Totò Martello fa una lezione di geopolitica a Giorgia Meloni sul “blocco navale”

Categorie: Attualità, Politica

L'ex sindaco di Lampedusa smonta, punto per punto, uno dei tormentoni elettorali (sul tema immigrazione) ripetuti senza fornire dettagli dalla leader di Fratelli d'Italia

Il vecchio adagio “repetita iuvant” non vale se si parla di campagna elettorale. Perché nonostante le evidenti impossibilità (anche legali) di realizzare un “blocco navale” per porre un freno allo sbarco di migranti che attraversano il Mediterraneo per arrivare in Europa fuggendo da guerre (anche quelle mediaticamente meno coperte) e da carestie, Giorgia Meloni continua a martellare con questo slogan. Si sa che le promesse, prima delle elezioni, lasciano il tempo che trovano, ma su temi delicati come l’immigrazione, è fin troppo facile andare a solleticare i pancini sensibili di parte degli italiani. E oggi l’ex sindaco di Lampedusa, Totò Martello, ha offerto una piccola lezione gratuita di geopolitica alla leader di Fratelli d’Italia.



Blocco navale, Totò Martello spiega a Giorgia Meloni perché non si può fare

Già nel corso delle precedenti settimane, con un approfondimento ad hoc, avevamo spiegato i motivi per poter gettare nel cestino delle mere promesse elettorali il grido “blocco navale” che Giorgia Meloni continua a ripetere da anni. Quella “soluzione” venne già rispedita al mittente dal senatore ed ex Capitano di Fregata Gregorio De Falco che spiegò come l’articolo 42 dello Statuto delle Nazioni Unite etichettasse il tutto come un atto di guerra:



“È un’azione militare finalizzata ad impedire l’accesso e l’uscita di navi dai porti di un Paese o di un territorio. Esso non è consentito al di fuori dei casi di legittima difesa. Il blocco navale è un atto di guerra, fosse pure fatto in accordo con qualche autorità libica o di altro Paese, ed alla guerra non è certo estranea la morte”.

Già questo potrebbe bastare per smentire la classica trovata propagandistica della leader di Fratelli d’Italia sui migranti. Ma Totò Martello ha provato a spiegare a Giorgia Meloni la situazione (anche utilizzando una mappa per una più facile comprensione) mettendo nero su bianco tutti quelle cose che la probabile prossima Presidentessa del Consiglio non dice quando continua a ripetere a iosa “Blocco navale subito”.



“La signora Giorgia Meloni continua a parlare di “blocco navale davanti le coste del Nordafrica per fermare le imbarcazioni di migranti”: considerato che solo tra Tunisia e Libia ci sono quasi 3.000 chilometri di costa, ha fatto il conto di quante navi e motovedette servirebbero?”.

Un dettaglio tecnico, disegnato anche in una cartina geografica a mo’ di Risiko per mostrare l’ampio chilometraggio dello spazio del Mediterraneo che dovrebbe essere occupato da pattugliatori italiani fissi. Ma c’è anche di più. Molto di più.

“Al di là del fatto che bisognerebbe preventivamente stipulare un accordo con gli Stati interessati e che una misura simile dovrebbe avere il benestare (quantomeno improbabile) dell’Unione Europea, Meloni può spiegare materialmente come intende farlo, questo famigerato blocco? Vuole piazzare un numero indefinito di navi italiane di fronte le coste africane 24 ore su 24, ed appena viene avvistato un barchino che succede? Gli espongono la paletta, gli dicono con un megafono “tornate indietro…!”, e se loro invece vanno avanti che fanno, gli sparano? Ma qualcuno le ha spiegato che in mare vigono regole che non possono essere ignorate? Le mie sono domande serie, perché questo è un tema serio. Vorrei che la signora Meloni spiegasse nei dettagli agli italiani in cosa consiste la sua idea: perché lo slogan “mettiamo le navi davanti le coste africane e li blocchiamo lì” può andare bene durante una partita a Risiko, ma se questo è il cavallo di battaglia della campagna elettorale della destra, allora dovrebbe rispondere alle semplici domande che ho appena fatto. Altrimenti vorrebbe dire che quello del blocco navale è solo uno slogan irrealizzabile, e che sta prendendo in giro gli italiani”.

Ci sono, infatti, accordi internazionali e sovranazionali (come quelli con l’Unione Europea di cui l’Italia fa parte). Poi, anche se Martello non ha fatto riferimento a ciò, c’è anche il tema della cosiddetta “legge del mare” che obbliga le imbarcazioni (che siano private, pubbliche, di una Ong o delle forze dell’ordine) a soccorrere gli esseri umani rimasti in balia delle onde. Eppure Giorgia Meloni ogni mattina si alza e grida “Blocco navale”.