L'ultimatum di Di Maio a Mattarella

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2017-12-10

Il candidato M5S sostiene che dopo le elezioni o si fa il governo a 5 Stelle o si torna alle urne. Ma le cose non stanno proprio così. Anzi: stanno peggio. Per lui

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«Tutte le forze politiche, dopo le elezioni, dovranno decidere se far partire il nostro governo per attuare il nostro programma o se preferiscono tornare subito al voto. Queste sono le due uniche opzioni possibili»: è un Luigi Di Maio maschio e volitivo quello che sulla sua pagina Facebook vede, prevede, stravede cosa succederà nella prossima legislatura e si attribuisce persino il potere di sciogliere le camere.

L’ultimatum di Di Maio

Secondo il candidato premier del MoVimento 5 Stelle infatti le prossime elezioni sono già segnate: il M5S vincerà e lui avrà l’incarico di formare il primo governo dellagggente. «Fatevi i calcoli. Ogni voto in più degli italiani al MoVimento 5 Stelle sarà una garanzia in più per evitare il ritorno al voto e per far partire un governo finalmente dalla parte dei cittadini», dice Di Maio. Questo perché il centrosinistra “è fuori dai giochi con il Pd in caduta libera, sprofondato sotto la “soglia Bersani” e con poche possibilità di risalita”, mentre il centrodestra “unito non ha i numeri per governare e in ogni caso questa coalizione-Frankenstein si sfalderà il giorno dopo le elezioni, come successo in Sicilia”.

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Sondaggi, M5S primo partito e PD in calo (La Repubblica, 9 dicembre 2017)

Andando con ordine, è certamente vero che attualmente il centrosinistra guidato dal Partito Democratico sta soffrendo nei sondaggi, soprattutto dopo l’addio di Pisapia all’ipotesi di coalizione e i buoni risultati (sempre nei sondaggi) di Liberi e Uguali, la formazione antagonista di Renzi. Dopodiché, è pur sempre anche vero che si sta parlando di sondaggi a molti mesi dalle elezioni, ma questo per un partito come i 5 Stelle, che fino a ieri sosteneva che i sondaggi non erano importanti, anzi erano falsi è già un robusto passo avanti.

Il governo a 5 Stelle come unica opzione?

Intanto però non si vede in che modo il centrodestra “si sia sfaldato” dopo le elezioni in Sicilia, come dice Di Maio, visto che chi le ha vinte – Nello Musumeci – è ancora al governo della regione. Musumeci ha deciso di tenere fuori la Lega dalla coalizione in Sicilia perché Salvini ha ottenuto un solo deputato, che nel frattempo è stato anche indagato per appropriazione indebita. Tutto questo sfascio in Sicilia per adesso è nei pii desideri di Di Maio (e di Cancelleri) ma il governo è ancora in piedi.

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Il sondaggio IPSOS per il Corriere della Sera

In secondo luogo, non è per niente vero che Mattarella sia “obbligato” a dare il mandato a chi ha preso più voti: il presidente della Repubblica, sentiti i partiti, dovrà decidere in base a chi potrà offrire garanzie di poter raggiungere una maggioranza alla Camera e al Senato. E in questa ottica la coalizione di centrodestra potrebbe avvicinarsi molto più del MoVimento 5 Stelle al numero di voti necessari (gli stessi sondaggi che Di Maio oggi vede come aruspici dicono questo). Infine, la decisione di sciogliere le camere appartiene al presidente della Repubblica e sarà lui a dover decidere, in caso di stallo, cosa fare dopo le elezioni. Tutta questa agitazione da parte di Di Maio però ha una spiegazione ben precisa: quando scatterà la prossima legislatura, quella sarà la sua seconda nel M5S. Se il presidente della Repubblica dovesse sciogliere le Camere dopo qualche mese, lui, regole alla mano, non potrà più ricandidarsi. Ecco, forse chi ha più da perdere da una decisione di Mattarella è proprio Di Maio. Si capisce perché voglia sin da ora lanciare ultimatum.

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