Fact checking
La vittoria (provvisoria) di Giuseppe Conte sul barcone
di Alessandro D'Amato
Pubblicato il 2018-07-15
Il premier incassa l’ok di Francia e Malta e le promesse di Portogallo e Spagna. Sconfessando così la linea e le proposte di Salvini, che infatti esulta. Ma la partita della ridistribuzione rimane complessa. Soprattutto a causa della Germania
Nel tardo pomeriggio ma in tempo per le edizioni serali dei telegiornali, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha battuto un colpo per la soluzione del problema del barcone arrivato dalla Libia e preso in carica dai militari italiani dopo il dinego di Malta, che aveva spiegato come i natanti avevano rifiutato i soccorsi da La Valletta perché volevano proseguire verso l’Italia, nelle cui acque sono approdati ieri notte scatenando il solito can can di Matteo Salvini.
Giuseppe Conte e i migranti del barcone
La linea di Salvini è stata però apertamente sconfessata. Il ministro dell’Interno aveva proposto prima il respingimento del barcone fino alle coste della Libia dove sarebbe stato preso in carico dalla Guardia Costiera libica. Poi aveva dichiarato che si potevano caricare i migranti della nave sulle navi militari per poi riportarli in Libia. Anche qui ha ricevuto un cortese picche dalla presidenza del consiglio e dai ministri che avrebbero dovuto dare l’ok all’operazione. A questo punto, racconta la narrativa istituzionale, Conte si è attaccato al telefono e ha parlato con gli altri leader europei e con la Commissione, e successivamente ha scritto una lettera chiedendo agli altri paesi di farsi carico dei 450 migranti. Francia e Malta hanno accettato di prendersene 50 ciascuno, per un totale di 100: gli altri 350, a meno che non intervengano altri paesi (per ora si sono fatti avanti informalmente Spagna e Portogallo), dovranno rimanere in Italia.
Una vittoria? Salvini parla di “risultato storico” sorvolando sul fatto che tutte le soluzioni da lui proposte siano state bocciate. In effetti, il pragmatismo a cui si è convertito nella questione dei migranti gli fa dire che qualunque risultato diverso dall’accoglienza totale in Italia è comunque positivo. Anche se i suoi supporter non sembrano del tutto d’accordo visto che in monti si lamentano e chiedono il blocco navale per risolvere definitivamente e alla radice il problema.
La lettera di Giuseppe Conte ai leader UE
L’iniziativa diplomatica ha avuto successo grazie all’intervento di Enzo Moavero Milanesi, che ha preparato il terreno per le telefonate di Conte e all’interno dell’esecutivo ha avuto un ruolo più importante di quello dello stesso Salvini nella soluzione (provvisoria) del problema. Il punto però è che Conte e Moavero hanno cercato l’adesione formale della Spagna all’accordo. Con una strategia chiara: formare un fronte dei Paesi mediterranei che rispondono collettivamente alla questione migratoria. Francia, Malta, Spagna, Italia (e Portogallo eventualmente) capaci di stringere un’alleanza valida anche per il futuro. Il grande confine europeo con il Nord Africa. Anche per questo la Germania ha potuto aspettare prima di essere coinvolta. Per non parlare dei Paesi di Visegrad, gli alleati di Salvini, nemmeno presi in considerazione.
Ed è proprio qui che il patto piange. Perché la Germania, per motivi legati alla frizione interna ai partiti che appoggiano Angela Merkel, non può permettersi di prendere nessun migrante né di stringere accordi di questo tipo. E finché non si muove Berlino tutti possono muoversi dietro la Merkel per dire “se lei no, perché io sì?”. Ecco perché quello che è successo ieri non apre a una ridistribuzione automatica delle quote, il vero – e giusto – obiettivo di chi nell’esecutivo non vuole dare retta a Salvini.