Retelit: così il governo Conte dà ragione all’avvocato Conte

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-06-09

Vi ricordate le infinite polemiche sul consiglio dei ministri che doveva varare la risoluzione delle quattro banche tra cui Etruria e sull’assenza di Maria Elena Boschi? Beh, tutto perdonato!

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Vi ricordate le infinite polemiche sul consiglio dei ministri che doveva varare la risoluzione delle quattro banche tra cui Etruria e sull’assenza di Maria Elena Boschi? Beh, sappiate che quelle polemiche sono ormai soltanto un ricordo. Giovedì sera infatti il consiglio dei ministri ha infatti deciso di esercitare la “golden power” – i nuovi poteri speciali sulle aziende strategiche – sulla società di telecomunicazioni Retelit.

Retelit: così il governo Conte dà ragione all’avvocato Conte

La riunione si è svolta sotto la presidenza del vice premier Matteo Salvini, visto che il premier Giuseppe Conte era volato in Canada per il G7. Ma l’assenza di Conte si può spiegare anche con un’altra e ben più prosaica motivazione: conflitto di interessi. Come aveva scoperto a suo tempo Repubblica, infatti, il 14 maggio scorso Giuseppe Conte aveva firmato un parere pro veritate per un azionista dell’azienda Retelit, nella quale sta andando in scena una guerra per il controllo, indirizzato alla presidenza del Consiglio. L’azionista era Raffaele Mincione e l’accusa, classica, di conflitto di interessi nasce da una vicenda intricata: Retelit, azienda quotata, ha cavi in fibra ottica per oltre 12.500 chilometri che collegano 9 grandi città italiane: il governo ha il golden power, uno degli azionisti (la Fiber 4.0 di Mincione) è in minoranza perché gli altri tre (Bousval, Axxion e SVM) hanno firmato un patto parasociale per presentare la propria lista nel consiglio di amministrazione,  ma non l’hanno comunicato a Palazzo Chigi. Conte aveva scritto un parere per avallare la tesi di Mincione.

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Racconta oggi il Fatto che l’esecutivo ha esercitato i poteri speciali “con riferimento alla modifica della governance di Retelit derivante dall’assemblea dei soci del 27 aprile 2018 –recita una nota – mediante l’imposizione di prescrizioni econdizioni volte a salvaguardare le attività strategiche della società nel settore delle comunicazioni”.

All’assemblea la lista presentata da Svm (Sharehol der value management) insieme al fondo tedesco Axxion e ai libici di Bousval aveva prevalso nel voto sul rinnovo del cda ottenendo la conferma dei vecchi vertici. Svm ha battuto la Fiber 4.0, cordata guidata dal finanziere Raffaele Mincione, rider di Borsa che negli ultimi anni ha riempito le cronache finanziarie grazie a investimenti (e grandi proclami) nel settore bancario, anche con i suoi fondi lussemburghesi, con risultati non proprio entusiasmanti (oggi ha una quota in Carige e Banco-Bpm).

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