Quanti iscritti a Rousseau sono elettori della Lega?

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-09-03

Mentre Casaleggio annuncia il nuovo record mondiale per il numero di votanti continuano ad emergere dubbi sul funzionamento del “sistema operativo”: dagli espulsi che riescono a votare anche se non potrebbero agli attivisti che invece non riescono a farlo passando per la decisione di consentire la votazione senza la verifica in due passaggi via SMS

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L’annuncio arriva alle 13:19. Il generalmente taciturno Davide Casaleggio rompe il consueto riserbo per annunciare urbi et orbi che Rousseau ha infranto di nuovo il “record mondiale“: «Sono qui per fare un annuncio perché alle 13.19 di oggi abbiamo superato le 56 mila 127 votazioni da parte degli iscritti, che era l’attuale record mondiale di partecipazione online a una votazione politica». A metà giornata ha votato oltre la metà degli aventi diritto, un record che non è certificato da nessuno (perché non chiamare quelli del Guiness World of Records?).

Nessuno sa quanto iscritti a Rousseau siano ancora attivisti ed elettori del M5S

Staremo a vedere se alla chiusura delle urne elettroniche i votanti saranno addirittura di più degli iscritti, se il trend rimarrà quello delle prime ore il rischio c’è. Ma al di là delle sparate sui record di Casaleggio il voto su Rousseau è una farsa per tanti altri motivi. Non solo perché questa mattina all’apertura della consultazione il sito è stato a lungo non raggiungibile. Il problema principale è l’elenco degli iscritti. È pacifico che gli attivisti iscritti a Rousseau non rappresentino la totalità degli elettori del M5S. Ma non è nemmeno detto che chi è iscritto alla piattaforma lo sia ancora. Del resto non c’è nemmeno alcuna garanzia che chi si registra (online) abbia fornito dati veritieri: per registrarsi a Rousseau basta inviare un SMS al 43030 con la parola “STELLE”

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Per Laura Castelli le crisi di governo non vengono per nuocere: oggi tutto il mondo sa cosa è Rousseau

Certo, succede anche negli altri partiti: un elettore che ha la tessera ad un certo punto decide di cambiare idea e di votare altro. La differenza è che mentre quando ci si iscrive ad un partito occorre rinnovare annualmente la tessera nel M5S l’iscrizione a Rousseau è per sempre (o quasi). Non c’è necessità di rinnovare ogni anno l’iscrizione e non c’è nemmeno modo per “disiscriversi” dalla piattaforma. Questo significa che con ogni probabilità tra i molti votanti di oggi c’è chi con il MoVimento 5 Stelle non ha più nulla a che fare, da mesi o magari da anni.

Gli espulsi che riescono a votare (anche se non potrebbero)

Ad esempio la deputata Veronica Giannone (espulsa dal M5S assieme a Gloria Vizzini a inizio luglio) ha annunciato di essere riuscita a votare su Rousseau. «Stamattina sono riuscita a votare sulla piattaforma Rousseau eppure in teoria non potrei, perché sono stata espulsa» ha dichiarato la Giannone all’AdnKronos che ricorda che in base allo statuto del partito (articolo 4 lettera c)  «non possono prendere parte alle consultazioni gli iscritti da meno di 6 mesi e gli iscritti destinatari di provvedimenti disciplinari di sospensione od espulsione».

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E non è certo l’unica che ha potuto votare. Ad esempio Loredana Fasano Marangolo, ex attivista M5S che ha fatto parte del Meet Up di Bari, riferisce infatti di essere entrata nell’area voto della piattaforma. Alle ultime europee Fasano Marangolo si era addirittura candidata con Europa Verde: poi l’avvio del provvedimento disciplinare nei suoi confronti.

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L’ex attivista ha annunciato ai “rosiconi” di poter votare su Rousseau e ha postato anche lo screenshot che dimostra che effettivamente può partecipare alla consultazione online (precisando che per correttezza non ha votato). Gli ex attivisti – quelli espulsi non quelli che si sono allontanati volontariamente – sono molto attivi sui social, alcuni si limitano a denunciare la farsa del voto su Rousseau, altri si prendono la soddisfazione di votare.

Gli iscritti che non riescono a farlo

Nel frattempo però gli attivisti certificati iscritti e non espulsi hanno problemi a votare. Un caso è quello dell’ex senatore Giorgio Pizzol, iscritto al M5S dal 2017 come semplice attivista, che in diretta con Myrta Merlino su La 7 non riusciva a votare (per inciso voleva votare No).

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Il tentativo di voto (fallito) dell’ex senatore Giorgio Pizzol in diretta a L’aria che tira

E il suo non è l’unico caso, nelle risposte al post di Loredana Fasano Marangolo compare il commento di un attivista regolarmente iscritto che invece non ha potuto votare perché – recita il messaggio di Rousseau – l’account non risulta abilitato. Naturalmente è possibile che l’attivista non sia iscritto da almeno sei mesi o che non sia stato completato il processo di certificazione dell’utente.

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Quello che sta emergendo in queste ore, scrive su Twitter Marco Canestrari, è che gli utenti «segnalano che adesso si può votare SENZA il controllo SMS tanto sbandierato». È stato fatto per snellire le procedure di voto, in modo da diminuire il carico sui server. Lo si vede anche dal video del tentativo di voto di Pizzol, in teoria prima di poter votare il sistema dovrebbe inviare un SMS sul numero di telefono associato all’account dell’attivista, una misura di sicurezza ulteriore per garantire che sia effettivamente il titolare dell’account a partecipare al voto e non qualcuno che gli ha rubato le credenziali. Disattivando la verifica via SMS però Rousseau rinuncia a questa garanzia. Chi in questi mesi ha creato utenze fittizie o anche solo ha ottenuto le credenziali d’accesso di un vero utente può votare al suo posto.

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