Fact checking
Ispettore Zaia, il caso “Coronavirus artificiale” è tuo!
di Alessandro D'Amato
Pubblicato il 2020-05-10
Il virologo laureato all’Università della Strada che a tempo perso fa anche il governatore del Veneto è tornato oggi sul Coronavirus creato artificialmente perché perde forza citando un premio Nobel e una ricerca scientifica che direbbero, secondo lui, quello che dice lui. Vediamo perché è una fregnaccia
A volte è meglio tacere e sembrare stupidi che aprir bocca e togliere a tutti ogni dubbio, diceva il vecchio Oscar Wilde. Chissà perché viene in mente proprio questa frase per raccontare le curiose peripezie dell’Ispettore Luca Zaia a caccia del Coronavirus artificiale.
Ispettore Zaia, il caso “Coronavirus creato artificialmente in laboratorio” è tuo!
Ieri infatti abbiamo spiegato che, a differenza di quanto sostiene il virologo laureato all’università della strada che a tempo perso fa anche il governatore del Veneto (e quando invece di gestire alla grande l’emergenza nella sua Regione se ne esce con sciocchezze così viene da dire che è proprio tempo perso) in primo luogo che il Coronavirus stia perdendo forza è per ora soltanto un’ipotesi fatta da alcuni scienziati e negata da altri, e in secondo luogo che questo non vuole assolutamente dire che il SARS-COV-2 sia artificiale. Ma l’ispettore Zaia non si è dato per vinto. E dopo aver citato ieri a sproposito Remuzzi, oggi durante il consueto punto stampa in diretta Facebook è tornato a parlare della questione: “Non lo dico io ma sono scenari del mondo scientifico”, ha esordito; e di chi parla? “Il premio Nobel Luc Montagnier, che fa parte di una corrente di pensiero, ha detto che ha sequenziato il virus e quello del pipistrello per il 98% ha la sequenza giusta, poi ha delle microsequenze che sono una copia di quello dell’Aids. Lui ha detto che potrebbe darsi che qualcuno abbia tentato di produrre il vaccino dell’Aids, che non si riesce a trovare. Io non sono un virologo ma se mi fanno una domanda ho l’obbligo di dire quali sono gli scenari nel mondo scientifico. Non faccio sparate, sono pubblicazioni scientifiche”.
E allora andiamo nel merito. Secondo il professor Montagnier, che nel 1983 ha scoperto scoperto l’Hiv come causa dell’epidemia di Aids insieme a Francois Barré-Sinoussi e che nel 2017 è stato oggetto di un appello-denuncia di 100 accademici francesi per le sue bufale sui vaccini, Sars-CoV-2 è un virus che è stato lavorato e rilasciato accidentalmente da un laboratorio di Wuhan, specializzato per la ricerca sui coronavirus, nell’ultimo trimestre del 2019. “Non siamo stati primi, un gruppo di ricercatori indiani ha cercato di pubblicare uno studio che mostra che il genoma completo di questo virus che ha all’interno delle sequenze di un altro virus, che quello dell’Aids. Il gruppo indiano ha ritrattato dopo la pubblicazione. Ma la verità scientifica emerge sempre. La sequenza dell’Aids è stata inserita nel genoma del coronavirus per tentare di fare il vaccino”. In realtà – e a differenza di quello che dice Montagnier – i ricercatori indiani hanno ritirato l’articolo dopo che i commenti ricevuti dalla comunità dei ricercatori li hanno convinti a rivedere sia l’approccio tecnico che l’interpretazione dei risultati.
Il primo febbraio scorso il professor Enrico Bucci aveva parlato della ricerca degli indiani citata da Montagnier per sostenere la connessione tra HIV e Coronavirus SARS-COV-2:
Su BioArxiv, un gruppo di ricercatori indiani ha rilasciato un manoscritto in cui si afferma che ben 4 sequenze di ncov2019 sono inserti dal virus di HIV. L’enormità di questa affermazione è aumentata dal fatto che gli autori suggeriscono anche che ciò sia dovuto a ingegnerizzazione umana (come unica fonte possibile della cosa). E’ UNA SOLENNE E PERICOLOSA FESSERIA.
