La telefonata tra Zingaretti e Casaleggio a Ferragosto

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-08-22

Nicola Zingaretti ha trovato un messaggio nella segreteria telefonica. «Sono Davide Casaleggio. So che mi sta cercando». Il segretario del Pd ha richiamato e si sono parlati

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Una telefonata tra Nicola Zingaretti e Davide Casaleggio, datata 15 agosto, ha aperto la trattativa del governo PD-M5S. Goffredo De Marchis su Repubblica parla del contatto tra il segretario del Partito Democratico e il responsabile di Rousseau nel quale, tra l’altro, si è concordato su nessun veto nei confronti di Luigi Di Maio nel nuovo governo:

Nicola Zingaretti ha trovato un messaggio nella segreteria telefonica. «Sono Davide Casaleggio. So che mi sta cercando». Il segretario del Pd ha richiamato e si sono parlati. Partendo dagli auguri rompighiaccio, vista la data. Ma è un passaggio chiave della crisi. Segna il disgelo tra chi muove i fili del Movimento 5 stelle e il potenziale alleato del nuovo governo. Forse Casaleggio non aveva mai sentito o visto prima un dirigente del Partito democratico. […]

Né il leader del Pd né il figlio del fondatore del M5s escludono l’ipotesi del ritorno alle urne mentre intorno a loro ci sono quelli che farebbero l’accordo domani mattina, senza tante storie (Matteo Renzi, Dario Franceschini, Beppe Grillo, Roberto Fico). Casaleggio è andato oltre facendo intendere che in caso di voto anticipato il Movimento si affiderà alla guida di Giuseppe Conte. Il punto vero però è l’ipotesi dell’intesa per l’esecutivo rossogiallo.

zingaretti casaleggio telefonata

Zingaretti, nella telefonata, ha spiegato che avrebbe stilato un programma di pochi punti fondamentali. «Io rimango contrario ad accordicchi, a cose di corto respiro». Casaleggio ha risposto chiedendo una sola garanzia: «Il nuovo esecutivo, se nasce, non deve umiliare Luigi Di Maio». Come dire, l’ex vicepremier deve far parte di nuovo della squadra di ministri.

Una possibilità che non si concilia con la richiesta di discontinuità promossa dal Pd. Ma per i leader si farà un’eccezione, se serve. Con una certezza. «Io non entro nel governo, questo è sicuro», è la condizione irrinunciabile di Zingaretti. Nessun pressing lo convincerà del contrario.

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