Opinioni

Giorgia Meloni e il “dittatore” scelto dal popolo meglio di Conte

Mario Neri 03/04/2020

“In Ungheria è stato deliberato lo stato d’emergenza, come è stato deliberato da noi, e questo dà dei poteri molto importanti anche sulle libertà delle persone al presidente ungherese come al presidente Conte. Con la differenza che Orbán almeno gli ungheresi se lo sono scelto”. Giorgia Meloni a L’Aria che tira poco fa ha spiegato […]

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“In Ungheria è stato deliberato lo stato d’emergenza, come è stato deliberato da noi, e questo dà dei poteri molto importanti anche sulle libertà delle persone al presidente ungherese come al presidente Conte. Con la differenza che Orbán almeno gli ungheresi se lo sono scelto”. Giorgia Meloni a L’Aria che tira poco fa ha spiegato un po’ a modo suo (diciamo) cosa è successo in Ungheria anche se nel frattempo dimostra di non avere nessuna intenzione di farsi entrare in testa che gli italiani non si sono mai “scelti” il presidente del Consiglio che dalle nostre parti viene nominato dal presidente della Repubblica.

Allora forse è necessario un ripasso.  Il Parlamento ha approvato una legge che dà al premier pieni poteri per un periodo illimitato di tempo. E già questo è diverso da quanto è successo in Italia, dove lo stato d’emergenza è stato dichiarato per sei mesi e può essere rinnovato ma ha un limite di tempo. In Ungheria lo stato di emergenza prevede la sospensione delle elezioni, carcere per chi diffonde fake news (chissà cosa succederebbe a Salvini e Meloni in Ungheria se postassero un video su un laboratorio cinese che ha inventato il Coronavirus…) e consente a Orbán di governare per decreto fino alla fine dello stato emergenza che potrà essere revocato solo con un voto dei due terzi del parlamento (Fidesz, il partito del premier, ha i due terzi dei voti). Le opposizioni hanno parlato di deriva autoritaria, e in un paese che è già considerato a “democrazia ridotta” e che rischia sanzioni in base all’articolo 7 del Trattato di Lisbona la cosa non sorprende poi troppo. Salvini dice che il voto è una libera scelta del parlamento democraticamente eletto ma il rapporto dell’OSCE sulle elezioni del 2018 ha sollevato parecchi dubbi sulle modalità con cui si sono svolte le ultime elezioni politiche. Per la cronaca, dal 2015 in Ungheria è in vigore uno stato di emergenza relativo alla questione dei migranti, sono cinque anni e non è ancora stato revocato. Cosa che non fa ben sperare sulla revoca di questo nuovo provvedimento.

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«Uno Stato d’emergenza illimitato e incondizionato non può garantire il rispetto di regole e valori della democrazia» ha detto il Consiglio d’Europa. In Italia invece Salvini – quello che qualche giorno fa si è accorto che il 31 gennaio in Italia è stato dichiarato lo Stato di Emergenza per la durata di sei mesi suggerendo che si tratti di un attacco alla democrazia – e Meloni non hanno detto nulla. Forse perché non vogliono intromettersi negli affari di Orbán (ma il premier magiaro invece ha mano libera per dire ciò che vuole sull’Italia). O forse perché i sovranisti nostrani non hanno abbastanza coraggio per mettersi contro il vero uomo forte.

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Loro se la prendono invece con Giuseppe Conte, accusandolo di essere un uomo solo al comando e lamentandosi del fatto che «è un momento troppo delicato per l’Italia e per gli italiani per escludere qualcuno e per lasciare solo in mano a qualcun altro queste decisioni» (Matteo Salvini, 22 marzo) oppure chiedendo di aprire il Parlamento, che non è mai stato chiuso. Salvini e Meloni si sono anche diffusamente lamentati del fatto che il Governo non li vuole ascoltare e non vuole discutere sulle loro proposte. In Ungheria l’opposizione non è stata minimamente consultata (così come non venne consultata al momento della riforma costituzionale). Ma questo evidentemente è solo un dettaglio. Perché la destra italiana, quella che loda la decisione presa dal parlamento ungherese democraticamente eletto è fatta così: sbava sull’autoritarismo altrui presentandolo come l’apice della democrazia mentre in Italia magari ci dà grandi prove di democrazia chiedendo “pieni poteri” durante un comizio, facendo cadere il Governo dalla consolle di uno stabilimento balneare, raccontando agli italiani la storia del premier non eletto dal popolo oppure non andando quasi mai in Parlamento. Vuoi vedere che alla fine ha più senso della democrazia un autocrate come Viktor Orbán che Salvini e Meloni?

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