Virginia Raggi aveva promesso di chiudere la discarica di Ponte Malnome, ma…

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2019-07-01

L’AMA chiede a Raggi di usare ancora la discarica di Ponte Malnome. Cosa aveva promesso la sindaca? E come finirà?

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Ricordate? Nel dicembre scorso Virginia Raggi autorizzò la discarica di Ponte Malnome e ne parlò in un’assemblea cittadina a Corviale insieme a Pinuccia Montanari, nel frattempo dimessasi ma all’epoca ancora con pieni poteri nell’assessorato all’Ambiente di Roma, che oggi è ancora vacante.

Virginia Raggi e la discarica di Ponte Malnome (che doveva chiudere a luglio)

All’epoca la sindaca fu piuttosto decisa: disse che avevano tentato di individuare altre aree ma alla fine, a malincuore, erano stati costretti a scegliere Valle Galeria “perché era l’unica soluzione possibile”. E scaricò anche immediatamente su AMA le responsabilità dell’eventuale fallimento: “Ho voluto questo incontro per far prendere ad Ama le proprie responsabilità, hanno preso un impegno con questa amministrazione, entro sei mesi devono trovare un altro sito, proroghe non ne avranno”.

Ebbene, sabato scadranno i 180 giorni di durata (come da accordi tra la sindaca Virginia Raggi e il XII Municipio) della stazione di trasferenza a Ponte Malnome, nei pressi della discarica di Malagrotta, ma, scrive oggi l’agenzia di stampa DIRE, la municipalizzata ha bisogno di quegli spazi (300 tonnellate al giorno di immondizia stoccata e poi caricata sui camion che la portano negli impianti fuori città) per evitare il collasso irreversibile; pertanto da via Calderon de la Barca è partita la richiesta al primo cittadino di una proroga dell’utilizzo di questo “parcheggio per i rifiuti raccolti”.

ponte malnome

AMA ha anche intenzione di fare lavorare tutto il giorno sia il Tmb di Rocca Cencia che il tritovagliatore di Ostia per tamponare l’ennesima emergenza rifiuti che è scoppiata in estate e che è stata oggetto di un allarme del ministero per la salute dei romani.

Il dilemma della prigioniera Virginia

Il Messaggero oggi ha ricordato che oltre al problema ormai conosciuto della mancanza di impianti, aggravato dalla manutenzione in corso nei due Tmb del gruppo Colari di Malagrotta, Ama sta pagando anche la carenza dei centri di trasbordo, le aree dove trasferire i rifiuti dai camion della raccolta a quelli destinati ai centri di trattamento.

Via Calderon de la Barca chiama quindi il Campidoglio a prendere una decisione e il Campidoglio deve rispondere il prima possibile. In teoria sarebbe prevista la chiusura del sito di stoccaggio Ama di Ponte Malnome che dovrebbe essere sostituito da altri più piccoli e dislocati in diverse aree della città, tra cui uno in zona Saxa Rubra.

ponte malnome malagrotta

Nella pratica a Saxa Rubra i lavori non sono terminati ma se Raggi autorizzasse Ponte Malnome a restare aperto dovrebbe di fatto rimangiarsi la parola data sei mesi fa: negli anni l’amministrazione ha sempre preferito evitare questo tipo di proroghe da Ragion di Stato, preferendo lasciare i manager delle municipalizzate a risolversi i problemi da soli – con i risultati che tutti vediamo ogni giorno. Di fatto, ricordava ancora oggi il quotidiano, la soluzione nell’immediato sembra essere l’attesa, complici le vacanze estive dei romani, della riduzione della quantità giornaliera di rifiuti prodotti.

Da settembre poi gli impianti di Malagrotta dovrebbero tornare a funzionare a pieno regime riportando la situazione alla normalità, seppur precaria. Del resto la fabbrica delle frottole del Campidoglio su Facebook si è già inventata un complotto dei poteri forti per spiegare la monnezza nelle strade. Non ci sarebbero problemi a inventarne un’altra ancora più grossa.

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