Politica

M5S, torna il rischio espulsione per i dissidenti

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-10-29

Ultimatum dopo gli show sul TAP e quelli sul decreto sicurezza: o ritorna la disciplina di partito o qualcuno verrà cacciato

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Ci sono quelli arrabbiati per il TAP, quelli che non vogliono ritirare gli emendamenti al DL Sicurezza e quelli che vogliono fermare la TAV per dare un segnale dopo la delusione degli altri dossier; insieme, ci sono gli arrabbiati per il condono su Ischia e per il disegno di legge sulla legittima difesa. Si moltiplicano le occasioni di scontro interno della maggioranza Lega-M5S e il Messaggero in un articolo a firma di Simone Canettieri fa sapere che sta tornando il rischio espulsioni per i dissidenti a 5 Stelle:

La pistola è già poggiata sul tavolo ed è carica. E così sono in molti a suggerire al capogruppo al Senato del M5S Stefano Patuanelli di usare il «pugno duro». Se non si arriverà a un’intesa interna e qualora ci fossero voti difformi all’interno del gruppo le “sanzioni” contro i ribelli sono più di un’ipotesi. Un’arma complicata, che manderebbe in tilt i pentastellati, certo, ma che permetterebbe al governo una navigazione serena.

O meglio: sarebbero un messaggio di serietà al partner di governo. Un sacrificio necessario. «Dalla sospensione all’espulsione per chi vota contro le nostre indicazioni: le regole d’altronde parlano chiaro», trapela in queste ore dal cuore dei pentastellati governisti. Un’eventualità da brividi perché rischia di creare un’ulteriore spaccatura. Ecco perché non c’è da escludere affatto che questa settimana proprio Luigi Di Maio – dopo aver chiesto una sponda a Conte sulla Tap – ne chieda un’altra ben più pesante a Roberto Fico, affinché intervenga.

roberto fico diciotti trattativa salvini - 7

Da leggere: Il grande gelo tra Conte e Casalino

Ecco perché anche l’emendamento per i maggiori poteri per Roma è ancora in alto mare:

L’emendamento al dl sicurezza, annunciato da Di Maio sulla scia dell’onda emotiva per la morte a SanLorenzo della giovane Desirée, al momento «non esiste»,dicono i leghisti. O se esiste, è stato solo condiviso all’interno del cerchio magico del vicepremier M5S. Raggi, che attende questo antipasto di “più poteri” per blindarsi dalle tante critiche di queste ore, nell’intervista rilasciata ieri al Messaggero ha parlato di «2.000 vigili in più».

Un’operazione che dovrebbe passare anche dal ministro della Pubblica amministrazione Giulia Bongiorno ma che per la complessità del momento rischiadisaltare. Perché in ballo ci sono troppi dossier non risolti e divisioni interne ai pentastellati che stanno mettendo a dura prova la tenuta della maggioranza. E da questa settimana passa alla Camera il dl Genova (con condono edilizio per Ischia). Altro giro, altro fronte?

EDIT: In un post pubblicato alle 9 sul Blog delle Stelle Luigi Di Maio lancia un primo e chiaro avvertimento alla dissidenza interna del MoVimento 5 Stelle: mentre chiede la compattezza di una testuggine romana ai parlamentari che evidentemente non ne vogliono sapere, paventa i rischi del dissenso in chiaro stile M5S:

Qualcuno di noi però si sta prendendo a cuore alcune cose, alcuni dettagli che sollecitano una loro sensibilità individuale, non un nostro valore comune. E il risultato è che minaccia di sfilarsi dalla testuggine mettendo a repentaglio non solo il Governo, ma anche le possibilità dell’Italia di avere un futuro diverso da quello che gli altri avevano già scritto per noi. E’ bene infatti avere molto chiaro che dalla compattezza della testuggine del MoVimento dipende non solo il futuro del governo, ma anche quello del nostro Paese. Chi si sfila si prende questa responsabilità dinanzi ai cittadini e di questo dovrà renderne conto.

Ogni singolo problema va affrontato e anche le sensibilità di ognuno hanno un grande valore, ma mai al punto di mettere in discussione il supremo bene collettivo di tutti i cittadini. Le decisioni nel MoVimento 5 Stelle si prendono sempre a maggioranza e per questo devono essere accettate da tutti i singoli componenti.

luigi di maio testuggine romana

Non possiamo rischiare che il reddito di cittadinanza, la pensione di cittadinanza, il superamento della Fornero, l’eliminazione delle pensioni d’oro, gli investimenti per le imprese, la riaffermazione della nostra sovranità come Paese vengano rimessi in discussione perché qualcuno decide di fare un passo indietro di testa sua. In quel caso se ne assumerà le responsabilità. Il mio compito è quello di portare il Governo a realizzare il contratto di governo e i punti che ha a cuore il MoVimento 5 Stelle. Il Governo è forte e va avanti. Siamo tutti portavoce della volontà dei cittadini che hanno votato un programma e un contratto di governo. Qualsiasi altro comportamento non è da MoVimento 5 Stelle e non sarà assecondato.

Leggi sull’argomento: L’accordo politico tra Lega e M5S per fermare la TAV

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