Danilo Toninelli: il sacrificio umano per placare la sete di sangue di Salvini

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2019-06-03

Il suo addio è sempre più vicino a compiersi. Lo si intuisce dal tintinnar di sciabole che si ode ad ogni uscita del ministro delle Infrastrutture, ormai puntato dalla Lega

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«Danilo, Danilo, Danilo / Ti voglio al più presto accoppar / Danilo, Danilo, Danilo / è il primo del governo a salutar»: il sacrificio umano di Danilo Toninelli, prefigurato dal Fatto qualche giorno fa, è sempre più vicino a compiersi. Lo si intuisce dal tintinnar di sciabole che si ode ad ogni uscita del ministro delle Infrastrutture, ormai puntato dalla Lega.

Danilo Toninelli: il sacrificio umano per placare la sete di sangue di Salvini

Ieri il tenero Danilo è finito nel fuoco concentrico della Lega e del sindaco di Venezia Brugnaro sulle Grandi Navi, dopo l’incidente nel canale della Giudecca. E alla fine ha reagito su Facebook andando all’attacco di Salvini e Centinaio, che lo chiamavano in causa senza nominarlo dal pomeriggio.

È questa la soluzione a cui fanno riferimento i ministri Salvini e Centinaio? Far sfiorare una nave da crociera e una petroliera, con i rischi del caso? O presentare come biglietto da visita di Venezia lo sbarco di milioni di turisti di fronte a un petrolchimico?
Noi siamo qui da appena dodici mesi e, dopo anni di inerzia, siamo già vicini a una soluzione che finalmente tiene davvero assieme le esigenze del turismo, dell’ambiente e del paesaggio. Le chiacchiere le lasciamo agli altri.

danilo toninelli

Il riferimento, scoperto, è a Marghera.  L’idea prevede “l’ingresso dalla bocca di Malamocco percorrendo canali per approdare a Marghera o proseguire per raggiungere la Marittima attraverso il canale Vittorio Emanuele”, ma, spiega Ytaliil ministero dell’ambiente guidato da Sergio Costa e la capitaneria di porto hanno evidenziato che la soluzione comporta “scavi e mobilitazione di milioni di metri cubi di fanghi per lo più inquinati, mettendo a rischio il già delicato equilibrio idrodinamico e morfologico della laguna“.

Toninelli e le Grandi Navi a Venezia

Ma anche Filippo Olivetti, consigliere delegato alle Infrastrutture di Confindustria Venezia Area Metropolitana di Venezia e Rovigo, indica il ministero delle Infrastrutture come responsabile: “Le soluzioni proposte dal Comune di Venezia e dalla Regione del Veneto attendono ancora una risposta da parte del ministero delle Infrastrutture”. E alla fine la Lega fa il nome del responsabile: “Il piano alternativo per tutelare la laguna, il turismo e soprattutto le persone dai rischi di incidenti nel porto di Venezia causati dal passaggio delle grandi navi era già pronto dallo scorso novembre. Peccato che sia stata bloccato subito dal Mit e che in tutti questi mesi il ministro Toninelli non abbia più preso una decisione definitiva limitandosi all’ipotesi, assurda per molti, di far attraccare le navi a Chioggia, ossia in mare aperto”, scrivono il capogruppo della Lega alla Camera, Riccardo Molinari, e la deputata veneziana della Lega in Commissione Trasporti, Ketty Fogliani.

video incidente navi giudecca collisione nave da crociera msc battello turistico
La collisione tra la nave da crociera MSC e il battello turistico a Venezia

E ieri sulla questione è intervenuta la prefettura, che non a caso dipende dal ministero dell’Interno, prospettando una soluzione provvisoria che dovrà passare attraverso uno studio della Capitaneria di Porto: deviare “in tempi ristretti, almeno parzialmente” sul canale Vittorio Emanuele III il traffico delle navi da crociera per la stagione in corso nella Laguna di Venezia.

Toninelli non sa, non risponde

Intanto il ministro rilascia un’intervista a La Stampa in cui riesce nel miracolo di non dire nulla ed evitare di rispondere a qualunque domanda:

Su Twitter ha assicurato che state lavorando e che ci sarà una soluzione in tempi brevi ma lei guida il ministero dei Trasporti già da un anno. Che tempi prevede a questo punto?
«Entro fine giugno verrà scelto il progetto. Nel frattempo stiamo già lavorando per la soluzione provvisoria e ci vorrà qualche mese per metterla in campo. Il protocollo per i fanghi da estrarre dai canali è in via di definizione. Il provveditore ha deciso di chiedere un parere dell’Avvocatura dello Stato, vista la delicatezza del dossier. Questo è un passaggio fondamentale per la caratterizzazione dei fanghi stessi e per i successivi dragaggi. Si tratta di procedure costose e complesse, che richiedono un po’ di tempo».

Come intendete formulare il divieto per le grandi navi? Fin dove potranno arrivare?
«Lo vedrete al momento della scelta del progetto».

Siamo al canto del cigno?

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