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Lucia Borgonzoni ha scelto: resta in Senato e lascia il Consiglio Regionale
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2020-03-27
Lei diceva di non aver ancora deciso e il Capitano le reggeva il gioco. Ma oggi arriva l’ufficialità: Borgonzoni torna a Roma, ciao ciao alle promesse di rimanere a capo dell’opposizione in caso di sconfitta. Come era ampiamente previsto
Si è curiosamente dimenticata di annunciarlo sulla sua pagina facebook, dove però ha ligiamente linkato il servizio di TGR Leonardo sul Coronavirus e la Cina, ma a due mesi dalle elezioni, Lucia Borgonzoni lascia la Regione Emilia-Romagna e sceglie di restare in Senato, come fa sapere il Resto del Carlino.
Lucia Borgonzoni ha scelto: resta in Senato e lascia il Consiglio Regionale
E come tutti, tranne lei e Salvini, dicevano che avrebbe fatto. Coincidenze? Non tanto. La candidata leghista ha formalizzato le proprie dimissioni dall’Assemblea Legislativa, dove cederà il seggio a Marco Mastacchi, l’ex sindaco di Monzuno, risultato il più votato nella lista civica che portava il nome della fedelissima di Matteo Salvini. Durante la campagna elettorale, la Borgonzoni aveva detto che sarebbe rimasta a capo dell’opposizione in caso di sconfitta contro Stefano Bonaccini, ma alla fine le cose sono andate come si sapeva già nei primi giorni dopo il voto. La Borgonzoni ha atteso qualche settimana e poi ha deciso di mantenere il suo posto a Roma, incompatibile con quello in Regione. Lo stesso Salvini l’aveva già nominata responsabile Cultura della Lega, spiegando più volte che “Lucia vorrebbe restare, ma a me serve a livello nazionale”.
E sempre il Resto del Carlino fa sapere che l’addio della Borgonzoni si aggiunge a quello di Vittorio Sgarbi. Eletto nelle liste di Forza Italia, il critico ha lasciato dopo aver partecipato alla prima seduta dell’Assemblea – come ampiamente previsto – per fare posto a Valentina Castaldini. Oggi, inoltre, verranno formalizzate anche le dimissioni dei consiglieri Andrea Corsini (Pd) ed Elly Schlein (Emilia-Romagna Coraggiosa), che sono stati nominati assessori dal presidente Bonaccini. E, a differenza dei leghisti e di quelli di Forza Italia, resteranno a lavorare per i cittadini che li hanno eletti.