Giorgia Meloni vuole più richiedenti asilo in Italia e meno in Ungheria

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-03-01

Ieri la leader di FdI è andata a lezione a Budapest dal premier magiaro Viktor Orbán per imparare come affrontare l’immigrazione ed è tornata con due idee geniali: costruire un muro alle nostre frontiere (non si sa bene se in mezzo al mare o sulle spiagge) come hanno fatto gli ungheresi e collaborare con quei paesi europei che non vogliono accettare il meccanismo europeo di redistribuzione dei migranti. Il risultato? Ce li teniamo tutti noi

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«Tra patrioti europei ci si intende subito alla grande», scriveva ieri Giorgia Meloni dopo aver incontrato il primo ministro ungherese Viktor Orbán. Ed entriamo subito nel paradosso della fantomatica internazionale sovranistauna creatura fantapolitica che dovrebbe unire tutti quei leader che hanno interesse a difendere il proprio popolo e la propria nazione. Il problema, evidente a tutti tranne a coloro che credono che l’unione degli ultranazionalisti faccia la forza, è che i nazionalisti europei hanno lo stesso obiettivo ma interessi contrapposti. Un patriota ungherese non ha alcun interesse ad aiutare l’Italia, perché così facendo finirebbe per danneggiare il proprio Paese.

Cosa ha capito Giorgia Meloni del piano di Orban contro i migranti

Giorgia Meloni, invece è convinta che le cose vadano diversamente, ieri con Orbán hanno parlato di lotta all’immigrazione incontrollata, difesa delle radici cristiane dell’Europa, revisione dei trattati europei per dare più sovranità agli Stati e di politiche di sostegno alla famiglia e alla natalità. Ora la faccenda della revisione dei trattati europei è chiaramente una balla, per farlo serve l’accordo della maggioranza degli Stati membri quindi l’Ungheria e l’Italia di Giorgia Meloni da sole potranno fare ben poco. Anche perché, ma questo Giorgia forse non lo sa, qualche tempo fa i ministro degli Esteri, Peter Szijjarto, in un incontro con la stampa in cui non erano ammesse domande, ha affermato testualmente che “l’Ungheria non sospenderà l’applicazione di alcuna norma comunitaria”. Il giorno prima il governo magiaro aveva annunciato unilateralmente la sospensione della Convenzione di Dublino.

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Secondo Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia l’Ungheria è uno di quei paesi che maggiormente si sta impegnando a difendere le radici cristiane europee per «salvaguardare gli interessi nazionali dal pensiero unico e dall’omologazione che Bruxelles cerca di imporci». In un’intervista pubblicata su Libero la Meloni ribadisce la sua ricetta: «Frontiere chiuse e radical chic in miniera» spiegando che dall’Ungheria importerebbe in Italia «i muri all’immigrazione clandestina». Ed infatti l’Ungheria è uno di quei paesi che ha eretto le barriere di filo spinato per impedire ai migranti che percorrono la rotta balcanica di entrare nel Paese. Il problema è che quella tratta è via terra. I migranti che arrivano in Italia lo fanno via mare, qual è il programma della Meloni? Mettere i reticolati sulle spiagge o costruire un muro in mezzo al mare?

Il geniale piano di Giorgia Meloni per tenersi più migranti in Italia

Orbán non ha nulla da insegnare su come “cacciare i clandestini” perché semplicemente fa in modo che non entrino. E così facendo i migranti finiscono per entrare in Europa da un’altra parte, magari arrivando anche in Italia. L’Italia non è l’Ungheria, è una patriota come la Meloni dovrebbe saperlo. Ma facciamo finta che dal premier ungherese ci sia qualcosa da imparare. I fatti fino ad ora ci dicono che oltre al famoso muro Orbán non è riuscito a fare molto. Il referendum contro la UE e contro i migranti non ha raggiunto il quorum.  Successivamente i parlamentari ungheresi hanno bloccato la riforma costituzionale voluta dal primo ministro per bloccare la ricollocazione Ue dei richiedenti asilo.

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Successivamente l’Ungheria ha perso la causa con l’UE sulle quote di migranti ma i patrioti ungheresi hanno provato a rifarsi con un “referendum anti-Soros” di chiaro stampo antisemita. Ma tranquilli, per la Meloni il fascismo e l’antisemitismo sono roba vecchia. Un po’ come il piano Kalergi, una bufala di inizio Novecento che però piace molto a tutti i nazionalisti europei che strepitano contro l’invasione organizzata o la sostituzione dei popoli europei.

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Ma dobbiamo essere onesti, Viktor Orbán è davvero riuscito a fermare l’immigrazione. E sapete come l’ha fatto? Lasciando gli immigrati in Italia. Non si tratta nemmeno di immigrazione clandestina ma di richiedenti asilo che in base a tutti i trattati europei sottoscritti dall’Ungheria devono essere ripartiti in tutti gli stati dell’Unione. L’Ungheria alla quale tanto si ispira la leader di Fratelli d’Italia non ha accolto nessun migrante entrato a far parte del meccanismo di distribuzione europeo. La tabella qui sopra dice quanti migranti sono stati trasferiti in Ungheria fino al maggio 2017. Quella qui sotto invece quanti sono stati ricollocati fino al 16 febbraio 2018. La risposta è zero.

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Ma c’è di più: nell’intervista a Libero la Meloni esprime un desiderio: «Vorrei che l’Italia collaborasse con i Paesi del gruppo di Visegrad» ovvero con Ungheria,Polonia, Repubblica Ceka e Slovacchia. Sapete quanti migranti arrivati in Italia hanno accolto complessivamente questi paesi negli ultimi anni? Zero. Paradossalmente ne hanno accolti più dalla Grecia (appena una dozzina) ma nessuno dall’Italia. Che vantaggio otterrebbe l’Italia da una collaborazione con dei paesi che non rispettano gli impegni presi in sede europea? La Germania, l’odiatissima Germania di Frau Merkel, ne ha accolti 4.908. Quello che la Meloni non vuole dire ai suoi elettori è che una qualsiasi alleanza con forze sovraniste non darebbe alcun vantaggio all’Italia perché al momento del voto nessuno di loro aiuterebbe l’Italia sul tema chiave dell’immigrazione. Di conseguenza eleggere Giorgia Meloni – una sovranista che non si accorge che il sovranismo paneuropeo è come La corazzata Potëmkin  per il Ragionier Fantozzi –  è completamente inutile.

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