La voglia di pausa di Alessandro Di Battista

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2017-09-27

Il deputato pensa di lasciare la platea a Luigi Di Maio e a scrivere libri per potersi presentare per la leadership in futuro. Con un dubbio, però

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Alessandro Di Battista sta pensando seriamente a non ricandidarsi, per ora, e saltare un giro con il MoVimento 5 Stelle per scrivere libri e tornare magari tra due legislatura a proporre la sua candidatura direttamente come leader. La decisione è nell’aria da giorni, e non è detto che venga ufficializzata a breve anche se dovrà esserlo per forza entro il periodo in cui si presenteranno le candidature per il Parlamento.

Alessandro Di Battista pensa a una pausa dal MoVimento 5 Stelle

Eppure i presupposti per la decisione ci sono tutti. La recente paternità e, come racconta oggi Ilario Lombardo sulla Stampa, l’offerta di scrivere un libro sulla vicenda arrivatagli dalla Rizzoli dopo il successo del primo libro pubblicato in questi mesi. Così come l’accoglienza non del tutto entusiastica al distinguo dei due mandati operato dallo stesso Di Battista alla Festa del Fatto, quando il deputato ha spiegato che i due mandati per lui erano un arco temporale di dieci anni per fare politica.
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Chi tra i grillini era a Rimini, scrive oggi la Stampa, era ammutolito di fronte al videomessaggio inviato da Dibba dalla sala parto, l’unico momento di vibrazione emotiva di un evento per il resto soffocato nella grisaglia dei toni di Luigi Di Maio, ha strabuzzato gli occhi quando il deputato ha detto: «È giusto non candidarsi, non è il mio ruolo. Mi sento un libero battitore. Ognuno ha il suo ruolo. Voglio essere totalmente libero di portare avanti le battaglie in cui credo». Tra i colleghi parlamentari è stato subito chiaro che le voci che su Di Battista si rincorrono da mesi potevano non essere infondate: «Ale non si ricandida!». Ma è così?

Alessandro Di Battista e Luigi Di Maio

D’altro canto è vero che a Di Battista conviene che passi l’era di Luigi Di Maio, colui al quale Casaleggio e Grillo hanno fornito le chiavi del MoVimento in mano con un’incoronazione che ha creato molti imbarazzi all’interno e un certo mal di pancia all’esterno, se sono veri i sondaggi che hanno dipinto un arretramento del M5S e una crescita contemporanea del Partito Democratico proprio nel periodo in cui i grillini sceglievano il candidato premier e capo politico.

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Il sondaggio di La7 che dà in calo il M5S e in crescita il PD

Sono gli scenari futuri a far predicare calma a Di Battista con l’impegno politico. Perché con i risultati dei sondaggi oggi è difficile che si arrivi a dare un incarico a Luigi Di Maio il giorno dopo le elezioni. Con il Rosatellum Bis a cui si lavora ancora meno. E allora meglio passare una legislatura difficile fuori dal Parlamento, all’opposizione nelle piazze, invece che dentro a ricalcare gli stessi schemi del M5S in questa legislatura. Per poi magari presentarsi alle elezioni future. Ma con un dubbio: dopo tanti anni di presenza parlamentare e con la situazione interna esplosiva, cosa succederà a quel punto al M5S?

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