La partita decisiva del M5S di governo in Sicilia

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2017-09-06

La candidatura di Giancarlo Cancelleri con l’appoggia via tour estivo di Alessandro Di Battista e Luigi Di Maio avrà anche una valenza nazionale. Perché è proprio Di Maio a giocarsi tutta la sua visione del M5S di governo. E se la vittoria, che pare alla portata, sfuggisse?

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Le elezioni regionali in Sicilia sono un test importante soprattutto per il MoVimento 5 Stelle. La candidatura di Giancarlo Cancelleri con l’appoggia via tour estivo di Alessandro Di Battista e Luigi Di Maio avrà anche una valenza nazionale. Perché è proprio Di Maio a giocarsi tutta la sua visione di M5S di governo con la partita di Palermo.

La partita decisiva del M5S di governo in Sicilia

Con una valenza soprattutto interna. Perché, come racconta oggi Emanuele Buzzi sul Corriere della Sera, in realtà tra i Cinque Stelle serpeggia un certo timore per le tensioni sotterranee. Tensioni che potrebbero inficiare anche le prossime Regionali in Sicilia.

«Chi sta decidendo tutto, ci sta escludendo dal Movimento, lo sta spaccando», afferma un esponente. «Come pensano di vincere se anche alcuni di noi dichiarano apertamente di non sostenere Cancelleri?», si domanda. Questioni che l’ala pragmatica rispedisce al mittente: «Facile fare campagna elettorale con un post dal divano di casa senza sapere nulla del territorio».
Ma i vertici, complici anche i sondaggi che vedono un centrodestra sempre più competitivo in vista del voto,cominciano a nutrire qualche preoccupazione. C’è chi fa anche una autocritica: «I nostri temi non hanno più presa più come prima». C’è chi invece bolla la situazione solo come un «momento di passaggio elettorale: è troppo presto per tirare conclusioni affrettate». Fatto sta che non è un caso che lunedì al vertice milanese il focus sulla Sicilia sia stato il più lungo e dettagliato rispetto agli altri.

riccardo nuti m5s sicilia
Difficile capire a chi ci si riferisca quando si parla di esponenti del M5S che non sostengono Cancelleri. Forse il riferimento è al Grillo di Palermo, meetup caduto in disgrazia dopo il caso delle firme false, e ai parlamentari sospesi dopo il rinvio a giudizio. In effetti proprio alcuni di loro (Riccardo Nuti e Claudia Mannino) sono andati all’attacco sulla storia dell’abusivismo di necessità che ha travolto Cancelleri.

Cancelleri e il fratello Di Maio

Il Corriere fa sapere che per il gran finale di ottobre c’è chi invoca il «massimo coinvolgimento» di tutte le anime. Saranno le grandi prove per le Politiche. E forse anche qualcosa di più, dato che l’ala dei falchi vede ridimensionato da una sconfitta in Sicilia il futuro candidato premier. Perché la formula del M5S “moderato” è la cifra politica del mandato (finora non esplicito) a Luigi Di Maio per parlare come candidato premier in pectore anche a Cernobbio, dove è andata in scena anche l’abiura del termine “populista” che tanto piaceva a Gianroberto Casaleggio.
m5s populisti di maio - 2
Ma se tanto moderatismo democristiano non dovesse portare i propri frutti allora forse c’è chi potrebbe ricominciare a mettere in discussione la leadership calata dall’alto. Questo però accadrebbe soltanto in caso di sconfitta in Sicilia a novembre: per allora il M5S avrà già votato su Rousseau e incoronato Luigi Di Maio come candidato premier del MoVimento 5 Stelle alle prossime elezioni politiche. Sarà quindi troppo tardi per cambiare linea. Ma abbastanza presto per cominciare ad abbattere la leadership.

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