Il blocco delle istanze di fallimento per i debitori

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-04-08

I creditori non potranno far valere le loro ragioni nei confronti dei debitori presentando in tribunale richiesta di fallimento per una delle norme inserite nel DPCM 6 aprile approvato l’altra sera (ma non ancora pubblicato in Gazzetta Ufficiale) dal governo per sostenere la liquidità delle imprese.

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Il Coronavirus blocca le istanze di fallimento almeno fino a giugno. Il Messaggero spiega oggi che i creditori non potranno far valere le loro ragioni nei confronti dei debitori presentando in tribunale richiesta di fallimento per una delle norme inserite nel DPCM 6 aprile approvato l’altra sera (ma non ancora pubblicato in Gazzetta Ufficiale) dal governo per sostenere la liquidità delle imprese.

Il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, aveva parlato di «interventi importanti sul diritto fallimentare». Il congelamento delle procedure rimarrà in vigore fino al 30 giugno prossimo. Gli unici per i quali la richiesta di fallimento non sarà bloccata saranno i pubblici ministeri. Le ragioni della decisione sono contenute nella relazione illustrativa del decreto. «Risulta indispensabile, per un periodo di tempo limitato», si legge nella bozza del provvedimento, «sottrarre le imprese ai procedimenti finalizzati all’apertura del fallimento e di procedure anch’esse fondate sullo stato di insolvenza.

Ciò», aggiunge la relazione, «per una duplice ragione: da un lato per evitare di sottoporre il ceto imprenditoriale alla pressione crescente delle istanze di fallimento di terzi e per sottrarre gli stessi imprenditori alla drammatica scelta di presentare istanza di fallimento in proprio in un quadro in cui lo stato di insolvenza può derivare da fattori esogeni e straordinari, con il correlato pericolo di dispersione del patrimonio produttivo, senza alcun correlato vantaggio per i creditori dato che la liquidazione dei beni avverrebbe in un mercato fortemente perturbato». L’altra ragione è quella di «bloccare un altrimenti crescente flusso di istanze in una situazione in cui gli uffici giudiziari si trovano in fortissime difficoltà di funzionamento».

come funzionano i prestiti alle imprese e il rinvio delle tasse
Come funzionano i prestiti alle imprese e il rinvio delle tasse (Il Messaggero, 8 aprile 2020)

Il decreto prevede anche il differimento dell’entrata in vigore del nuovo codice della crisi di impresa. Si tratta della riforma che contiene il sistema delle misure di allerta, volte a provocare l’emersione anticipata della crisi delle imprese. Ancora una volta è la relazione illustrativa a spiegare le ragioni della decisione. «Il sistema dell’allerta», si legge, «è stato concepito nell’ottica di un quadro economico stabile e caratterizzato da oscillazioni fisiologiche, all’interno del quale, quindi, la preponderanza delle imprese non sia colpita dalla crisi, e nel quale sia possibile conseguentemente concentrare gli strumenti predisposti dal codice sulle imprese che presentino criticità».

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