2 sequenze sono tipiche del coronavirus di pipistrello, mentre delle rimanenti 2 solo una è davvero conservata con HIV, ma è lunga solo 6AA, il che significa che il dato è puramente casuale. Pubblicare in fretta per guadagnare visibilità e fama accademica è da criminali in questo contesto.
Luca Zaia, Montagnier e la bufala del Coronavirus artificiale
Trevor Bradford, scienziato che lavora al Fred Hutchinson Cancer Research Center e che su Twitter raccoglie thread sulle ricerche che riguardano SARS-COV-2 ha mostrato, parlando della ricerca degli indiani, che gli inserti trovati nel virus sono stringhe minuscole che hanno corrispondenza con molti altri virus, senza alcun bisogno di scomodare l’HIV. Qui c’è l’intero thread e un link al riepilogo dei risultati.
These short inserts do indeed exist in #nCoV2019 relative to its closest sequenced relative (BetaCoV/bat/Yunnan/RaTG13/2013, seen here https://t.co/Qz2zmZD5yS). However, a simple BLAST of such short sequences shows match to a huge variety of organisms. No reason to conclude HIV. https://t.co/HnOWB5OQi4 pic.twitter.com/mUfxwB6GsP
— Trevor Bedford (@trvrb) January 31, 2020
Proprio qualche giorno fa un post dell’Associazione Nazionale Biotecnologi Italiani tornava sulla spiegazione:
L’articolo è stato FATTO A PEZZI e RITIRATO (quel withdrawn sul testo vuol dire proprio ritirato) perché guardando questi presunti pezzi (sequenze) di HIV si è visto che erano frammenti così piccoli che in realtà non erano caratteristici di HIV, ma si trovavano un po’ dappertutto, dalle scimmie (Rhinopithecus roxellana) alla muffa di casa (Stachybotrys chartarum).
Questo lavoro di verifica (perché nella scienza non si prende nulla per oro colato) è stato pubblicato il 4 febbraio qui: https://www.tandfonline.com/doi/full/10.1080/22221751.2020.1727299
Chi è Luc Montagnier?
Quanto a Montagnier, abbiamo già raccontato che Montagnier in Italia è famoso per un’intervista a Le Iene in cui affermava, falsamente, che l’AIDS si potesse trasmettere con un bacio. Ma non è questa la peggiore di Montagnier. La peggiore viene raccontata da Andy Lewis qui, e risale al 2009: nel gennaio di quell’anno Montagnier pubblicò i risultati di una ricerca che affermava che il DNA poteva indurre segnali elettromagnetici di bassa frequenza in soluzioni acquose altamente diluite, le quali manterrebbero poi “memoria” delle caratteristiche del DNA stesso. Queste onde radio possono essere associati con “nanostrutture” nella soluzioni che potrebbe essere in grado di ricreare l’agente patogeno. Il tutto condito con affermazioni prima e pubblicazioni di presunti studi e ricerche poi che sostenevano gli effetti delle cure omeopatiche. Uno studio che venne giudicato «privo di validità scientifica poiché carente riguardo al protocollo sperimentale, alle apparecchiature usate, alle semplici basi teoriche».
Qualche tempo fa 35 premi Nobel che hanno chiesto la rimozione di Montagnier da direttore part time del Centro Chantal Biya internazionale di riferimento (CIRCB) a Yaoundé con una lettera scritta da Richard Roberts, biologo molecolare e a sua volta premio Nobel, il quale si dimise dal centro in polemica insieme ad altri membri dal consiglio scientifico. Nella lettera si accusava Montagnier di aver abbracciato teorie lontane dalla ricerca scientifica, come quella dell’acqua che conteneva memoria degli agenti patogeni non più presenti in essa e quella sulle onde elettromagnetiche emesse dalle sequenze del DNA, utili a diagnosticare malattie. Ce ne era anche per l’Aids, visto che Montagnier aveva sostenuto che stimolando il sistema immunitario con gli antiossidanti e gli integratori alimentari si poteva aiutare a combattere l’Aids. Montagnier era persino apparso a un congresso di anti-vaccinisti, sostenendo la famigerata correlazione con l’autismo già smentita in più occasioni. Ecco, adesso l’ispettore Zaia ha più elementi di prova per cercare di trarre una conclusione riguardo le sue indagini. E magari, quando ha tempo, per tornare a occuparsi di quello per cui è pagato invece di dire fregnacce.