Fact checking
La Lombardia vuole un call center anti-gender
Giovanni Drogo 22/12/2015
Se l’idea di Forza Nuova vi era sembrata ridicola aspettate di leggere come la Lega vuole spendere cinquantamila euro (di soldi pubblici) in un anno
I consiglieri regionali lombardi hanno un pensiero fisso, salvare i giovani alunni che frequentano le scuole (di ogni ordine e grado) della Lombardia dai pericoli del Gender. Dopo i cartelli luminosi, che nelle nebbiose notti padane hanno lo scopo di tenere a bada il Gender (ma non le lucciole). Dopo la mozione anti-gender per vietare nelle scuole la diffusione di un libro pubblicato dieci anni fa. Ecco che arriva il call center per denunziare i soprusi del Gender.
Chiamate Gender tre uno tre uno
Iniziativa, quella riportata da Repubblica, non proprio innovativa che la Lega ha copiato ai fascisti di Forza Nuova di Milano che qualche tempo fa avevano lanciato un appello per difendere i figli dai teorici del gender e dell’omosessualismo. A differenza di quelli di Forza Nuova però i leghisti – che con Roberto Maroni sono al Governo – la linea verde anti-gender mirano ad ottenere il finanziamento da parte di Regione Lombardia. L’emendamento al bilancio 2016-2018 (attualmente in discussione al Pirellone) a firma del capogruppo leghista Massimiliano Romeo (che già aveva promosso la mozione contro i libri Gender) prevede infatti lo stanziamento, nel 2016, di cinquantamila euro per “attribuire risorse per l’utilizzo di un numero verde, attraverso l’occupazione di operatori telefonici” ovvero per la creazione di un call center attivo 24 ore su 24. Lo scopo è semplice, consentire ai genitori preoccupati™ di poter comunicare tutte le loro ansie e le loro paure circa l’attacco del gender che stanno subendo. Come ha spiegato Romeo: «Noi vogliamo sapere dove ci sono questi insegnamenti o vengono adottati libri che li promuovono. Una volta individuati gli istituti in questione, la Regione potrà intervenire o chiedere al ministero di muoversi. La nostra è una mozione a favore della famiglia, nucleo fondamentale della nostra società».
Celebriamo oggi uno dei travestiti più famosi – e giustamente temuti – delle fiabe.#noallacaccia#lupidituttoilmondounitevi
Posted by Il Gender on Wednesday, 16 December 2015
Insomma ci saranno dei cortesi operatori esperti in problemi inesistenti che parleranno con genitori che credono alle favole. Che Regione magnifica, la Lombardia. Ironia della sorte, a ricevere il finanziamento e ad occuparsi della questione dovrebbe essere l’Assessore alle Culture, identità e autonomie (tutte al plurale, notate bene) Cristina Cappellini. Una che però quando si tratta di parlare di identità di genere e unioni civili omosessuali non sembra essere così pluralista e rispettosa delle identità e autonomie altrui. Ma si sa, per i leghisti da sempre ci sono identità che possono essere tutelate e altre che invece possono tranquillamente essere soppresse. Non a caso Salvini – che un giorno sì e uno no denuncia i crimini commessi dagli stati islamici contro gli omosessuali – è un grande amico di Putin, che gli omosessuali li fa picchiare dalla polizia.
Quando vi diranno che la Lega non spreca i soldi dei cittadini pensate anche a questo, ai celti che celebravano riti pagani per unirsi in matrimonio che – dopo aver spianato per bene la Pianura Padana per far spazio ai capannoni – si scoprono difensori del territorio e delle tradizioni cristiane e cattoliche.