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Libero, la Verità e l’incontro in hotel che inchioda l’avvocato Conte
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2019-11-05
Lo “scoop” di Libero e la Verità nel giorno in cui Giuseppe Conte dovrà parlare alla Camera della vicenda del Financial Times. Nessuno però che ci racconti chi fosse a presiedere il CdM che darà ragione a Conte su Retelit. Forse perché era Salvini?
Nella storia di Retelit e del governo Conte che ha dato ragione all’avvocato Conte in un consiglio dei ministri presieduto dal come sempre sveglissimo Matteo Salvini raccontata (per la seconda volta) dal Financial Times oggi entrano in scena Libero e La Verità che riprendono la lettera di Giuseppi al FT:
«Quando ero impegnato a elaborare il parere – spiega il capo del governo in una lettera al Financial Times che aveva riportato alla luce quella vicenda -non avrei potuto immaginare che, qualche settimana dopo, un governo da me presieduto sarebbe stato chiamato a pronunciarsi esattamente sulla stessa questione…».
Ma non è così, spiegano oggi i due quotidiani: all’epoca l’avvocato pugliese sapeva benissimo di essere in pole position per guidare il governo gialloverde, tant’è che il 13 maggio del 2018, il giorno prima di apporre la sua firma in calce alla perizia incriminata si trovava in un noto albergo al centro di Milano – Nh Collection Hotel in Largo Augusto – per parlare con Luigi Di Maio e Matteo Salvini della sua candidatura.
Non si trattava di un colloquio preliminare – come raccontato ieri sera anche dalla trasmissione Quarto Grado di Nicola Porro – bensì di un incontro decisivo al quale avevano preso parte anche Vincenzo Spadafora (M5S) e Giancarlo Giorgetti (Lega). Da quel vertice iniziato alle 20 e 30 e durato circa 30 minuti in una stanza occupata dallo stesso Conte, il futuro presidente del Consiglio uscirà convinto delle sue possibilità di arrivare a Palazzo Chigi. Alla fine dell’incontro Conte lascerà la camera per recarsi al piano terra e gustarsi Roma-Juve che avrebbe assegnato l’ennesimo scudetto ai bianconeri.
Al suo posto, negli stessi locali, arriverà il professor Giulio Sapelli che era l’unico candidato alternativo. Quello della Lega che però cederà il passo al legale pugliese indicato da Di Maio e compagni. E dichiarerà il giorno dopo all’Ansa: «È tutto vero, sono stato contattato da entrambe le parti politiche (Salvini e Di Maio ndr) e ho dato la mia disponibilità (a diventare premier ndr). Mi hanno spiegato che stanno valutando anche un altro profilo, quello di Giuseppe Conte e non mi hanno ancora detto chi hanno scelto».
Anche La Verità scrive oggi più o meno le stesse cose. Nessuno però che ci racconti chi fosse a presiedere il CdM che darà ragione a Conte su Retelit. Forse perché era Salvini?
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