Chi sono i volti nuovi M5S (sorpresa sorpresa!)

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-01-23

Riconfermati molti parlamentari uscenti nei collegi plurinominali entrano soprattutto i vincitori delle Parlamentarie. Non si sa ancora quanti voti abbiano preso ma già iniziano a darci le prime soddisfazione. E manco farlo apposta i primi scivoloni sono sul tema dell’uscita dall’euro, dove la posizione del M5S è alquanto ondivaga

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È passata quasi una settimana dalla chiusura dei seggi delle Parlamentarie e il MoVimento 5 Stelle, in ossequio al principio fondante della trasparenza, non ha ancora fatto sapere quanti attivisti hanno votato e quanti voti hanno preso i candidati che hanno conquistato un posto in lista. Si sa solo che è stato registrato “il record di sempre come numero di candidati partecipanti a una selezione di candidati del MoVimento 5 Stelle”. Sono invece stati resi noti i nomi dei candidati nei collegi plurinominali per Camera e Senato.

Il candidato che non ha capito la posizione del M5S sull’euro e quello che si improvvisa De Falco

Non ci sono a dire il vero molte sorprese, ai primi posti ci sono quasi tutti i big del M5S. Non ci sono sorprese nemmeno per quanto riguarda gli “outsider” famosi come Elio Lannutti (Lazio 2), Gianluigi Paragone (Lombardia 3) e Gregorio De Falco (Toscana 2). Tutti e tre sono stati candidati al Senato e sono al primo posto nei rispettivi collegi. Del resto era prevedibile che i candidabili più noti e famosi (parlamentari e personaggi pubblici) avessero la meglio sulle migliaia di illustri sconosciuti che hanno tentato di farsi conoscere agli attivisti con video di presentazione spesso improbabili. Non c’è stato il tempo quasi per nessuno di condurre una campagna elettorale e quindi chi già poteva contare su un’immagine e un profilo noto partiva in vantaggio. È l’ennesima riconferma che “uno vale uno” è solo un modo di dire, soprattutto se non si mettono gli attivisti in condizione di valere uno quanto l’altro. Anche perché poi tra i molti sconosciuti spuntano nomi di portavoce e addetti alla comunicazione del M5S come Sabrina De Carlo (capolista in Friuli Venezia Giulia).
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Ci sono poi alcuni attivisti che non sembrano aver compreso la linea del MoVimento 5 Stelle ma che sono in ogni caso riusciti a superare la “selezione ferrea” dello Staff. È il caso di Francesco Forciniti, capolista in Calabria che un mese fa parlava dell’Euro come di una camicia di forza che stritola gli Stati nazionali e spiegava la necessità di recuperare la sovranità monetaria. Perché “l’euro non è una moneta, ma piuttosto uno strumento di controllo attraverso cui una ristretta élite sta imponendo ai popoli europei un modello sociale”. Forciniti si salva in corner nel finale quando dice che “o cambiamo le regole del gioco o si esce da questo gioco, e anche in fretta”. A discolpa di Forciniti c’è da dire che negli ultimi mesi sull’euro Di Maio ha cambiato idea così tante volte che è difficile stare al passo. Per chi vuole uscire dall’euro e stare nel M5S c’è sempre l’ombrello della linea dettata da Alessandro Di Battista.
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E non è l’unica “vittima” del cambio di strategia del M5S sull’Euro. Anche Margherita Del Sesto (Campania 2 alla Camera) nel 2015 raccoglieva firme per uscire dall’euro. Chissà cosa ne pensa ora della nuova linea di Di Maio che ritiene che il referendum non sia più necessario.
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C’è chi come Claudio Brandoli (terzo in lista nel collegio Emilia Romagna 2 al Senato) si fa prendere dall’entusiasmo e si lascia andare al situazionismo paragonando Renzi a Schettino.

Lo strano caso del consigliere a 5 Stelle e dell’albergo per migranti

Qualche imbarazzo in più potrebbe provocarlo la candidatura di Gedorem Andreatta, consigliere comunale a Marostica e ora candidato alla Camera in Veneto. L’anno scorso Andreatta era diventato suo malgrado famoso dopo le accuse – da parte di Quinta Colonna e del Giornale – di fare affari con i migranti. Il pentastellato sarebbe infatti tra i soci di una struttura – l’hotel Adele – che è stata messa a disposizione per accogliere i migranti nel territorio di Vicenza. All’epoca Andreatta si difese dicendo che i giornali stavano «costruendo un castello in aria». In ogni caso essendo tutto in regola non c’è alcun illecito. L’unica nota stonata è che il MoVimento 5 Stelle è stato sempre fortemente critico nei confronti di chi si arricchiva con il business dell’immigrazione. Di Maio infatti è stato tra i più feroci accusatori non tanto degli scafisti quanto delle ONG e di tutto il sistema (legale) di accoglienza organizzata nel nostro Paese. Per Andreatta però la spiegazione è semplice: «l’attività non la gestisco io ed è pre-esistente alla mia attività politica».
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Una possibile promessa della prossima legislatura è l’avvocato Valentina Corneli in arte Valentina Von Tryer, grande appassionata di cinema che riesce a passare con nonchalance dall’ultimo film di Christopher Nolan al DDL Richetti sull’abolizione dei vitalizi. Vitalizi che sono già stati aboliti.
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Ironia della sorte la Corneli, capolista in Abruzzo, potrebbe essere eletta in Parlamento con quella che lei (e tutti i pentastellati) hanno definito “la peggiore legge elettorale della storia”. Restiamo in attesa che il MoVimento renda pubblica anche la lista dei 348 candidati nei collegi uninominali, che a quanto pare saranno scelti personalmente da Di Maio.

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