Come è ri-nata la Trattativa per il governo Lega-M5S

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2018-05-30

Nella notte ancora colloquio per trovare una soluzione e salire al Quirinale, che però non ha intenzione di cambiare idea su Savona. Il giallo di una mail di un ex politico a Giorgetti e a Di Maio, la possibile mediazione di Roberto Fico e gli imprenditori del Nord arrabbiati con Salvini

article-post

Il governo Lega-M5S, che sembrava morto domenica, non è ancora ufficialmente resuscitato. Nella serata di ieri, mentre rimbalzavano le ipotesi che volevano il ritorno di Giuseppe Conte a Palazzo Chigi ma senza Paolo Savona ministro, sostituito da Giancarlo Giorgetti – che secondo altre tesi si starebbe invece direzionando verso la presidenza del Consiglio – Salvini continuava a spingere per il professore di economia in via XX Settembre, anche se intanto prospettava l’ipotesi di farlo eleggere con la Lega (alle prossime Europee?) in cambio di un suo passo indietro ufficiale.

Chi ha incastrato il governo Lega-M5S?

Se non andasse in porto questa soluzione il flebile filo di collegamento tra Quirinale e maggioranza parlamentare potrebbe tornare a rompersi, stavolta definitivamente, e Carlo Cottarelli potrebbe presentare la sua lista dei ministri che nel frattempo è stata posticipata sine die in attesa delle decisioni degli uomini della Trattativa Stato-Lega-M5S. Intanto però sui giornali si fanno le ipotesi più disparate su come il filo si è riallacciato e a chi (e a cosa) si deve la riapertura della partita ben oltre i tempi supplementari. Secondo Luca De Carolis, che ne scrive sul Fatto Quotidiano,  si riparte grazie a una mail, scritta da un ex politico di rango, che ha per destinatari il capo del M5S, Luigi Di Maio, e il numero due del Carroccio, Giancarlo Giorgetti. Nel testo si ricorda che un esecutivo gialloverde si può ancora fare. Spiegando (in sostanza): “I vostri gruppi devono presentare in entrambe le Camere mozioni per far presente che esiste una chiara maggioranza parlamentare, quella di Lega e M5S”.

luigi di maio pizza

La storia sarebbe questa: si presenta un’altra squadra con Giancarlo Giorgetti presidente del Consiglio e Paolo Savona all’Economia e si riparte con l’ok del Colle. C’è un problema, però: se il Quirinale accetta il professore a via XX Settembre perde la sfida istituzionale e anche la faccia: perché con Giorgetti presidente del Consiglio l’Europa sarebbe tutelata, considerando che nella sua veste di responsabile esteri della Lega ha detto in passato cose sull’euro molto simili a quelle per cui la nomina di Savona è stata fermata?

Il misterioso ex politico che offre una via al governo Lega-M5S

Se queste sono le basi della trattativa con il Colle, pare francamente difficile che il Quirinale le accetti senza incassare una sconfitta politica e istituzionale che sarebbe più grave del veto nei confronti di Savona. Per Annalisa Cuzzocrea su Repubblica è stato invece Roberto Fico ad avereun ruolo centrale in tutta la vicenda. È stato lui — che il 2 sarà alla parata con il capo dello Stato, ma non alla manifestazione grillina — a tenere aperto il canale con il Quirinale nelle 48 ore in cui tutto sembrava deragliare. Ha taciuto, non ha detto una parola contro la decisione di Mattarella e ha cercato di riannodare i fili.

governo cottarelli mattarella

Carmelo Lopapa racconta invece di una telefonata ricevuta da Giancarlo Giorgetti mentre si trovava al direttivo della Lega a Roma: dall’altro capo del filo, il Quirinale. Poi parla di un colloquio tra Cottarelli e lo stesso Giorgetti:

È pronto a mettere in sicurezza i conti, questo sì, neutralizzando l’aumento dell’Iva e delle accise con una minimanovra. Basteranno pochi mesi, poche settimane di lavoro in aula, un impegno a termine. Poi toglierà il disturbo e un altro governo potrà subentrare. Il messaggio viene subito riferito da Giorgetti.

Salvini l’opzione la prende in considerazione, non a caso inizia a ripetere in piazza e in tv che preferirebbe «non disturbare gli italiani a Ferragosto». Meglio evitare di precipitare nelle elezioni anticipate il 29 luglio. E poi in serata da Siena: «Dovremo aspettare un mese o tre, ma andremo alla guida del Paese».

Alla fine arriva anche il colloquio tra Salvini e Di Maio, ma quando quest’ultimo chiede al leader del Carroccio di firmare un comunicato congiunto dal leghista arriva il no e le posizioni tornano a irrigidirsi. L’invito all’alleato è di rinunciare al professor Paolo Savona all’Economia. Ma Salvini non ha alcuna intenzione, nicchia. Sebbene in serata su La7, da Floris, ammetta che avrebbe la sua comprensione il fatto che uno stimato professore di 82 anni a un certo punto si sfilasse da questo circo, stanco di essere preso a pesci in faccia. Sono segnali, avvisaglie di una svolta possibile.

La base lumbard contro Salvini per lo spread

Il Messaggero, in un articolo a firma di Alberto Gentili, sostiene che ci sia una rivolta di piccoli imprenditori leghisti, arrabbiati per la corsa dello spread e i possibile riflessi sui prestiti delle banche alle imprese, a dare un altolà alla Lega barricadera verso le urne: sempre Giorgetti, in questa versione della storia come anello di collegamento tra Salvini e la base, a preoccuparsi dei possibili risvolti di una crisi dello spread con il Carroccio sul banco degli imputati, avrebbe allora fatto partire un’interlocuzione diplomatica per far ripartire almeno l’ipotesi di governo Lega-M5S.

cottarelli mattarella
Il caos in sala stampa al Quirinale dopo l’annuncio della “fuga” di Cottarelli

In questa versione il Partito Democratico, con la sua richiesta di elezioni a fine luglio, avrebbe convinto i due nemiciamici a tornare al tavolo della trattativa, chiedendo al Quirinale ancora tempo. E perché Mattarella avrebbe accettato? Lo spiega Ugo Magri sulla Stampa:

Di fronte all’eventualità che i mercati possano sfuggire al controllo trasformando la tempesta finanziaria in tsunami, occorre un governo in grado di adottare misure urgenti adeguate. Si tratterebbe di provvedimenti emergenziali, fuori della portata di un governo sfiduciato dal Parlamento, quale certamente sarebbe quello guidato da Cottarelli.

Decisioni all’altezza della sfida potrebbero essere prese soltanto da un esecutivo votato dalle Camere, dunque «politico». Che sempre è stato la prima scelta del Quirinale, figurarsi dunque se Mattarella poteva far leva sui rancori e negare ai partiti la possibilità di ripresentarsi da lui con il cappello in mano, offrendo «collaborazione».

Quanto durerà questo ennesimo tentativo, che non dovrà portare in dote ancora il nome di Savona secondo il Quirinale? Dodici ore, ventiquattro? Di certo stamattina Cottarelli è atteso al Colle con la lista dei ministri, a meno di ritorni di fiamma (tricolore).

Foto copertina da: Facebook

Leggi sull’argomento: Guido Tabellini: chi è il probabile ministro di Cottarelli e cosa pensa sull’euro

Potrebbe interessarti anche