«Virginia Raggi fuori dal M5S se…»

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-06-24

L’avvocato Ciannavei al Messaggero riepiloga i rischi per la sindaca in caso di condanna o patteggiamento

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Andrea Ciannavei è l’avvocato che difende Beppe Grillo in giro per i tribunali d’Italia: di recente lo abbiamo visto all’opera a Genova per il caso Cassimatis e a Roma per il regolamento M5S, mentre non è escluso che segua anche la nuova grana giudiziaria con Cristina Grancio. Oggi Ciannavei rilascia un’intervista a Simone Canettieri del Messaggero e spiega per quali ragioni, in caso di esito nefasto in tribunale, Virginia Raggi potrebbe finire fuori dal M5S:

Piccolo ripasso. In caso di condanna per la sindaca Raggi sarete costretti a toglierle il simbolo?
«In questo momento non è assolutamente nei nostri pensieri, non ci pensiamo neanche a un’ipotesi del genere, perché non è all’orizzonte».
La sindaca rischia il rinvio a giudizio.
«Il rinvio a giudizio non determina alcunché, il codice etico parla chiaro, è la condanna in primo grado a far scattare altro. A quel punto…»
A quel punto?
«Si toglie il simbolo. Ma è un’ipotesi a cui non vogliamo pensare e non ci sono motivi per pensarci. Sul rinvio a giudizio il codice etico è molto chiaro: può rimanere. Al contrario, per la condanna in primo grado si procede con fermezza».

beppe grillo virginia raggi telefonata

Ci saranno eccezioni o strappi alle vostre regole?
«No, il nostro è un meccanismo molto più rigido rispetto a quello degli altri partiti che non si sono dotati di questi accorgimenti».
Però avete cambiato il codice etico lo scorso dicembre subito dopo l’inchiesta sul Campidoglio. Uno strano tempismo:perché?
«E’ vero: prima bastava un semplice avviso di garanzia, adesso il nostro regolamento è molto più garantista e prevede la condanna in primo grado. Se anche gli altri partiti seguissero il nostro esempio ci sarebbe un parlamento più pulito».

Leggi sull’argomento: Cristina Grancio porta Beppe Grillo in tribunale

 

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