ha ribattezzato «reddito di reinserimento al lavoro». Questa è infatti la nuova direzione verso la quale si rivolgono i grillini per non alienarsi troppo il sostegno dell’alleato a cui la loro misura non è mai piaciuta.

Leggi sull’argomento: I conti del reddito di cittadinanza non tornano (nemmeno allo Svimez)

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