I video del presunto stupro di Viterbo su Whatsapp

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-05-01

Francesco Chiricozzi e Riccardo Licci hanno inviato nel gruppo Whatsapp del Blocco Studentesco, organizzazione giovanile di Casapound foto e video di quello che è successo all’Old Manners di Viterbo

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Maria Letizia Riganelli racconta oggi sul Messaggero che Francesco Chiricozzi e Riccardo Licci hanno inviato nel gruppo Whatsapp del Blocco Studentesco, organizzazione giovanile di Casapound foto e video di quello che è successo all’Old Manners di Viterbo. Ricevendo in cambio inviti a cancellarli:

«Cancellare obbligatoriamente. Reset del telefono». Il comando in chat è chiaro: quei video devono sparire. Così come i filmati della telecamera di sorveglianza esterna del pub Old Manners,il circolo“culturale” di CasaPound dove la notte tra l’11 e il 12 aprile Francesco Chiricozzi e Riccardo Licci, due giovani militanti di vent’anni, hanno trascinato una donna con la scusa di bere gratis per poi stuprarla.

I video, descritti con dettagli raccapriccianti nell’ordinanza che ha portato all’arresto dei due indagati, sono stati recuperati dagli investigatori il giorno successivo alla violenza. Dal telefono di Chiricozzi erano già stati rimossi. Amici e parenti glielo consigliavano nella chat di “Blocco studentesco”, l’organizzazione neofascista dove le immagini erano state condivise e nella quale c’era anche il padre di Licci, che consiglia al figlio di gettare via il telefono: «Riccardo, butta il cellulare subito»,scrive.Un altro suggerisce: «Fai l’hard reset del telefono».

stupro viterbo whatsapp
Immagine da: Il Messaggero, primo maggio 2019

Le immagini ritraggono la vittima inerme, nuda, sdraiata sul pavimento in posizione fetale, con una mano sulla bocca:

«Si vede la vittima nuda e incosciente», scrive il gip,mentre Chiricozzi dietro di lei fa il segno delle corna «e scuote la testa in segno di sbeffeggiamento». La 36enne, nel video di 7 minuti, viene colpita, violentata a turno e violentata anche con oggetti. Mentre i due bestemmiavano e ridevano. «Oh t’ammazzo, hai capito?», le ripetevano. Poi controllavano il telefono per accertarsi che le immagini fossero nitide. Una preoccupazione che fa dire a Licci: «Oh non si vede gnente». Poi, cambia angolazione e ricomincia, prima a riprendere la scena, poi a violentare la ragazza. Tutto si sarebbe svolto nel seminterrato del pub per più di 3 ore.

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