Giulio Centemero della Lega non ha ancora capito che i camici di Regione Lombardia non sono stati donati

di Mario Neri

Pubblicato il 2020-07-27

C’è molta confusione sotto il cielo della Lega ma la situazione non pare per nulla eccellente. Sia il capo Salvini che i suoi sottoposti non hanno ancora capito (o magari fanno finta di non avere ancora capito) che l’inchiesta sui camici di Regione Lombardia e su Dama SPA, azienda di proprietà del cognato del governatore …

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C’è molta confusione sotto il cielo della Lega ma la situazione non pare per nulla eccellente. Sia il capo Salvini che i suoi sottoposti non hanno ancora capito (o magari fanno finta di non avere ancora capito) che l’inchiesta sui camici di Regione Lombardia e su Dama SPA, azienda di proprietà del cognato del governatore Attilio Fontana, non riguarda camici semplicemente “donati”. Eppure è proprio questo che ha detto oggi Centemero in un’intervista alla Verità, nella quale si è lamentato di presunte “attenzioni speciali” nei confronti della Lega:

“Mi sembra paradossale che qualcuno sia sotto indagine per aver donato dei camici. E’ evidente che la normativa sugli appalti sia da rivedere, altrimenti si rischia di far allontanare anche le migliori professionalità dalla pubblica amministrazione. Per il resto, conosco Fontana, è persona di specchiata onestà che punta ai risultati migliori per i cittadini che amministra”. “Tutta la Lega è oggetto di attenzioni speciali, e chi gestisce il denaro lo è ancora di più. Dopo di che, il rischio è che vi siano vittime innocenti di un’attenzione mediatica superficiale, che mescola e confonde dati, persone, numeri e anche creando concatenazioni che non esistono”.

centemero salvini lega 49 milioni

In primo luogo, è ormai chiaro a tutti che Dama SPA ha invece venduto i camici a Regione Lombardia – e Attilio Fontana, a differenza di quello che ha affermato in precedenza, sapeva della storia perché era stato informato da un suo assessore – e ha “deciso” di donarli soltanto quando Report ha cominciato a interessarsi della faccenda. In secondo luogo, quando la vendita è diventata una donazione la Dama SPA non ha consegnato la terza tranche della fornitura e ha tentato di venderla ad altri. In terzo luogo, la “donazione” non è mai stata formalmente accettata da Regione Lombardia, e questo dovrebbe spingere Centemero per lo meno a informarsi meglio. Poi c’è da segnalare che parlare di “attenzione mediatica” quando indagano invece magistrati significa svilire il lavoro dei giudici. Infine, il riferimento all'”attenzione” nei confronti di chi gestisce il denaro della Lega è forse giustificato dal modo in cui il Carroccio ha gestito i soldi pubblici negli anni (pagando ad esempio i lavori di casa Bossi…) e dal fatto che le procure, come quella di Roma, vogliono accertare come mai girino soldi intorno a Onlus legate alla Lega come la PiùVoci e poi da queste finiscano al partito. Si tratta di quello che è successo con i 40mila euro di Bernardo Caprotti e i 250mila di Parnasi. In entrambi i casi Centemero potrà spiegare agevolmente come è realmente andata, visto che in uno è stato rinviato a giudizio e nell’altro verrà tra poco celebrata l’udienza preliminare.

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