Travaglio e il berlusconismo del M5S

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-02-19

Il direttore del Fatto dopo il voto che ha salvato Salvini su Rousseau: «I vertici hanno ormai la base che si meritano, e viceversa»

article-post

S’è svejatooo! Come il Marchese del Grillo, Marco Travaglio nei giorni scorsi ha improvvisamente scoperto che i voti del M5S non sono regolari (cosa di cui la maggior parte della popolazione ha già avuto contezza dall’epoca del “Fidatevi di me” destinato ad affondare senza un perché Marika Cassimatis da candidata sindaca a Genova) e nell’editoriale di oggi sul Fatto Quotidiano – per scrivere il quale il direttore ha persino evitato, con sforzo che immaginiamo immane, di parlare di Tiziano Renzi – il giorno successivo al salva-Salvini si accorge del fatto che «è bastato meno di un anno di governo perché il virus del berlusconismo infettasse un po’ tutto il mondo 5Stelle»:

Così le storiche parole d’ordine di Beppe Grillo e la lezione di Gianroberto Casaleggio – “Ogni volta che deroghi a una regola, praticamente la cancelli”– sono finite nel dimenticatoio, con la scusa che “questa volta è diversa”,“non è come con gli altri governi”,“non ci sono di mezzo le tangenti”. Ma “solo” un sequestro di persona, che sarà mai.

Anzi, spiega Travaglio, c’è di più:

Certo, qualcuno avrebbe votato diversamente se il caso Diciotti fosse stato presentato sul blog in maniera corretta e veritiera, e non nel modo menzognero e truffaldino studiato apposta per subornare gli iscritti (il No per il Sì al processo, e viceversa; il quesito cambiato in corsa ieri mattina per blindare ancora meglio il Sì all’impunità; il sequestro di persona spacciato per un banale “ritardo nello sbarco”; l’invocazione del salvacondotto per “l’interesse dello Stato”, del tutto sconosciuto alla norma costituzionale, che consente il no al processo solo in caso di “interesse pubblico preminente”o“ costituzionalmente rilevante”).

Ma la perfetta identità di vedute fra la maggioranza degli eletti e il quasi 60% degli iscritti votanti è un dato di fatto da prendere in considerazione per quello che è: i vertici hanno ormai la base che si meritano, e viceversa. Però, da ieri, il M5S non è più il movimento fondato dieci anni fa da Grillo, Casaleggio e decine di migliaia di militanti. È qualcosa di radicalmente diverso, che ancora non conosciamo appieno e di cui dunque non possiamo immaginare il destino.

Il punto è: quanto durerà questa consapevolezza? Il Marchese del Grillo ci può fornire un facile pronostico:

Leggi anche: Vilipendio: un nuovo processo per Matteo Salvini

Potrebbe interessarti anche