Linda Meleo, assessora in bilico a Roma

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-05-27

Enrico Stefàno vuole la testa della responsabile dei trasporti per la storia di Roma TPL e altre questioni. La Raggi frena per il concordato

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A Roma gli assessori durano meno di un gatto in tangenziale e oggi sulla graticola finisce Linda Meleo, responsabile dei trasporti. A farle la guerra è Enrico Stefàno, presidente della relativa commissione in Campidoglio famoso per annunciare cose  che poi non avvengono e fare finta di nulla ma anche capace di slanci di sincerità come quando ha candidamente ammesso che il M5S sulla Metro C aveva “cambiato idea”. I due all’inizio della consiliatura formavano una coppia indissolubile e tanti erano i selfie che li ritraevano mentre effettuavano i loro famosi “controlli”. Adesso la coppia scoppia, racconta Repubblica Roma:

La prima cittadina, indossata la tuta da pompiere, è entrata in azione quando Stefàno ha iniziato a minacciare una clamorosa astensione in aula Giulio Cesare al momento del voto sul rinnovo della concessione del servizio di trasporto pubblico che riguarda le linee periferiche: «Se Linda non si dimette, io non ci sarò». In ballo 123 milioni di euro da girare a Roma Tpl.

Sia l’assessora che la maggioranza 5S avevano promesso a più riprese di essere pronti a rescindere il contratto con il consorzio che da anni paga a singhiozzo gli stipendi dei suoi 1.800 dipendenti. L’impegno si è infranto davanti al «ritardo degli uffici sul nuovo bando», come ha spiegato Linda Meleo, portando ai consiglieri come prova almeno tre note del dipartimento Trasporti. Quindi via alla proroga per Roma Tpl e ai rimbrotti per Stefàno.

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Enrico Stefàno con Linda Meleo

Lo schema, in fondo, è sempre lo stesso. Come con Coia e Meloni, consigliere M5S ed ex assessore in litigio continuo sul dossier commercio, il copione venerdì si è ripetuto sulla mobilità. Star della baruffa Stefàno e Meleo, attori non protagonisti la sindaca e Marcello De Vito, presidente dell’Assemblea capitolina:

Per ricomporre la frattura hanno dovuto in culcare nella testa del gruppo una buona dose di realismo: con il concordato di Atac, la municipalizzata da 1,4 miliardi di euro di debiti, ancora ballerino non si possono compiere manovre azzardate. Nel momento più caldo non ci si può presentare davanti ai giudici del tribunale fallimentare senza un assessore ai Trasporti.

«I disastri sono stati compiuti prima — racconta un consigliere — con manager che hanno contribuito ad affossare Atac e con un anno di immobilismo sul piano per salvare l’azienda. Cacciare ora Linda Meleo sarebbe un altro autogol».

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