Il gioco furbo di Ama sulla raccolta differenziata a Roma

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-04-13

Un’inchiesta di Piazza Pulita ha rivelato che le percentuali della raccolta differenziata dichiarate da AMA sarebbero falsate. Inoltre si è scoperto che la municipalizzata “regala” ai privati rifiuti di plastica e carta frutto della raccolta indifferenziata fatta dai romani

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Roma ha il piano rifiuti zero che punta ad arrivare, entro il 2021, ad un aumento vertiginoso delle percentuali di raccolta differenziata. Secondo la sindaca Virginia Raggi l’obiettivo è il 70%, qualche giorno fa a Piazza Pulita Roberta Lombardi ha rilanciato dicendo che Roma entro la fine del mandato della giunta del M5S arriverà addirittura all’85% di raccolta differenziata. Riuscire a farlo però sarebbe un’impresa più che miracolosa dal momento che attualmente la percentuale di raccolta differenziata nella Capitale si attesta a meno della metà di quanto promesso da Lombardi, ovvero tra il 43% e il 44%.

Il piano rifiuti zero di Virginia Raggi e Roberta Lombardi

Ma non è tutto oro quello che luccica. Dall’arrivo dei 5 Stelle al governo della Capitale la percentuale di raccolta differenziata non è certo aumentata in modo vertiginoso. Per fare un paragone con un’amministrazione precedente quando Ignazio Marino arrivò al Campidoglio nel 2013 la percentuale di raccolta differenziata era al 37%, quando Marino fu cacciato – nel 2015 – era arrivata al 41%. Per il 2017 l’obiettivo di AMA era portare la raccolta differenziata al 48%, quest’obiettivo non è stato raggiunto. Lombardi ha detto che se entro il 2021 non si raggiungerà l’85% non si potrà dire che era colpa delle precedenti amministrazioni ma che la responsabilità sarà dei 5 Stelle. Inutile ricordare che in quella data né Virginia Raggi né la Lombardi potranno correre per un altro mandato (a meno che il M5S non cambi le regole come ha già fatto per i parlamentari).

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In attesa della guerra di cifre che si scatenerà tra qualche anno ieri Piazza Pulita ha mostrato come anche i dati attuali non corrispondano al vero. In buona sostanza il risultato sulla differenziata a Roma sarebbe gonfiato. I rifiuti di Roma continuano quindi a dare spettacolo, questa volta non si tratta però di quelli che vengono “esportati” in altre regioni (o all’estero) perché gli impianti di trattamento romani (sia per l’indifferenziato che per l’organico) sono sottodimensionati. E non si tratta nemmeno della telenovela infinita dei nuovi impianti per il compostaggio che verranno messi in funzione, se tutto andrà bene, fra non prima di tre anni (ovvero nel 2021…).

Tutti i guai del ciclo dei rifiuti dell’AMA a Roma

Ieri Piazza Pulita ha mostrato che fine fanno i rifiuti della raccolta differenziata che già ora si sta facendo a Roma. Il problema della differenziata di Roma è duplice, da un lato ci sono quei cittadini che la fanno, che separano carta, plastica e indifferenziato anche se non hanno il porta a porta e dall’altro ci sono quelli che buttano tutto a casaccio nel cassonetto. Ci sono poi i rifiuti abbandonati fuori dai cassonetti, per incivilita o perché, come spesso accade “c’è l’emergenza”. Vale a dire perché i mezzi di AMA – a causa anche di problemi meccanici e tecnici – non riescono a far fronte alla raccolta dei rifiuti.

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A questo punto intervengono i privati, aziende che hanno partecipato all’appalto del Comune (da nove milioni di euro) per ripulire le strade dalla monnezza. Ed è qui che iniziano i “trucchetti”. Secondo Piazza Pulita infatti il materiale raccolto viene inviato a dei centri privati di smaltimento dove viene selezionato e separato (in modo da recuperare la parte riciclabile “preziosa” che poi viene venduta). Il punto è che – come ha spiegato in un’intervista l’ex assessora all’ambiente Paola Muraro – quell’immondizia raccolta per strada concorre a formare il 43% di raccolta differenziata totale.

Così AMA regala rifiuti “puliti” ai privati

Ma non dovrebbe essere così perché non sempre è possibile separare il materiale riciclabile dall’indifferenziato e quindi all’uscita degli impianti di smistamento la quantità di differenziato realmente raccolto è più bassa. Non si tratta solo di numeri per la propaganda, sulla percentuale di differenziata il Comune riceve fondi da Regione e Ministero dell’Ambiente. Non è finita qui, perché in diversi centri di raccolta di AMA, dove i camioncini vanno a scaricare i rifiuti, sono presenti compattatori di aziende private che in teoria dovrebbero essere utilizzati durante le fasi di emergenza per scaricare l’indifferenziato “sporco”, quello da mandare nei centri di selezione privati che hanno partecipato al bando di AMA. Piazza Pulita però ha scoperto che spesso nei compattatori ci finiscono anche i rifiuti “preziosi”, quelli frutto della raccolta differenziata fatta bene.

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Si tratta di materiale che AMA potrebbe vendere, perché già selezionato dai cittadini e che invece invia (pagandolo) alle aziende che a loro volta lo vendono senza nemmeno doverlo lavorare. Secondo la Muraro si tratta di un “regalo di rifiuti puliti” che serve per “compensare” in qualche modo il fatto che alle ditte private arrivino rifiuti con una percentuale di indifferenziato superiore a quella prevista dal capitolato e quindi non lavorabili. Il problema è che questa contropartita viene pagata dai cittadini romani (che da poco hanno beneficiato di un imperdibile sconto sulla TARI). Secondo l’ex assessora della giunta Raggi se AMA fosse a conoscenza di questa procedura si potrebbe parlare tranquillamente di danno erariale. Muraro stima che questo ciclo dei rifiuti venga a costare anche 20 milioni di euro l’anno.

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